La NarraVita

Michele e il Cammino di Santiago

Questa settimana una NarraVita spirituale…

Il cammino di Santiago è un cammino ormai famoso, un lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela a visitare la tomba di San Giacomo. Un percorso di 800 km per la durata di un mese da fare da soli o in compagnia, da fare a piedi o in qualunque modo possibile ed immaginabile, un viaggio in cui ci si deve preparare a tutto. Ogni uomo, ogni pellegrino interpreta il cammino seguendo un proprio percorso di coscienza e consapevolezza, dalle motivazioni alla scelta del percorso medesimo, ma una cosa li accomuna tutti: l'importanza del cammino non è rappresentata dalla meta che si raggiunge, ma è insita nel cammino stesso e nella trasformazione personale che ne deriva.

Michele Altieri è uno che il cammino l'ha percorso e che afferma di riuscire a guardare il mondo con occhi più maturi, occhi forgiati dal sacrificio che il viaggio ha imposto, dalla spettacolarità degli scenari che ha trovato dinnanzi a sé e forse anche dal consapevolezza di poter contare solo su se stesso e sulla sua bici. Il cammino di Santiago coincide con la scoperta di luoghi, di culture e di tradizioni totalmente differenti dalle nostre ma è soprattutto un viaggio di natura introspettiva e psicologica, di conoscenza delle proprie qualità ma anche di presa di coscienza dei propri limiti.

Un viaggio cominciato il 30 agosto dello scorso anno ma che lascia un segno indelebile visibile negli occhi profondi di questo giovane tranese. Arrivare finalmente a Saint Jean Pied De Port, città in cui si incontrano i pellegrini di tutto il modo per intraprendere il Cammino è la prima tappa di un viaggio lunghissimo, pedalare immerso in un paesaggio mozzafiato, senza nuvole, senza paure e tensione, circondato da distese di prati verdi invasi dai mille colori dei fiori.

Poi incominciare il viaggio. Quello vero. Non importa se durante il viaggio ti rubano la bici, non importa se ti trovi di fronte a malviventi che poco si interessano della spiritualità di quello che stai facendo. Importa invece il pellegrino che ti soccorre e aiuta, il coraggio e la forza di andare avanti, la necessità che ti porta ad inventare mille modi per sopravvivere. Importa arrivare a Santiago de Compostela una città piena d'arte, piena d'amore, piena di opportunità e possibilità che a Michele mancano le parole per raccontarla.

Miche è convinto che il sacrificio e le difficoltà siano l'unico modo per affrontare questo viaggio e purificarsi dalla superficialità di cui siamo quotidianamente protagonisti, un viaggio che ti purifica l'anima, la pelle, gli occhi. Cosa abbia spinto questo giovanissimo ad intraprendere questo viaggio credo non lo sapremo mai ma una cosa è sicura, Michele ne è uscito profondamente cambiato, sicuramente maturato e anche se non lo dice credo sia la prima di una serie di avventure di siffatta natura.

«Durante questo viaggio, ho capito cosa significa vivere giorno per giorno, guadagnarsi un pezzo di pane e un materasso, due cose fondamentali per vivere. Inoltre, in quel mese di cammino, ho saputo riscoprire la natura rispettandola e ammirandola per la sua bellezza e completezza». Complimenti ragazzo!
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