La NarraVita
Ti senti un cittadino del mondo? No, di Trani
Oggi la puntata "internazionale" della NarraVita, dedicata a Christopher Dalla Buona
venerdì 3 aprile 2015
6.26
Pare che esista una sorta di patologia che coincida con la voglia perenne di viaggiare e che si possa ricollegare a un derivato genetico del gene Drd4 che è associato ai livelli di dopamina nel cervello. Il gene vero e proprio, chiamato Drd4-7R è stato rinominato gene della Wanderlust, perché è correlato ad alti livelli di curiosità e irrequietezza. Christopher Daniel Dalla Buona non mi sembra irrequieto, ma curioso si molto e anche molto composto, serio ed estremamente educato. Molto probabilmente più che nel DNA questa sua indole da viaggiatore insaziabile è nata dalla fusione dei suoi genitori. Padre argentino, approdato a Trani come calciatore, madre americana insegnante di danza presso una delle scuole più note della città e di cui tutti almeno una volta hanno sentito parlare.
Dopo essersi laureato in Scienze della Mediazione Linguistica, Christopher è partito per San Francisco dove è diventato steward per la compagnia aerea Virgin American. A 28 anni decidere di partire per una terra così lontana dopo che hai costruito qui a Trani tutta la tua vita non deve essere stata una scelta facile ma Christopher ha conciliato in questo modo la sua voglia di indipendenza, la sua necessità di viaggiare e il suo ingresso nel mondo degli adulti.
Due cose mi hanno molto colpito di questo nostro incontro. È strano che un ragazzo così giovane abbia così chiaro il senso della vita e che abbia deciso di affrontare una strada così ardua e impervia che lo porta a stare in volo dalle 70 alle 130 ore in un mese. Ma ancor più strano, perdonatemi la battuta, non mi sembra avere per niente "la testa tra le nuvole". Quando gli ho chiesto se avesse preventivato i rischi del suo lavoro, con una lucidità matematica così lontana dal mio modo di pensare e approcciarmi alla vita, mi ha detto che l'aereo è uno dei mezzi di trasporto più sicuro visto che su 80 milioni di viaggi aerei solo 10 hanno avuto incidenti fatali e che l'unica volta che ha rischiato la vita è stato per un incidente in macchina.
Viaggiare con la compagnia aerea lo ha portato nelle città più belle del mondo, da New York City a Tokio, da Barcellona a Rio de Janeiro e nonostante tutta la bellezza disarmante che si è trovato davanti, mi dice, con gli occhi orgogliosi, che è Trani la sua casa, la città più bella, l'unica in grado di togliergli il fiato. Mi sembra strano e più volte ho provato a fargli cambiare idea, ma lui, cittadino del mondo dice che la sua casa è Trani e che ai suoi colleghi mostra sempre la foto della Cattedrale che si specchia nel mare.
Viaggiare è per lui soprattutto la possibilità di entrare in contatto con culture differenti, molteplici stili di vita e innumerevoli spettacoli urbani e naturali. Parla perfettamente tre lingue, italiano-inglese-spagnolo, possiede due case che lo accolgono quando rimette i piedi a terra, una a San Francisco e una qui a Trani, ma un sogno molto "ordinario" da realizzare, quello di costruirsi una famiglia e di poter insegnare ai suoi figli che il confronto con il prossimo non deve spaventare perché è sinonimo di crescita culturale e mentale. A Trani forse. Fino alla fine.
Dopo essersi laureato in Scienze della Mediazione Linguistica, Christopher è partito per San Francisco dove è diventato steward per la compagnia aerea Virgin American. A 28 anni decidere di partire per una terra così lontana dopo che hai costruito qui a Trani tutta la tua vita non deve essere stata una scelta facile ma Christopher ha conciliato in questo modo la sua voglia di indipendenza, la sua necessità di viaggiare e il suo ingresso nel mondo degli adulti.
Due cose mi hanno molto colpito di questo nostro incontro. È strano che un ragazzo così giovane abbia così chiaro il senso della vita e che abbia deciso di affrontare una strada così ardua e impervia che lo porta a stare in volo dalle 70 alle 130 ore in un mese. Ma ancor più strano, perdonatemi la battuta, non mi sembra avere per niente "la testa tra le nuvole". Quando gli ho chiesto se avesse preventivato i rischi del suo lavoro, con una lucidità matematica così lontana dal mio modo di pensare e approcciarmi alla vita, mi ha detto che l'aereo è uno dei mezzi di trasporto più sicuro visto che su 80 milioni di viaggi aerei solo 10 hanno avuto incidenti fatali e che l'unica volta che ha rischiato la vita è stato per un incidente in macchina.
Viaggiare con la compagnia aerea lo ha portato nelle città più belle del mondo, da New York City a Tokio, da Barcellona a Rio de Janeiro e nonostante tutta la bellezza disarmante che si è trovato davanti, mi dice, con gli occhi orgogliosi, che è Trani la sua casa, la città più bella, l'unica in grado di togliergli il fiato. Mi sembra strano e più volte ho provato a fargli cambiare idea, ma lui, cittadino del mondo dice che la sua casa è Trani e che ai suoi colleghi mostra sempre la foto della Cattedrale che si specchia nel mare.
Viaggiare è per lui soprattutto la possibilità di entrare in contatto con culture differenti, molteplici stili di vita e innumerevoli spettacoli urbani e naturali. Parla perfettamente tre lingue, italiano-inglese-spagnolo, possiede due case che lo accolgono quando rimette i piedi a terra, una a San Francisco e una qui a Trani, ma un sogno molto "ordinario" da realizzare, quello di costruirsi una famiglia e di poter insegnare ai suoi figli che il confronto con il prossimo non deve spaventare perché è sinonimo di crescita culturale e mentale. A Trani forse. Fino alla fine.