La NarraVita
La NarraVita politica: ecco chi è Carlo Laurora
Raccontare l'aspetto più umano, sociale e "cittadino" dei candidati
giovedì 16 aprile 2015
7.55
Carlo Laurora è un ragazzo cresciuto in questa città, con la passione per la politica. Ha cominciato ad avventurarsi in questo mondo quando aveva vent'anni e oggi a cinquanta ha la stessa passione che brilla negli occhi. Un uomo soddisfatto di tutto quello che è riuscito a guadagnare nella sua vita, soddisfatto del suo lavoro e soddisfatto del suo percorso politico, avendo ricoperto ruoli importanti in tutte le istituzioni. Un uomo che non vuole pontificare dall'esterno e che ha deciso di cimentarsi e dimostrare a se stesso soprattutto e poi alla cittadinanza tutta di essere capace. Mi è piaciuta la sua onestà quando mi ha detto di non essere certo della sua capacità ma di essere certo di una cosa, la consapevolezza politico-istituzionale-amministrativa che ha formato negli anni. Questo a suo dire è un vero e reale punto di partenza. Ha risposto così alle mie domande…
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Penso che il mio sia un dovere, la mia candidatura nel proseguire naturalmente il mio percorso. Non sono uscito all'improvviso dal mio studio per catapultarmi oggi nella vicenda politica attuale. La mia è una vicenda politica che dura da anni ed è solo la prima volta che mi candido come sindaco, una sorta di obbligo nei confronti del mio percorso. Un ruolo molto complicato cui però non posso sottrarmi".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Trani non è una città turistica. Trani è una bella città che attrae flussi di turismo disordinato. Noi dobbiamo organizzare i flussi turistici che sono il frutto dell'estemporaneità; il turismo si fa quando è organizzato sia nel tempo che nello spazio. Non è un caso che io abbia voluto immaginare cinque idee, cinque macro aree, con una direttrice comune finalizzata allo sviluppo della vocazione della nostra città".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Ti parlo di mio figlio, una cosa che non vorrei fare, in giro per il mondo da due anni. Un ragazzo che a Trani non vuole stare e questo mi fa stare male. Trani ha la fortuna di avere una struttura architettonica e paesaggistica di un certo tipo e allora credo sia necessario fare in modo che i giovani stranieri possano trovare a Trani una meta. I giovani, penso, però debbano rimboccarsi le maniche, con i mezzi che hanno a disposizione, liberando Trani dall'abbandono e dall'insolenza".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Una cosa che può forse sembrare una banalità innanzitutto, ci ho pensato a lungo, nell'immediato di dover risolvere il problema dei parcheggi e la pianta urbana del traffico che ha spinto secondo me molti cittadini tranesi ad uscire fuori da Trani anche solo per una passeggiata e ha allontanato molti delle città limitrofe a raggiungere la nostra città. Penso alla necessità di ripristinare il doppio senso di marcia sul lungomare, non è una sciocchezza, come può sembrare. Il lungomare è un'arteria della città, è dentro la città, appartiene al tessuto urbano, basti pensare al lungomare negli anni '80/90. A questo segue la necessità di risolvere i problemi ambientali: raccolta differenziata e depuratore. Queste per me le emergenze assolute".
Una stretta di mano e in bocca al lupo a Carlo Laurora
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Penso che il mio sia un dovere, la mia candidatura nel proseguire naturalmente il mio percorso. Non sono uscito all'improvviso dal mio studio per catapultarmi oggi nella vicenda politica attuale. La mia è una vicenda politica che dura da anni ed è solo la prima volta che mi candido come sindaco, una sorta di obbligo nei confronti del mio percorso. Un ruolo molto complicato cui però non posso sottrarmi".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Trani non è una città turistica. Trani è una bella città che attrae flussi di turismo disordinato. Noi dobbiamo organizzare i flussi turistici che sono il frutto dell'estemporaneità; il turismo si fa quando è organizzato sia nel tempo che nello spazio. Non è un caso che io abbia voluto immaginare cinque idee, cinque macro aree, con una direttrice comune finalizzata allo sviluppo della vocazione della nostra città".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Ti parlo di mio figlio, una cosa che non vorrei fare, in giro per il mondo da due anni. Un ragazzo che a Trani non vuole stare e questo mi fa stare male. Trani ha la fortuna di avere una struttura architettonica e paesaggistica di un certo tipo e allora credo sia necessario fare in modo che i giovani stranieri possano trovare a Trani una meta. I giovani, penso, però debbano rimboccarsi le maniche, con i mezzi che hanno a disposizione, liberando Trani dall'abbandono e dall'insolenza".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Una cosa che può forse sembrare una banalità innanzitutto, ci ho pensato a lungo, nell'immediato di dover risolvere il problema dei parcheggi e la pianta urbana del traffico che ha spinto secondo me molti cittadini tranesi ad uscire fuori da Trani anche solo per una passeggiata e ha allontanato molti delle città limitrofe a raggiungere la nostra città. Penso alla necessità di ripristinare il doppio senso di marcia sul lungomare, non è una sciocchezza, come può sembrare. Il lungomare è un'arteria della città, è dentro la città, appartiene al tessuto urbano, basti pensare al lungomare negli anni '80/90. A questo segue la necessità di risolvere i problemi ambientali: raccolta differenziata e depuratore. Queste per me le emergenze assolute".
Una stretta di mano e in bocca al lupo a Carlo Laurora