Le Pagelle
Dal bunga bunga dialettico al Pinuccio pestapiccione
Le pagelle di Giovanni Ronco
sabato 30 ottobre 2010
Tony D'Ambrosio, voto 5: eccone un altro che subito dopo la mancata elezione alle provinciali si è completamente eclissato. Certo ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma ci mancano sinceramente le sue trovate di marketing politico, l'elogio permanente della follia di erasmiana memoria, attraverso le sue elucubrazioni, i suoi slanci verso il futurismo socio – politico – letterario. Deve tornare. Tornerà. Ora che tornano le arance, poi, a maggior ragione deve farlo. Alla macchia, (purtroppo).
De Simone – Di Lernia, voto 7-: ma che spreco di energie e di risorse! Due personaggi così che lottano "solo" per Villa Guastamacchia (causa comunque valida: sono con chi vuole salvaguardare il verde, ergo con la Raffaella); questa è gente meritevole di ben'altre piazze: roba da fare gli opinionisti a "Pomeriggio sul due" o a "L'Arena" di Giletti, sui massimi avvenimenti nazionali. Ma avete letto che grinta, che scudisciate secche, che risposta ma soprattutto che botta, che bunga bunga dialettico. Nemmeno io e Cripezzi eravamo riusciti ad offrire un prodotto tanto divertente, quando d'estate, annoiato dal tedium vitae derivante dalla calura, decisi di divertirmi un po' col mio caro lettore, del quale, in verità, rispetto sempre le opinioni, anche quando sono, quasi sempre, avverse. Insomma il bunga tra i due è stato divertente, ma non c'era bisogno di mettere su una specie di lunga favola da lupo e agnello, basandosi sulle rivendicazioni del passato, per prevalere l'uno sull'altro. Insomma si beccano un sette (meno) che poteva essere anche un otto, ma, ripeto, l'alveo tranese è troppo stretto per questi due protagonisti altmaniani. Il riferimento scaramantico di Peppino a suon di toccate e grattate è davvero accademico. Una volta la vivace Raffaella discettava col sottoscritto su Voltaire (ricordi che bello?); oggi deve misurarsi con le strizzatine di testicoli che si fa il buon Peppino. E' proprio vero che la politica, seppur divertente, spesso è rovina dei contenuti e delle forme. Mi hanno ricordato la Melato e Giannini, nel famoso film della Wertmuller. Travolti da un insolito destino nel grigio mare d'autunno.
Pinuccio Tarantini, voto 8: la frescura autunnale gli ha dato nuovo slancio dialettico, da noi fini dicitori apprezzato (anche se non tutti gradiscono, preferendo meno dialettica, più mutismo, e più provvedimenti amministrativi, più burocrazia). Per questo il sindaco parte con interventi a gamba tesa, degni del miglior Lucio, su quel bacchettone (nel senso fisico) di Emiliano. In effetti non sono riuscito a comprendere bene perché le chiavi della città di Bari vengano date a Fini ora, quando questi è da due anni e mezzo presidente della camera e da una vita ha legato il suo nome a Tatarella, pur con un drastico distacco ideologico da questo, negli ultimi tempi: vabbè che Pinuccio Tatarella voleva andare oltre il Polo, unendo e non disgregando, ma lui, il Fini, vuole mandarlo proprio a scatafascio, il Polo, oggi Pdl, il quale ci starebbe riuscendo anche da solo, senza la fronda finiana, visti gli ultimi sviluppi politici. Per cui, comunque, non capisco perché proprio ora Emiliano dia queste chiavi … Se poi noi ingenui non abbiamo capito che potrebbe essere un mero approccio elettorale, allora fate finta di non aver letto questo intervento. E Tarantini ha fatto bene a fare "l'antipatico" della situazione. Pestapiccione.
Invasione di via San Giorgio, presso chiesetta, voto 4: pur credendo che sia momentanea, giusto il tempo, che potrebbe essere anche lungo, di risistemare piazza Quercia, l'occupazione davanti alla chiesetta dell'Assunta è troppo invasiva per una città d'arte come Trani. Non abbiamo fatto in tempo a sostenere questa tesi della città d'arte, per l'appunto, che subito si è fatto strada questo moto d'occupazione, mi auguro avvallata da un regolare permesso … A parziale difesa degli attuali gestori del locale in questione, vorrei ricordare che comunque nelle scorse estati a pochi centimetri dalla stessa chiesetta campeggiavano, con un altro esercizio commerciale, schiere di tavolini con tovagliato western o in stile trattoria de Trastevere, tipo quelle tenute dal papà di "Pierino" Alvaro Vitali, con tanto di lavagnetta nera che inneggiava alla pizzebirraebruschetta a 5 euro. Allora nessuno fece una piega. Comunque in fallo.
Assessore Di Savino, voto 6: tempo fa lo accostai ad una specie di tabellone elettronico umano che segnalava l'inizio e la fine dei lavori pubblici, di rifacimento o adeguamento per i vari interventi sulla città. In effetti fui un po' troppo spietato. A parte che i tabelloni, tipo quello che in piazza dà le notizie più importanti del Paese, mentre ti logori nel traffico cittadino, mi piacciono, devo dire che l'assessore Di Savino ricopre uno dei ruoli più rischiosi, rispetto ai suoi colleghi, davanti alla città. Più annunci inizio di lavori, più rischi lo sberleffo dei concittadini, nel caso in cui quelli, i lavori, come quasi sempre avviene, non rispettino la loro fine naturale. Più fai e meno sogni, parafrasando Fabri Fibra; è sempre a rischio d'accusa d'essere un quaquaraquà di sciasciana memoria, poiché la faccia la mette lui, in effetti, sull'annuncio, anche se poi i lavori non termineranno per altre cause indipendenti dall' operato dell'occhialuto assessore. Diamogli dunque questa attenuante e teniamogli caldo un 8 per quando apparirà in tv per annunciare la fine dei vari interventi avviati ultimamente. Capretto espiatorio.
Mercato in piazza Madre Teresa, voto 5: (dalle massaie, soprattutto anziane); Ancora una volta c'è un conflitto d'interessi, una dissociazione latente, tra la mia idea di sgombero del centro storico da tutto ciò che non ha a che fare col bello e con l'arte e le esigenze di alcuni cittadini. Continua infatti l'operazione di decentramento dei mercati popolari verso la lontana zona di via Superga. Il sottoscritto può pure approvare, d'accordo, ma come la mettiamo con le "gastimate" di vecchietti/e, massaie obese con problemi di arrossamento infracosciale per il troppo cammino, poiché sprovviste di auto, signori con problemi prostatici che dovranno pisciare (un urologo mi diceva che si deve usare proprio questo termine) di nascosto dietro uno dei pochi alberi rimasti, come successo per la drammatica esperienza del mercato del martedì, portato da quelle parti senza un robusto apporto di sovrastrutture? Le buste della spesa pesano, gli anni passano ed il mercato, unica "distrazione" (è vero) per molti cittadini poco abbienti, diventa una chimera. Dissociato.
Situazione Franzoni, voto 4: basta con queste Montagne russe sulle quali si fanno scendere e salire gli operai protagonisti d'un tira e molla infinito, giocato anche sulla pelle e sull'umiliazione delle loro famiglie. Si smetta di illuderli un mese sì ed un mese no. Piuttosto si concluda in modo definitivo per altre soluzioni, come quella d'impiegarli nella raccolta differenziata, che unirebbe l'utile degli operai, con quello della città. Pirandelliani.
Concorsi alla Bat, voto 5: non oso immaginare cosa penseranno di questa vicenda alcuni nostri lettori che in modo serio e circostanziato intervengono sul forum su questioni riguardanti i rapporti tra mondo del lavoro e politica. Penso al signor Di Gennaro, ad esempio. Poi non bisogna lamentarsi o dire che il popolo è demagogico o qualunquista. Se lo vanno proprio a cercare. L'aggettivo stavolta, per la gioia dei lettori, lo lascio a voi. In pasto al forum.
Domenico Mastrulli, voto 7: Sono anni che osservo quest'uomo e noto con dispiacere che molte delle sue denunce sui mali delle Case Circondariali tranesi, non se le fila quasi nessuno, al di là della notizia o del servizietto televisivo dato il giorno stesso della pubblicazione del comunicato o di una qualche denuncia. Sono anni che non si fa un'inchiesta giornalistica seria e dettagliata sullo stato delle carceri, pure per dire: "Ma vediamo, verifichiamo se Mastrulli è un visionario o uno che predica nel deserto, un mitomane o uno che, con l'impegno da sindacalista, dimostra un impegno civile vero per il miglioramento della vita e delle strutture degli enti in questione. A livello nazionale sappiamo della dichiarata invivibilità delle carceri, ma a Trani perché le denunce dell'unico che ne parla, hanno così poco seguito tra l'opinione pubblica? Mea culpa mediatico.
De Simone – Di Lernia, voto 7-: ma che spreco di energie e di risorse! Due personaggi così che lottano "solo" per Villa Guastamacchia (causa comunque valida: sono con chi vuole salvaguardare il verde, ergo con la Raffaella); questa è gente meritevole di ben'altre piazze: roba da fare gli opinionisti a "Pomeriggio sul due" o a "L'Arena" di Giletti, sui massimi avvenimenti nazionali. Ma avete letto che grinta, che scudisciate secche, che risposta ma soprattutto che botta, che bunga bunga dialettico. Nemmeno io e Cripezzi eravamo riusciti ad offrire un prodotto tanto divertente, quando d'estate, annoiato dal tedium vitae derivante dalla calura, decisi di divertirmi un po' col mio caro lettore, del quale, in verità, rispetto sempre le opinioni, anche quando sono, quasi sempre, avverse. Insomma il bunga tra i due è stato divertente, ma non c'era bisogno di mettere su una specie di lunga favola da lupo e agnello, basandosi sulle rivendicazioni del passato, per prevalere l'uno sull'altro. Insomma si beccano un sette (meno) che poteva essere anche un otto, ma, ripeto, l'alveo tranese è troppo stretto per questi due protagonisti altmaniani. Il riferimento scaramantico di Peppino a suon di toccate e grattate è davvero accademico. Una volta la vivace Raffaella discettava col sottoscritto su Voltaire (ricordi che bello?); oggi deve misurarsi con le strizzatine di testicoli che si fa il buon Peppino. E' proprio vero che la politica, seppur divertente, spesso è rovina dei contenuti e delle forme. Mi hanno ricordato la Melato e Giannini, nel famoso film della Wertmuller. Travolti da un insolito destino nel grigio mare d'autunno.
Pinuccio Tarantini, voto 8: la frescura autunnale gli ha dato nuovo slancio dialettico, da noi fini dicitori apprezzato (anche se non tutti gradiscono, preferendo meno dialettica, più mutismo, e più provvedimenti amministrativi, più burocrazia). Per questo il sindaco parte con interventi a gamba tesa, degni del miglior Lucio, su quel bacchettone (nel senso fisico) di Emiliano. In effetti non sono riuscito a comprendere bene perché le chiavi della città di Bari vengano date a Fini ora, quando questi è da due anni e mezzo presidente della camera e da una vita ha legato il suo nome a Tatarella, pur con un drastico distacco ideologico da questo, negli ultimi tempi: vabbè che Pinuccio Tatarella voleva andare oltre il Polo, unendo e non disgregando, ma lui, il Fini, vuole mandarlo proprio a scatafascio, il Polo, oggi Pdl, il quale ci starebbe riuscendo anche da solo, senza la fronda finiana, visti gli ultimi sviluppi politici. Per cui, comunque, non capisco perché proprio ora Emiliano dia queste chiavi … Se poi noi ingenui non abbiamo capito che potrebbe essere un mero approccio elettorale, allora fate finta di non aver letto questo intervento. E Tarantini ha fatto bene a fare "l'antipatico" della situazione. Pestapiccione.
Invasione di via San Giorgio, presso chiesetta, voto 4: pur credendo che sia momentanea, giusto il tempo, che potrebbe essere anche lungo, di risistemare piazza Quercia, l'occupazione davanti alla chiesetta dell'Assunta è troppo invasiva per una città d'arte come Trani. Non abbiamo fatto in tempo a sostenere questa tesi della città d'arte, per l'appunto, che subito si è fatto strada questo moto d'occupazione, mi auguro avvallata da un regolare permesso … A parziale difesa degli attuali gestori del locale in questione, vorrei ricordare che comunque nelle scorse estati a pochi centimetri dalla stessa chiesetta campeggiavano, con un altro esercizio commerciale, schiere di tavolini con tovagliato western o in stile trattoria de Trastevere, tipo quelle tenute dal papà di "Pierino" Alvaro Vitali, con tanto di lavagnetta nera che inneggiava alla pizzebirraebruschetta a 5 euro. Allora nessuno fece una piega. Comunque in fallo.
Assessore Di Savino, voto 6: tempo fa lo accostai ad una specie di tabellone elettronico umano che segnalava l'inizio e la fine dei lavori pubblici, di rifacimento o adeguamento per i vari interventi sulla città. In effetti fui un po' troppo spietato. A parte che i tabelloni, tipo quello che in piazza dà le notizie più importanti del Paese, mentre ti logori nel traffico cittadino, mi piacciono, devo dire che l'assessore Di Savino ricopre uno dei ruoli più rischiosi, rispetto ai suoi colleghi, davanti alla città. Più annunci inizio di lavori, più rischi lo sberleffo dei concittadini, nel caso in cui quelli, i lavori, come quasi sempre avviene, non rispettino la loro fine naturale. Più fai e meno sogni, parafrasando Fabri Fibra; è sempre a rischio d'accusa d'essere un quaquaraquà di sciasciana memoria, poiché la faccia la mette lui, in effetti, sull'annuncio, anche se poi i lavori non termineranno per altre cause indipendenti dall' operato dell'occhialuto assessore. Diamogli dunque questa attenuante e teniamogli caldo un 8 per quando apparirà in tv per annunciare la fine dei vari interventi avviati ultimamente. Capretto espiatorio.
Mercato in piazza Madre Teresa, voto 5: (dalle massaie, soprattutto anziane); Ancora una volta c'è un conflitto d'interessi, una dissociazione latente, tra la mia idea di sgombero del centro storico da tutto ciò che non ha a che fare col bello e con l'arte e le esigenze di alcuni cittadini. Continua infatti l'operazione di decentramento dei mercati popolari verso la lontana zona di via Superga. Il sottoscritto può pure approvare, d'accordo, ma come la mettiamo con le "gastimate" di vecchietti/e, massaie obese con problemi di arrossamento infracosciale per il troppo cammino, poiché sprovviste di auto, signori con problemi prostatici che dovranno pisciare (un urologo mi diceva che si deve usare proprio questo termine) di nascosto dietro uno dei pochi alberi rimasti, come successo per la drammatica esperienza del mercato del martedì, portato da quelle parti senza un robusto apporto di sovrastrutture? Le buste della spesa pesano, gli anni passano ed il mercato, unica "distrazione" (è vero) per molti cittadini poco abbienti, diventa una chimera. Dissociato.
Situazione Franzoni, voto 4: basta con queste Montagne russe sulle quali si fanno scendere e salire gli operai protagonisti d'un tira e molla infinito, giocato anche sulla pelle e sull'umiliazione delle loro famiglie. Si smetta di illuderli un mese sì ed un mese no. Piuttosto si concluda in modo definitivo per altre soluzioni, come quella d'impiegarli nella raccolta differenziata, che unirebbe l'utile degli operai, con quello della città. Pirandelliani.
Concorsi alla Bat, voto 5: non oso immaginare cosa penseranno di questa vicenda alcuni nostri lettori che in modo serio e circostanziato intervengono sul forum su questioni riguardanti i rapporti tra mondo del lavoro e politica. Penso al signor Di Gennaro, ad esempio. Poi non bisogna lamentarsi o dire che il popolo è demagogico o qualunquista. Se lo vanno proprio a cercare. L'aggettivo stavolta, per la gioia dei lettori, lo lascio a voi. In pasto al forum.
Domenico Mastrulli, voto 7: Sono anni che osservo quest'uomo e noto con dispiacere che molte delle sue denunce sui mali delle Case Circondariali tranesi, non se le fila quasi nessuno, al di là della notizia o del servizietto televisivo dato il giorno stesso della pubblicazione del comunicato o di una qualche denuncia. Sono anni che non si fa un'inchiesta giornalistica seria e dettagliata sullo stato delle carceri, pure per dire: "Ma vediamo, verifichiamo se Mastrulli è un visionario o uno che predica nel deserto, un mitomane o uno che, con l'impegno da sindacalista, dimostra un impegno civile vero per il miglioramento della vita e delle strutture degli enti in questione. A livello nazionale sappiamo della dichiarata invivibilità delle carceri, ma a Trani perché le denunce dell'unico che ne parla, hanno così poco seguito tra l'opinione pubblica? Mea culpa mediatico.