La NarraVita
La NarraVita politica: ecco chi è Antonio Procacci
Raccontare l'aspetto più umano, sociale e "cittadino" dei candidati
giovedì 23 aprile 2015
7.27
Antonio Procacci è un giornalista e fedele alla sua professione continuerà a esercitare, anche se dovesse diventare guida della città. È bravo, molto, con le parole ma quello che mi ha maggiormente colpito è la forza con cui esprime le sue idee. Del nostro incontro mi porterò dietro la naturalezza con cui i suoi genitori hanno commentato il suo impegno politico e cittadino: "Non metterti in mezzo a quelli" e la sua risposta "Io non mi metto in mezzo a quelli perché sono libero, ho le mani libere".
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Semplicemente l'impegno di una persona che ha avuto modo fino a dieci anni fa di vivere la città con i propri occhi, nel senso che io facevo il giornalista ancora a livello cittadino e provinciale, quindi molto attento a quello che accadeva nella città e alle situazioni che si verificavano. Ho smesso poi di seguire Trani dal punto di vista giornalistico e ho iniziato a viverla come cittadino e a quel punto l'indignazione è aumentata perché mi sono reso conto che nessuno ha avuto interesse negli ultimi anni a risolvere i problemi della nostra città. L'ho sentito quindi come un impegno e quindi sacrificare una parte della mia vita e metterla quindi al servizio della comunità. Il mio impegno viene dal senso di rivalsa del cittadino che è stanco di vedere la propria città in queste condizioni, una città in cui non si pensa al futuro".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Io immagino Trani come una città culturale. Voglio lavorare su due fronti, il primo necessario per provare a mettere nuovamente in moto la nostra economia ormai disastrata è dare una nuova spinta alla categoria impresa, favorendone lo sviluppo. Pertanto i miei sforzi iniziali andranno nella direzione della creazione di una zona artigianale, con piccole e medie imprese di produzione a grosso impatto innovativo. Ci sono le buone pratiche realizzate e quindi bisogna imitarle, basti pensare a Molfetta, cresciuta con il rinnovamento del centro storico, attraverso l'intercettazione di fondi europei sia la zona artigianale vera e propria".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Io ho creato una lista che si chiama TraniLike che sarà esclusivamente composta da under trenta, perché se questo inesperto giornalista, per un allineamento di pianeti irripetibile dovesse vincere le elezioni ne porterà davvero in consiglio comunale tre/quattro di questi giovani. Poi a seguire voglio investire sulle startup giovanili. E anche se dovessimo perdere le elezioni noi realizzeremo comunque questo incubatore di progetti giovanili, per l'avviamento di imprese innovative".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"La mia risposta immediata è la risoluzione delle emergenze e l'emergenza numero uno è la risoluzione del problema della discarica. Noi ci stiamo ammalando e ci ammaleremo, ci stanno avvelenando, ieri oggi e domani. Affermare che la discarica debba chiudere è una sciocchezza senza ragione. La discarica deve essere messa in sicurezza immediatamente, bisogna proteggere il sottosuolo, la falda e l'aria altrimenti continueremo ad ammalarci e a morire. Seconda emergenza per me è mettere a posto i conti del comune, renderli trasparenti e fare un piano di almeno dieci anni per la risistemazione dei conti, piano e con sacrificio. Dobbiamo dare risposte alla nostra città, ma risposte serie e concrete".
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Semplicemente l'impegno di una persona che ha avuto modo fino a dieci anni fa di vivere la città con i propri occhi, nel senso che io facevo il giornalista ancora a livello cittadino e provinciale, quindi molto attento a quello che accadeva nella città e alle situazioni che si verificavano. Ho smesso poi di seguire Trani dal punto di vista giornalistico e ho iniziato a viverla come cittadino e a quel punto l'indignazione è aumentata perché mi sono reso conto che nessuno ha avuto interesse negli ultimi anni a risolvere i problemi della nostra città. L'ho sentito quindi come un impegno e quindi sacrificare una parte della mia vita e metterla quindi al servizio della comunità. Il mio impegno viene dal senso di rivalsa del cittadino che è stanco di vedere la propria città in queste condizioni, una città in cui non si pensa al futuro".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Io immagino Trani come una città culturale. Voglio lavorare su due fronti, il primo necessario per provare a mettere nuovamente in moto la nostra economia ormai disastrata è dare una nuova spinta alla categoria impresa, favorendone lo sviluppo. Pertanto i miei sforzi iniziali andranno nella direzione della creazione di una zona artigianale, con piccole e medie imprese di produzione a grosso impatto innovativo. Ci sono le buone pratiche realizzate e quindi bisogna imitarle, basti pensare a Molfetta, cresciuta con il rinnovamento del centro storico, attraverso l'intercettazione di fondi europei sia la zona artigianale vera e propria".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Io ho creato una lista che si chiama TraniLike che sarà esclusivamente composta da under trenta, perché se questo inesperto giornalista, per un allineamento di pianeti irripetibile dovesse vincere le elezioni ne porterà davvero in consiglio comunale tre/quattro di questi giovani. Poi a seguire voglio investire sulle startup giovanili. E anche se dovessimo perdere le elezioni noi realizzeremo comunque questo incubatore di progetti giovanili, per l'avviamento di imprese innovative".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"La mia risposta immediata è la risoluzione delle emergenze e l'emergenza numero uno è la risoluzione del problema della discarica. Noi ci stiamo ammalando e ci ammaleremo, ci stanno avvelenando, ieri oggi e domani. Affermare che la discarica debba chiudere è una sciocchezza senza ragione. La discarica deve essere messa in sicurezza immediatamente, bisogna proteggere il sottosuolo, la falda e l'aria altrimenti continueremo ad ammalarci e a morire. Seconda emergenza per me è mettere a posto i conti del comune, renderli trasparenti e fare un piano di almeno dieci anni per la risistemazione dei conti, piano e con sacrificio. Dobbiamo dare risposte alla nostra città, ma risposte serie e concrete".