La NarraVita
“È stato morto un ragazzo”
Cronaca di una storia triste e di civiltà negata, non è morto solo Biagio...
mercoledì 23 settembre 2015
7.51
Sottile l'angoscia penetra gli animi di tutti i tranesi, sottile come la pioggia fine di fine estate, sottile come la linea sottile che oggi ti vede vivo e dopo un istante non ci sei più.
Cordoglio, messaggi di ogni forma e colore si sono rincorsi sui social network, chiunque si è riscoperto improvvisamente amico della famiglia e di questo giovane che ha perso la vita così, in uno stupido e insulso sabato di fine Settembre. Dolore e rabbia per gli impuniti che hanno ancora una volta confermato come non esista alcuna differenza tra noi, gli uomini e gli animali, quelli feroci e capaci di uccidere.
Sconvolti ci guardiamo nei telegiornali nazionali che ancora una volta parlano di Trani per l'ennesima bruttura, per un ulteriore efferato delitto, quelli che capitano agli altri e non a noi, lontano dalle nostre case, dalle nostra strade. Eppure nessuno ha detto, nessuno ha parlato e nessuno si è fatto vivo, in una piazza che come ogni sabato contava centinaia di persone, è brutto da dire e forse anche solo da pensare, ma qualcuno ha tirato un sospiro di sollievo, ringraziando il cielo e tutte le divinità, per essere scampato alla tragedia.
Di fronte a questa totale assenza di civiltà nulla mi pare avere senso se non il silenzio e il rispetto per il dolore di un fratello che ha perso un fratello, di una madre che ha perso un figlio e mentre tutti difendono l'immagine di Biagio, sento che il verme della cattiveria si sta palesando nelle chat anonime dei giornali online, nelle chiacchiere da bar, nelle becere e futili conversazioni da pianerottolo.
Uno psicodramma collettivo, un dolore profondo che urla e chiede rispetto e che dovrebbe essere analizzato a fondo. Non è morto solo questo giovane che non si è risparmiato, è morto il rispetto, è morto il piacere di trascorrere il tempo in una piazza, è morto il divertimento del sabato sera, quello pulito, che anche se bevi un bicchiere di vino in più ti diverti e scherzi con il tuo gruppo, è morto il quindicenne che dovrebbe pensare ai primi amori e ai primi baci e non ad uscire con un coltello in tasca, è morta la sicurezza, è morta l'indignazione, è morta la speranza delle cose belle, è morta Trani, colpita nel suo punto più bello, è morto tutto con Biagio.
Qualcuno tra un po' trasformerà questo giovane da vittima ad attaccabrighe, qualcuno silenziosamente e sommessamente ha pensato che se l'è cercata, qualcuno porgerà le condoglianze alla famiglia su facebook e parteciperà ai funerali come se fosse l'ultimo concerto dei Beatles. Ma io penso che silenzio sia l'unica forma di rispetto che dobbiamo al dolore che ha colpito questa famiglia, poi si pensi al resto. Se oltre a questo, può esistere il resto o l'altrove, nascosto sotto il bla bla bla della mediocrità umana, di cui ancora una volta siamo stati emblematico esempio.
Cordoglio, messaggi di ogni forma e colore si sono rincorsi sui social network, chiunque si è riscoperto improvvisamente amico della famiglia e di questo giovane che ha perso la vita così, in uno stupido e insulso sabato di fine Settembre. Dolore e rabbia per gli impuniti che hanno ancora una volta confermato come non esista alcuna differenza tra noi, gli uomini e gli animali, quelli feroci e capaci di uccidere.
Sconvolti ci guardiamo nei telegiornali nazionali che ancora una volta parlano di Trani per l'ennesima bruttura, per un ulteriore efferato delitto, quelli che capitano agli altri e non a noi, lontano dalle nostre case, dalle nostra strade. Eppure nessuno ha detto, nessuno ha parlato e nessuno si è fatto vivo, in una piazza che come ogni sabato contava centinaia di persone, è brutto da dire e forse anche solo da pensare, ma qualcuno ha tirato un sospiro di sollievo, ringraziando il cielo e tutte le divinità, per essere scampato alla tragedia.
Di fronte a questa totale assenza di civiltà nulla mi pare avere senso se non il silenzio e il rispetto per il dolore di un fratello che ha perso un fratello, di una madre che ha perso un figlio e mentre tutti difendono l'immagine di Biagio, sento che il verme della cattiveria si sta palesando nelle chat anonime dei giornali online, nelle chiacchiere da bar, nelle becere e futili conversazioni da pianerottolo.
Uno psicodramma collettivo, un dolore profondo che urla e chiede rispetto e che dovrebbe essere analizzato a fondo. Non è morto solo questo giovane che non si è risparmiato, è morto il rispetto, è morto il piacere di trascorrere il tempo in una piazza, è morto il divertimento del sabato sera, quello pulito, che anche se bevi un bicchiere di vino in più ti diverti e scherzi con il tuo gruppo, è morto il quindicenne che dovrebbe pensare ai primi amori e ai primi baci e non ad uscire con un coltello in tasca, è morta la sicurezza, è morta l'indignazione, è morta la speranza delle cose belle, è morta Trani, colpita nel suo punto più bello, è morto tutto con Biagio.
Qualcuno tra un po' trasformerà questo giovane da vittima ad attaccabrighe, qualcuno silenziosamente e sommessamente ha pensato che se l'è cercata, qualcuno porgerà le condoglianze alla famiglia su facebook e parteciperà ai funerali come se fosse l'ultimo concerto dei Beatles. Ma io penso che silenzio sia l'unica forma di rispetto che dobbiamo al dolore che ha colpito questa famiglia, poi si pensi al resto. Se oltre a questo, può esistere il resto o l'altrove, nascosto sotto il bla bla bla della mediocrità umana, di cui ancora una volta siamo stati emblematico esempio.