Le Pagelle
Ugo, nessuno e centomila
Le pagelle di Giovanni Ronco
sabato 26 marzo 2011
Nico Aurora, direttore Giornale di Trani, voto 6: con tutta la confusione che regna a sinistra in un'intervista al curiale Carcano, si permette pure di chiedere: «Auspicherebbe l'allargamento per le primarie anche ad altri candidati?». Per restare in clima risorgimentale, sarebbe il caso di dire che «Garibaldi sopra a quelli mise (potrebbe mettere) gli altri». Certo Nico Pionati Aurora (ribadisco l'impressionante somiglianza) fa il suo mestiere, ponendo domande, ma vi sembra che a sinistra auspichino un ciambotto ancora più grande di quello che si va profilando o che già è in atto? Ir-Responsabile.
Insulti ai giornalisti, voto 4: ci sono supporter di partito che si travestono da lettori, da opinione pubblica e vanno sui forum a prendersela con le redazioni giornalistiche, usando la parola comunista o fascista, come fossero comuni insulti, del tipo, «Bastardo», per dirla alla Anna Tatangelo, o «figlio di Ruby», tanto per dirne una, o «strunz», per dirla alla Leone di Lernia. Ma perché non se la prendono coi quattro papponi (nel senso che mangiano molta pappa) di partito, che trattano la politica come un personale gioco del Monopoli o come una bisca d'affari? Miopi.
Comunicati stampa a macchinetta, voto 4: in settimana c'è stato un caso clamoroso: uscito al mattino un comunicato stampa dell'Italia dei Valori di Trani, che accennava una flebile lode nei confronti del governo di Pinuccio T., pur facendo seguire critiche, comunque soft, dopo la gragnola d'insulti, critiche e accuse d'inciucino, piovuta nei forum (ormai sono parte integrante del dibattito politico), lo stesso partito si affrettava in serata ad uscire con un altro comunicato riparatore, in cui si riprendeva il tono mordente dei giorni precedenti, con tutto il consueto repertorio di sprangate verso il governo locale e nazionale. Nell'era del web, questo non si può nemmeno più chiamare populismo, ma proprio politica telecomandata col mouse dal popolo. Può diventare un vanto (voce dei cittadini riportata in diretta) o un difetto grave (demagogia degenerata a partiti tenuti a bacchetta dalle onde del popolo e del destino, tramite forum). Ci si dovrebbe fare una tesi di laurea! Un populismo di livello aureo, una nuova categoria, che come in un reality o in un gioco di ruolo, stimola gli atti e le mosse di un partito, che si esprime in comunicati stampa, tramite l'umore e la reazione della folla virtuale, anche nel giro di 24 ore. T'amo, pio popolo.
Piazzale parcheggio stazione di Trani, voto 3: l'opera maxima, aborrita da quasi tutti i tranesi, anzi direi da tutti, tranne da chi l'ha concepita, non poteva accontentarsi di quattro lamentele di cittadini e giornalisti, come avvenuto in passato. Doveva conoscere una giusta rovesciata celebrazione, nell'atto finale e supremo che sancisce e legittima , a parte la statua di San Francesco, a livello istituzionale e popolare, il rifiuto maximo, verso la sua strutturazione: nessuno ha risposto all'invito del Comune per la richiesta di concessione del parcheggio. Il Rifiuto in questo senso non è solo di carattere burocratico: è un Rifiuto con la R maiuscola, universale, ed è figlio di una serie di anelli arrugginiti, che hanno avvolto il locus: l'abbattimento delle palme, la creazione di un Non Luogo, l'anonimia dello stesso, la nomea truce di cui si è ammantato, a causa dell'incuria di chi avrebbe dovuto valorizzarlo: ricettacolo di tipi loschi e zoccole di varia schiatta, come denunciato un paio di settimane fa da Raimondo Lima (voto 7 per la tempistica). Come meravigliarsi se tutti si guarderebbero bene dal sistemarci la propria auto? Insulto.
Giustina Buonomo, voto 6: dopo l'exploit nel film di Zalone avremmo voluto darle un 8, ma poi ci siamo chiesti: ma perché una che avrebbe potuto essere un'ottima attrice, si è accontentata di assumere quel perenne ruolo, da caratterista, da macchietta, della suorina petulante, della nonna rincoglionita (nella finzione, si capisce), della zia buona che ti regala sempre le caramelle e copre le marachelle? Di questo peccato è colpevole anche il contesto culturale e teatrale in cui viviamo (Marco Pilone me lo confermerà), che premia solo la performance minimal, la barzelletta vivente e quasi mai, salvo rarissime eccezioni, l'impegno di un attore che si cimenta col teatro vero. Anche la tv è colpevole: essa ha bruciato, come già dissi per Fusco, con quelle patetiche fiction al provolone e barzellette al salame, gente che avrebbe potuto dare molto di più. Risorsa sprecata.
Destino PdL, voto 5: vorrei evitare d'infierire, tornando sull'ultima nota di Pinuccio T. sul futuro del PdL. Vorrei solo aggiungere una cosa: le idee del nostro sindaco sul partito da rifondare sono meravigliose. C'è solo un particolare: che non si potranno realizzare finché a capo dello stesso ci sarà il Caimano. Quindi non per ora. Nebuloso.
Pinuccio T., Ematologo voto 8: per motivi extrapolitici diamo un bel voto allo stesso Pinuccio che dall'1 aprile assumerà il ruolo di facente funzione di primario nel reparto di ematologia a Trani. Soddisfazione professionale che potrebbe costituire un segnale perché in futuro si dedichi più al lavoro di medico, rispetto a quello di politico? Non è una cattiveria ma un sincero auspicio, visto l'ambientino prospettato e che si prospetta nell'agorà tranese e italiana. Premonizione.
Ugo Operamolla, voto 6, con riserva: rispolvero la dicitura «con riserva», usata una volta, a scuola, quando il giudizio restava sospeso, perché la situazione di cui è, finora, silente protagonista, sta diventando più che interlocutoria, davvero pirandelliana. E dinanzi al silenzio dell'interessato, ogni pronunciamento diventa rischioso. Allora: c'è un gruppetto di persone a sinistra che lo sponsorizza senza nominarlo, come punta di diamante della società civile (primo aspetto pirandelliano); intanto la maggior parte dei partiti di sinistra si sta organizzando per le primarie, che l'interessato sembrerebbe non gradire. Nel frattempo viene fuori la voce che lo stesso appoggerebbe un altro personaggio della società civile, qualora decidesse di non candidarsi lui (un altro avvocato, guarda caso: ma è un'inflazione). Ma perché il Nostro non convoca una bella conferenza stampa per chiarire il tutto e magari candidarsi anch'egli alle primarie? Lo so che è ritenuto un fuori quota, in tutti i sensi, ma non è colpa nostra se ha deciso di avere a che fare con una coalizione che ha le primarie come modus vivendi, come costume, come habitus (ho finito il vocabolario). Insomma se uno esce con la Litizzetto sa che la serata prenderà una certa piega, rispetto ad un'uscita con Raffealla Fico. Ognuno, come dicevano gli Umanisti (dovrebbe) essere artefice del proprio destino. Uno nessuno e centomila.
Giovanni Ronco, voto 5: potrei anche autoassolvermi, poiché su 200 Chiaro e Tondo mi sono reso protagonista di due soli refusi. Quindi la media è abbastanza buona. L'ultimo è stato proprio nel numero 200, forse per l'emozione, come si diceva dopo una scivolata a scuola. Nel parlare del soggetto della lapide di via Ognissanti, ho scambiato Vincenzo Vischi, che stavo citando come primo deputato tranese nel Parlamento italiano del 1861, per Emilio Covelli, altro grande personaggio di cui, per riparare, presto mi occuperò. Chiedo scusa ai lettori e soprattutto a Michele Ladogana, che come detto, fece riparare quella lapide a sue spese. La vicinanza di palazzo Vischi mi ha tratto in inganno e confuso, nella foga della scrittura. Il naso spaccato era di Covelli e non di Vischi. La sostanza di quel pezzo, dedicato all'importanza e al rispetto della memoria culturale di Trani non cambia, ma la forma si era macchiata di un involontario quanto disagevole svarione. Mea culpa.
Insulti ai giornalisti, voto 4: ci sono supporter di partito che si travestono da lettori, da opinione pubblica e vanno sui forum a prendersela con le redazioni giornalistiche, usando la parola comunista o fascista, come fossero comuni insulti, del tipo, «Bastardo», per dirla alla Anna Tatangelo, o «figlio di Ruby», tanto per dirne una, o «strunz», per dirla alla Leone di Lernia. Ma perché non se la prendono coi quattro papponi (nel senso che mangiano molta pappa) di partito, che trattano la politica come un personale gioco del Monopoli o come una bisca d'affari? Miopi.
Comunicati stampa a macchinetta, voto 4: in settimana c'è stato un caso clamoroso: uscito al mattino un comunicato stampa dell'Italia dei Valori di Trani, che accennava una flebile lode nei confronti del governo di Pinuccio T., pur facendo seguire critiche, comunque soft, dopo la gragnola d'insulti, critiche e accuse d'inciucino, piovuta nei forum (ormai sono parte integrante del dibattito politico), lo stesso partito si affrettava in serata ad uscire con un altro comunicato riparatore, in cui si riprendeva il tono mordente dei giorni precedenti, con tutto il consueto repertorio di sprangate verso il governo locale e nazionale. Nell'era del web, questo non si può nemmeno più chiamare populismo, ma proprio politica telecomandata col mouse dal popolo. Può diventare un vanto (voce dei cittadini riportata in diretta) o un difetto grave (demagogia degenerata a partiti tenuti a bacchetta dalle onde del popolo e del destino, tramite forum). Ci si dovrebbe fare una tesi di laurea! Un populismo di livello aureo, una nuova categoria, che come in un reality o in un gioco di ruolo, stimola gli atti e le mosse di un partito, che si esprime in comunicati stampa, tramite l'umore e la reazione della folla virtuale, anche nel giro di 24 ore. T'amo, pio popolo.
Piazzale parcheggio stazione di Trani, voto 3: l'opera maxima, aborrita da quasi tutti i tranesi, anzi direi da tutti, tranne da chi l'ha concepita, non poteva accontentarsi di quattro lamentele di cittadini e giornalisti, come avvenuto in passato. Doveva conoscere una giusta rovesciata celebrazione, nell'atto finale e supremo che sancisce e legittima , a parte la statua di San Francesco, a livello istituzionale e popolare, il rifiuto maximo, verso la sua strutturazione: nessuno ha risposto all'invito del Comune per la richiesta di concessione del parcheggio. Il Rifiuto in questo senso non è solo di carattere burocratico: è un Rifiuto con la R maiuscola, universale, ed è figlio di una serie di anelli arrugginiti, che hanno avvolto il locus: l'abbattimento delle palme, la creazione di un Non Luogo, l'anonimia dello stesso, la nomea truce di cui si è ammantato, a causa dell'incuria di chi avrebbe dovuto valorizzarlo: ricettacolo di tipi loschi e zoccole di varia schiatta, come denunciato un paio di settimane fa da Raimondo Lima (voto 7 per la tempistica). Come meravigliarsi se tutti si guarderebbero bene dal sistemarci la propria auto? Insulto.
Giustina Buonomo, voto 6: dopo l'exploit nel film di Zalone avremmo voluto darle un 8, ma poi ci siamo chiesti: ma perché una che avrebbe potuto essere un'ottima attrice, si è accontentata di assumere quel perenne ruolo, da caratterista, da macchietta, della suorina petulante, della nonna rincoglionita (nella finzione, si capisce), della zia buona che ti regala sempre le caramelle e copre le marachelle? Di questo peccato è colpevole anche il contesto culturale e teatrale in cui viviamo (Marco Pilone me lo confermerà), che premia solo la performance minimal, la barzelletta vivente e quasi mai, salvo rarissime eccezioni, l'impegno di un attore che si cimenta col teatro vero. Anche la tv è colpevole: essa ha bruciato, come già dissi per Fusco, con quelle patetiche fiction al provolone e barzellette al salame, gente che avrebbe potuto dare molto di più. Risorsa sprecata.
Destino PdL, voto 5: vorrei evitare d'infierire, tornando sull'ultima nota di Pinuccio T. sul futuro del PdL. Vorrei solo aggiungere una cosa: le idee del nostro sindaco sul partito da rifondare sono meravigliose. C'è solo un particolare: che non si potranno realizzare finché a capo dello stesso ci sarà il Caimano. Quindi non per ora. Nebuloso.
Pinuccio T., Ematologo voto 8: per motivi extrapolitici diamo un bel voto allo stesso Pinuccio che dall'1 aprile assumerà il ruolo di facente funzione di primario nel reparto di ematologia a Trani. Soddisfazione professionale che potrebbe costituire un segnale perché in futuro si dedichi più al lavoro di medico, rispetto a quello di politico? Non è una cattiveria ma un sincero auspicio, visto l'ambientino prospettato e che si prospetta nell'agorà tranese e italiana. Premonizione.
Ugo Operamolla, voto 6, con riserva: rispolvero la dicitura «con riserva», usata una volta, a scuola, quando il giudizio restava sospeso, perché la situazione di cui è, finora, silente protagonista, sta diventando più che interlocutoria, davvero pirandelliana. E dinanzi al silenzio dell'interessato, ogni pronunciamento diventa rischioso. Allora: c'è un gruppetto di persone a sinistra che lo sponsorizza senza nominarlo, come punta di diamante della società civile (primo aspetto pirandelliano); intanto la maggior parte dei partiti di sinistra si sta organizzando per le primarie, che l'interessato sembrerebbe non gradire. Nel frattempo viene fuori la voce che lo stesso appoggerebbe un altro personaggio della società civile, qualora decidesse di non candidarsi lui (un altro avvocato, guarda caso: ma è un'inflazione). Ma perché il Nostro non convoca una bella conferenza stampa per chiarire il tutto e magari candidarsi anch'egli alle primarie? Lo so che è ritenuto un fuori quota, in tutti i sensi, ma non è colpa nostra se ha deciso di avere a che fare con una coalizione che ha le primarie come modus vivendi, come costume, come habitus (ho finito il vocabolario). Insomma se uno esce con la Litizzetto sa che la serata prenderà una certa piega, rispetto ad un'uscita con Raffealla Fico. Ognuno, come dicevano gli Umanisti (dovrebbe) essere artefice del proprio destino. Uno nessuno e centomila.
Giovanni Ronco, voto 5: potrei anche autoassolvermi, poiché su 200 Chiaro e Tondo mi sono reso protagonista di due soli refusi. Quindi la media è abbastanza buona. L'ultimo è stato proprio nel numero 200, forse per l'emozione, come si diceva dopo una scivolata a scuola. Nel parlare del soggetto della lapide di via Ognissanti, ho scambiato Vincenzo Vischi, che stavo citando come primo deputato tranese nel Parlamento italiano del 1861, per Emilio Covelli, altro grande personaggio di cui, per riparare, presto mi occuperò. Chiedo scusa ai lettori e soprattutto a Michele Ladogana, che come detto, fece riparare quella lapide a sue spese. La vicinanza di palazzo Vischi mi ha tratto in inganno e confuso, nella foga della scrittura. Il naso spaccato era di Covelli e non di Vischi. La sostanza di quel pezzo, dedicato all'importanza e al rispetto della memoria culturale di Trani non cambia, ma la forma si era macchiata di un involontario quanto disagevole svarione. Mea culpa.