La NarraVita
Nico Kochise e l’amore per la matita
Una puntata de La NarraVita artigianale…
sabato 16 maggio 2015
7.48
Capita che nella vita ti chiedano, quando sei bambino, il lavoro che vorrai svolgere da grande. Ci sono bambini che vogliono diventare esploratori, altri piloti, molti che invece desiderano diventare insegnanti, questo almeno fino alla tanto acclamata e odiata riforma della "Buona Scuola" del premier Matteo Renzi. Anche i bambini in effetti adesso desistono. Raramente poi si conciliano i desideri con la realtà, ancor più raramente le ambizioni rimangono le medesime.
Domenico Savoiardo, in arte Kochise, il cambiamento l'ha vissuto ed è stato radicale. Sognava di diventare un elettrotecnico e di giocare, fare e creare con gli apparati elettrici fino a quando poi ha incontrato la donna della sua vita, la matita.
Da quel momento di strada ne ha percorsa e questa strada lo ha portato a trasformare in lavoro la passione per il disegno e per la decorazione. Dopo innumerevoli lavori nei più svariati ambiti ha deciso di rischiare con un lavoro che di rischi ne presenta molti. Kochise non si definisce un artista e a me piace il piglio con cui lo racconta, perché ammette di non avere l'estro tipico dei grandi pittori che dal nulla creano arte. Il suo è un lavoro totalmente diverso tanto da portarlo a definirsi un artigiano.
Trovo questa cosa molto stravagante, bizzarra e al contempo molto bella perché Kochise sul modello degli andati vecchi tempi rifiuta il tanto osannato titolo di artista per sceglierne uno che per la mentalità comune è sicuramente più dimesso, modesto.
Nel suo laboratorio, uno stanzone, i cui spazi sono totalmente ricoperti delle sue opere, progetta e realizza, sempre accompagnato da buona musica, opere decorative di varia natura utilizzando smalti, tempere, pittura ad olio commissionategli da utenti di vario tipo. È un lavoro che sicuramente lo gratifica, non è così semplice in effetti, fare un lavoro che concili la passione, l'estro e la propria naturale seppur personale inclinazione all'arte ma è un lavoro molto faticoso perché privo di garanzie, le tanto osannate garanzie giovani che ormai garantiscono il nulla.
«Decorare un'abitazione, abbellire un muro esterno o un oggetto di impiego comune è un momento molto importante che trascende l'aspetto meramente economico. Ciò che più mi sta a cuore è infondere sentimenti positivi a chi possiede una mia opera. Questa è la mia prima ricompensa». Pare sia questo il suo motto. Ma è chiaro che lui sia abituato al sacrificio, glielo leggi proprio dritto negli occhi.
Perché voglio che sia chiaro che Nico Kochise, un uomo dalle spalle molto larghe e dalla presa forte, è sicuramente un artigiano, un artista, un uomo che si è formato col tempo e che è maturato perfezionando la sua arte ma è anche e soprattutto un uomo di quelli che puoi contarci sempre, anche quando tutto sta andando nella direzione più avversa e sfavorevole possibile e che ti guarda con gli occhi buoni di chi la sofferenza grande l'ha già vissuta, rassicurandoti che va tutto bene. Per chiunque avesse dubbi in merito, chiedete alla sua mamma.
Domenico Savoiardo, in arte Kochise, il cambiamento l'ha vissuto ed è stato radicale. Sognava di diventare un elettrotecnico e di giocare, fare e creare con gli apparati elettrici fino a quando poi ha incontrato la donna della sua vita, la matita.
Da quel momento di strada ne ha percorsa e questa strada lo ha portato a trasformare in lavoro la passione per il disegno e per la decorazione. Dopo innumerevoli lavori nei più svariati ambiti ha deciso di rischiare con un lavoro che di rischi ne presenta molti. Kochise non si definisce un artista e a me piace il piglio con cui lo racconta, perché ammette di non avere l'estro tipico dei grandi pittori che dal nulla creano arte. Il suo è un lavoro totalmente diverso tanto da portarlo a definirsi un artigiano.
Trovo questa cosa molto stravagante, bizzarra e al contempo molto bella perché Kochise sul modello degli andati vecchi tempi rifiuta il tanto osannato titolo di artista per sceglierne uno che per la mentalità comune è sicuramente più dimesso, modesto.
Nel suo laboratorio, uno stanzone, i cui spazi sono totalmente ricoperti delle sue opere, progetta e realizza, sempre accompagnato da buona musica, opere decorative di varia natura utilizzando smalti, tempere, pittura ad olio commissionategli da utenti di vario tipo. È un lavoro che sicuramente lo gratifica, non è così semplice in effetti, fare un lavoro che concili la passione, l'estro e la propria naturale seppur personale inclinazione all'arte ma è un lavoro molto faticoso perché privo di garanzie, le tanto osannate garanzie giovani che ormai garantiscono il nulla.
«Decorare un'abitazione, abbellire un muro esterno o un oggetto di impiego comune è un momento molto importante che trascende l'aspetto meramente economico. Ciò che più mi sta a cuore è infondere sentimenti positivi a chi possiede una mia opera. Questa è la mia prima ricompensa». Pare sia questo il suo motto. Ma è chiaro che lui sia abituato al sacrificio, glielo leggi proprio dritto negli occhi.
Perché voglio che sia chiaro che Nico Kochise, un uomo dalle spalle molto larghe e dalla presa forte, è sicuramente un artigiano, un artista, un uomo che si è formato col tempo e che è maturato perfezionando la sua arte ma è anche e soprattutto un uomo di quelli che puoi contarci sempre, anche quando tutto sta andando nella direzione più avversa e sfavorevole possibile e che ti guarda con gli occhi buoni di chi la sofferenza grande l'ha già vissuta, rassicurandoti che va tutto bene. Per chiunque avesse dubbi in merito, chiedete alla sua mamma.