La NarraVita
Sogno o son desto? La storia di Davide Valrosso
A lui è dedicato l'appuntamento settimanale de "La NarraVita"
venerdì 26 dicembre 2014
13.04
Conosco Davide Valrsosso ormai da anni ma decido di incontrarlo nuovamente per soddisfare la mia curiosità che si concentra nei suoi occhi che sembrano spesso lontani.
Davide, classe '85, tranese per nascita e adottato dal mondo, fa il ballerino e lavora con compagnie di grande fama nazionale e mondiale. Dopo aver conseguito il diploma presso l'English Ballet di Londra si forma in tecniche classiche e contemporanee studiando con Antony Dawson, Vincent Hantam, Andre de Villiers e Nicky Ellis. Ha lavorato con importanti compagnie tra Londra, Madrid e Bruxelles, girando il mondo con spettacoli imponenti. Tra gli ultimi suoi lavori proprio a Novembre si è esibito con "Tentazioni" al Bozar, il museo d'arte contemporanea di Bruxelles dove ha ballato in una galleria di quadri del Cinquecento.
Domenica 28 dicembre 2014, alle ore 20, presso il Castello di Barletta, si esibirà in "Naufragio in Re minore" con la regia e la danza di Davide Valrosso e "Il vuoto e la bellezza" per la regia di Davide Valrosso e l'interprete Rosellina Goffredo. Una luce gli riempie gli occhi quando dice di essere molto felice di questo lavoro e di aver investito molto a livello professionale ed umano, perché non sarà uno spettacolo solito ma che si concentra sulla materialità dei gesti. Un invito a riflettere sul senso della memoria che si incide inevitabilmente in ogni gesto, sguardo e atteggiamento, con i segni che ogni esperienza umana lasciano indelebilmente sul nostro corpo.
Raccontando la storia che porterà in scena, spiega come sia importante in questa sua esperienza il fatto che sua madre, assolutamente fuori da questo settore, decida di condividere con lui la scena in un breve prologo a cavallo tra i due spettacoli. Una sorta di ritorno alle origini che si snodano sino al presente.
In un altro spettacolo "Attachment" a lui molto caro mette in scena la difficoltà di staccarsi dalle cose della propria vita, cercando di ordinarle, spogliandosi e ordinandole di fronte a se per fare in modo che queste assumano i giusti toni e per fare in modo si possano guardare nell'ottica giusta. Un attaccamento forse alle sue storie, ai suoi amori finiti, alla sua passione per la danza spesso ancora oggi non riconosciuta con affetto da una famiglia che fatica a comprenderne lo sforzo e il sacrificio. Molto legato alle teorie buddiste, cui si è avvicinato negli ultimi anni, parla con calma calibrando ogni parola, che sembra quasi musica. Una danza poco convenzionale, molto sperimentale.
E' anche molto timido e modesto Davide Valrosso quando spiega che non è per niente stato un giovane talentuoso ma che ha costruito il suo talento con gli sforzi del corpo, la passione della mente e il desiderio. E fiero, mi guarda, quando dice che non esiste il talento ma soltanto il desiderio. Il suo desiderio è questo.
In procinto di partire, al termine di questa manifestazione, per Firenze e impegnato prossimamente a Bologna con uno spettacolo all'interno della famosa "Sagra della Primavera", Davide è molto sereno e felice. Eppure se gli chiedi cosa desidera di più risponde con il piglio discreto di chi ancora non crede di essere riuscito a trasformare la passione in professione e la professione in mestiere, che vuole tornare qui nella sua terra per portare qui il suo lavoro e perché la sua terra lo accolga e riconosca. Con un applauso.
Davide, classe '85, tranese per nascita e adottato dal mondo, fa il ballerino e lavora con compagnie di grande fama nazionale e mondiale. Dopo aver conseguito il diploma presso l'English Ballet di Londra si forma in tecniche classiche e contemporanee studiando con Antony Dawson, Vincent Hantam, Andre de Villiers e Nicky Ellis. Ha lavorato con importanti compagnie tra Londra, Madrid e Bruxelles, girando il mondo con spettacoli imponenti. Tra gli ultimi suoi lavori proprio a Novembre si è esibito con "Tentazioni" al Bozar, il museo d'arte contemporanea di Bruxelles dove ha ballato in una galleria di quadri del Cinquecento.
Domenica 28 dicembre 2014, alle ore 20, presso il Castello di Barletta, si esibirà in "Naufragio in Re minore" con la regia e la danza di Davide Valrosso e "Il vuoto e la bellezza" per la regia di Davide Valrosso e l'interprete Rosellina Goffredo. Una luce gli riempie gli occhi quando dice di essere molto felice di questo lavoro e di aver investito molto a livello professionale ed umano, perché non sarà uno spettacolo solito ma che si concentra sulla materialità dei gesti. Un invito a riflettere sul senso della memoria che si incide inevitabilmente in ogni gesto, sguardo e atteggiamento, con i segni che ogni esperienza umana lasciano indelebilmente sul nostro corpo.
Raccontando la storia che porterà in scena, spiega come sia importante in questa sua esperienza il fatto che sua madre, assolutamente fuori da questo settore, decida di condividere con lui la scena in un breve prologo a cavallo tra i due spettacoli. Una sorta di ritorno alle origini che si snodano sino al presente.
In un altro spettacolo "Attachment" a lui molto caro mette in scena la difficoltà di staccarsi dalle cose della propria vita, cercando di ordinarle, spogliandosi e ordinandole di fronte a se per fare in modo che queste assumano i giusti toni e per fare in modo si possano guardare nell'ottica giusta. Un attaccamento forse alle sue storie, ai suoi amori finiti, alla sua passione per la danza spesso ancora oggi non riconosciuta con affetto da una famiglia che fatica a comprenderne lo sforzo e il sacrificio. Molto legato alle teorie buddiste, cui si è avvicinato negli ultimi anni, parla con calma calibrando ogni parola, che sembra quasi musica. Una danza poco convenzionale, molto sperimentale.
E' anche molto timido e modesto Davide Valrosso quando spiega che non è per niente stato un giovane talentuoso ma che ha costruito il suo talento con gli sforzi del corpo, la passione della mente e il desiderio. E fiero, mi guarda, quando dice che non esiste il talento ma soltanto il desiderio. Il suo desiderio è questo.
In procinto di partire, al termine di questa manifestazione, per Firenze e impegnato prossimamente a Bologna con uno spettacolo all'interno della famosa "Sagra della Primavera", Davide è molto sereno e felice. Eppure se gli chiedi cosa desidera di più risponde con il piglio discreto di chi ancora non crede di essere riuscito a trasformare la passione in professione e la professione in mestiere, che vuole tornare qui nella sua terra per portare qui il suo lavoro e perché la sua terra lo accolga e riconosca. Con un applauso.