La NarraVita
Una vita spezzata, tra pregi e difetti
La "NarraVita": ecco la storia di Cristiano Specolizzi
domenica 4 gennaio 2015
7.21
Può sembrare una storia dall'applauso facile. È circolato in rete un suo video in cui ringrazia infinitamente i suoi amici e fa gli auguri di buon natale a tutti. In questi giorni di freddo smisurato ho pensato che la sua storia avrebbe potuto riscaldare l'anima e far riflettere sulla bellezza della vita, anche quella che non sempre ti ha ripagato di tutti i sacrifici, anche quella che spesso ti ha fatto soffrire e arrabbiare. Cristiano è sicuramente un volto noto a Trani, uno di quei «bravi» ragazzi, una di quelle persone che conosci anche se non c'hai mai parlato. Nessuna grande impresa. Una vita semplice e unica.
Figlio esclusivo di sua madre, che ha perso quando aveva vent'anni rimanendo solo come come quegli alberi recisi improvvisamente nel pieno della loro vita. Mi racconta che non ha avuto una vita semplice sin dalla sua infanzia, trascorsa nella casa famiglia della Chiesa della Madonna di Fatima. Sa di avere una padre e anche una sorella, con cui non ha alcun legame e che poco si curano di lui e io ho pensato che si possa definire moralmente un figlio unico. Cristiano ha vissuto una vita tormentata e spesso faticosa, sa come si vive senza una casa, sa com'è dormire nelle stazioni o nelle macchine aperte da conoscenti per stare al caldo.
Adesso pare sia un buon periodo perchè ha ripreso a lavorare presso il centro Polisportiva Ponte Lama dove vive peraltro. Ma non è un lavoro vero e la sua casa non è una casa vera e propria. Eppure quando gli chiedo se sta al caldo mi risponde che sotto tre coperte sta caldissimo e che può arrivare tutto il freddo del mondo ma che sta bene. Ha avuto un unico grande amore, finito e si commuove quando lo racconta perchè come tutte le storie d'amore che finiscono ti lasciano un dolore immenso e profondo. Lui definisce questo il momento più duro della sua vita e io lo guardo un pò stordita, perchè mi chiedo come si possa addolorarsi per la fine di un amore se la vita ti ha tolto tutto o forse non ti ha mai dato niente. Me lo spiega lui con tanto garbo che mi lascia senza parole.
Sa di aver fatto spesso scelte sbagliate, sa di aver avuto una vita sofferta ma lui rigrazia: ringrazia la Caritas cittadina dove pranza, ringrazia le signore che ancora oggi a quarant'anni quando lo vedono si scansano e tirano da parte la borsetta per paura di essere scippate, sorride di chi lo offende e di chi si gira ignorandolo, ringrazia ogni amico che ogni giorno lo chiama, ringrazia tutti quelli che gli rivolgono un saluto su facebook ed orgoglioso dice che il suo video d'auguri è arrivato a Milano. Mi piace sapere che in un mondo in cui non esiste più la voglia di dire grazie e in cui spesso tutto ci pare dovuto ci sia ancora un uomo capace di dire grazie alla vita per quell'unico dono che lo rende felice, i suoi amici.
Me lo ripete, più volte e si commuove. Si commuove come un ragazzino ed io non posso far altro che sentirmi in difetto, perchè quando sei solo e quando la vita non ti ha dato grosse gioie è facile lasciarsi andare al dolore e spesso pensare di chiudersi è la cosa più facile e invece lui no, dice che è felice, che ha i suoi amici che non lo lasciano mai e che perchè tutto sia perfetto gli manca solo un lavoro, umile ma che gli permetta di affittare una casa. La casa io non posso garantirla, ma parlare di lui sono certa che gli scalderà il cuore. Il cuore grande di un ragazzo, per dirla come avrebbe detto Virzì.
Figlio esclusivo di sua madre, che ha perso quando aveva vent'anni rimanendo solo come come quegli alberi recisi improvvisamente nel pieno della loro vita. Mi racconta che non ha avuto una vita semplice sin dalla sua infanzia, trascorsa nella casa famiglia della Chiesa della Madonna di Fatima. Sa di avere una padre e anche una sorella, con cui non ha alcun legame e che poco si curano di lui e io ho pensato che si possa definire moralmente un figlio unico. Cristiano ha vissuto una vita tormentata e spesso faticosa, sa come si vive senza una casa, sa com'è dormire nelle stazioni o nelle macchine aperte da conoscenti per stare al caldo.
Adesso pare sia un buon periodo perchè ha ripreso a lavorare presso il centro Polisportiva Ponte Lama dove vive peraltro. Ma non è un lavoro vero e la sua casa non è una casa vera e propria. Eppure quando gli chiedo se sta al caldo mi risponde che sotto tre coperte sta caldissimo e che può arrivare tutto il freddo del mondo ma che sta bene. Ha avuto un unico grande amore, finito e si commuove quando lo racconta perchè come tutte le storie d'amore che finiscono ti lasciano un dolore immenso e profondo. Lui definisce questo il momento più duro della sua vita e io lo guardo un pò stordita, perchè mi chiedo come si possa addolorarsi per la fine di un amore se la vita ti ha tolto tutto o forse non ti ha mai dato niente. Me lo spiega lui con tanto garbo che mi lascia senza parole.
Sa di aver fatto spesso scelte sbagliate, sa di aver avuto una vita sofferta ma lui rigrazia: ringrazia la Caritas cittadina dove pranza, ringrazia le signore che ancora oggi a quarant'anni quando lo vedono si scansano e tirano da parte la borsetta per paura di essere scippate, sorride di chi lo offende e di chi si gira ignorandolo, ringrazia ogni amico che ogni giorno lo chiama, ringrazia tutti quelli che gli rivolgono un saluto su facebook ed orgoglioso dice che il suo video d'auguri è arrivato a Milano. Mi piace sapere che in un mondo in cui non esiste più la voglia di dire grazie e in cui spesso tutto ci pare dovuto ci sia ancora un uomo capace di dire grazie alla vita per quell'unico dono che lo rende felice, i suoi amici.
Me lo ripete, più volte e si commuove. Si commuove come un ragazzino ed io non posso far altro che sentirmi in difetto, perchè quando sei solo e quando la vita non ti ha dato grosse gioie è facile lasciarsi andare al dolore e spesso pensare di chiudersi è la cosa più facile e invece lui no, dice che è felice, che ha i suoi amici che non lo lasciano mai e che perchè tutto sia perfetto gli manca solo un lavoro, umile ma che gli permetta di affittare una casa. La casa io non posso garantirla, ma parlare di lui sono certa che gli scalderà il cuore. Il cuore grande di un ragazzo, per dirla come avrebbe detto Virzì.