La NarraVita
La NarraVita politica: ecco chi è Tonino Florio
Raccontare l'aspetto più umano, sociale e "cittadino" dei candidati
mercoledì 22 aprile 2015
7.27
Tonino Florio si definisce un tranese, poi precisa, un ragazzo di Trani che ha avuto la fortuna di vivere in questa città. Lo sguardo è giovane e attento, il sorriso sempre pronto. Parla dei suoi figli e credo che per loro abbia deciso di intraprendere questo percorso. Si definisce un uomo fortunato e si augura che tutti possano avere la sua stessa fortuna e cioè quella di svolgere un lavoro appagante. Avvocato penalista ha conoscenza di tutte le espressioni dell'umanità, dai piani alti alla natura più becera, ma con tutti afferma di aver agito solo seguendo un principio, valore su cui ha fondato la sua vita, l'onestà.
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Se non fosse successo quello che è successo a Trani molto probabilmente non sarei qui a rispondere alle tue domande e non avrei mai preso questo impegno. Non ho mai avuto una grandissima passione per la politica attiva. Certo ho le mie idee molto probabilmente legate alla macroeconomia e ai grandi pensieri filosofici. Io sono stato indotto ad impegnarmi da alcuni amici e dalla mia famiglia. Io sono un libero pensatore e mi sento molto vicino a temi quali la tolleranza e parità di genere, di accoglienza e cultura".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Io credo e forse sarò poco originale che la vocazione tranese sia di natura turistica ma tematica. Noi dobbiamo sviluppare il turismo a seconda di vari settori: il turismo multi religioso per esempio perché abbiamo una grande varietà di religioni, cristiani, ortodossi, musulmani ed ebraici; il turismo nautico e basti pensare alla darsena comunale, una sorta di Alitalia cittadina ed infine il turismo culturale. Trani però necessita di un ripristino delle regole perché tutti sono colpevoli della deriva di questa città. Dobbiamo ricominciare ma farlo assieme".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Io ritengo che le candidature di giovani nei programmi politici siano solo una mera speculazione. Io non distinguo le persone tra giovani e vecchi ma le distingue su tre valori: correttezza, intelligenza e onestà. Ma la città è anche e soprattutto dei giovani, per cui credo sia necessario creare delle occasioni attraverso l'incentivazione della cultura e del lavoro, creando le condizioni di sviluppare le proprie qualità attraverso una rete che colleghi le imprese, le scuole e il territorio".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Credo che sia fondamentale "smuovere" e ripristinare la macchina burocratica. Il comune di Trani è un far west con gente che vaga come nei gironi danteschi, quindi è necessaria una riqualificazione del personale, nella formazione costante e nell'incentivazione. Ripristinata la macchina burocratica anche attraverso la rotazione dei dipendenti onde evitare la stanchezza dell'impiego molto probabilmente potremmo ripartire. Dobbiamo abbattere la pigrizia mentale di tutti, dentro e fuori il Comune".
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"Se non fosse successo quello che è successo a Trani molto probabilmente non sarei qui a rispondere alle tue domande e non avrei mai preso questo impegno. Non ho mai avuto una grandissima passione per la politica attiva. Certo ho le mie idee molto probabilmente legate alla macroeconomia e ai grandi pensieri filosofici. Io sono stato indotto ad impegnarmi da alcuni amici e dalla mia famiglia. Io sono un libero pensatore e mi sento molto vicino a temi quali la tolleranza e parità di genere, di accoglienza e cultura".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Io credo e forse sarò poco originale che la vocazione tranese sia di natura turistica ma tematica. Noi dobbiamo sviluppare il turismo a seconda di vari settori: il turismo multi religioso per esempio perché abbiamo una grande varietà di religioni, cristiani, ortodossi, musulmani ed ebraici; il turismo nautico e basti pensare alla darsena comunale, una sorta di Alitalia cittadina ed infine il turismo culturale. Trani però necessita di un ripristino delle regole perché tutti sono colpevoli della deriva di questa città. Dobbiamo ricominciare ma farlo assieme".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Io ritengo che le candidature di giovani nei programmi politici siano solo una mera speculazione. Io non distinguo le persone tra giovani e vecchi ma le distingue su tre valori: correttezza, intelligenza e onestà. Ma la città è anche e soprattutto dei giovani, per cui credo sia necessario creare delle occasioni attraverso l'incentivazione della cultura e del lavoro, creando le condizioni di sviluppare le proprie qualità attraverso una rete che colleghi le imprese, le scuole e il territorio".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Credo che sia fondamentale "smuovere" e ripristinare la macchina burocratica. Il comune di Trani è un far west con gente che vaga come nei gironi danteschi, quindi è necessaria una riqualificazione del personale, nella formazione costante e nell'incentivazione. Ripristinata la macchina burocratica anche attraverso la rotazione dei dipendenti onde evitare la stanchezza dell'impiego molto probabilmente potremmo ripartire. Dobbiamo abbattere la pigrizia mentale di tutti, dentro e fuori il Comune".