Mazza e panella
C’è di nuovo un buco nel governo “Riserbottaro”
Mazza e panella #30, di Giovanni Ronco
martedì 28 marzo 2017
Mi ricordo qualche anno fa questo termine del "buco" di bilancio che aveva animato dibattiti e cronache cittadine, politiche, culturali. L'entità del buco, la larghezza del buco, il responsabile del buco. Ricordo che per quasi tutta la durata del governo Riserbato era stato un leit motiv. Poi anche il primo anno di Bottaro era stato caratterizzato da questa lamentela circa il buco lasciato scoperto. In questa comunanza di discussione sul buco ho pensato fosse bene creare nel titolo questo neologismo comprensibile solo dai tranesi, che magari potranno pure divertirsi a trovare altre analogie tra questi due governi (il primo di due anni e mezzo, il secondo di quasi due anni) che hanno guidato la nostra città.
Ora voci di Palazzo ci fanno sapere che tra la previsione riguardante le possibili entrate nel bilancio comunale e le effettive entrate, ci dovrebbe essere una discrepanza molto ampia, un divario largo che porterebbe ad un nuovo "buco", appunto, su cui discettare per molto tempo, magari fino alla fine dell'avventura dell'attuale governo, che sinceramente sta mostrando una debolezza congenita (squadra debole, spesso e volentieri inesistente) e competenze (mai slogan fu più mal riuscito "giunta delle competenze" , ma amplierei il concetto di mancato approccio con la competenza, non mi limiterei agli assessori) che in molti frangenti non abbiamo visto ma solo immaginato.
L'immaginazione "leopardiana" – la cultura è sempre consolatoria in questi casi - però stavolta non basta nemmeno a farci deconcentrare da alcuni aspetti che, al di là delle previsioni errate, delle mancate risorse sfruttate e dalle occasioni perse da questa amministrazione, sono dati oggettivi che pesano come macigni. In questi mesi e anni di governo quanti soldi il Comune di Trani non è riuscito ad incassare? Pensiamo alle occupazioni di suolo pubblico, ai totem ai manifesti. E gli spettacoli inutili? Chi controlla? Già un paio di anni fa un impiegato comunale ci confidava che in molti casi sui manifesti non entrava un euro. Perché? Al di là dei bilanci di previsione ed effettivi, una differenza che sarà non più formale ma sostanziale, da quanto ci spiegano fonti di Palazzo, perché un governo d'una città come Trani non si è adoperato perché tutte quelle entrate divenissero reali, negli anni? Perché non si è riusciti ad avviare i parcometri? Nell'ultima riunione di maggioranza alcuni consiglieri avrebbero lamentato l'ennesima poca condivisione del Sindaco sui punti salienti del Bilancio, di cui fino a ieri, secondo quanto ci confidava un consigliere del PD, non c'è contezza effettiva e particolareggiata da parte di chi dovrà votarlo. Il Comune prenderà una diffida per il ritardo nella presentazione dello stesso? Un bilancio comunque che potrebbe portare a misure da "lacrime e sangue" con taglio netto dei servizi di base per la città, in quanto si profilerebbe quel famoso "buco" tra quanto preventivato e quanto ci sarà da incassare.
A questo punto, mentre in passato era stato il Sindaco spesso e volentieri a sbandierare la minaccia delle dimissioni e del "tutti a casa", stavolta sembra che alcuni stessi consiglieri della maggioranza abbiano fatto capire ad Amen Deo che, dinanzi ad una prospettiva di governo non solo imballato, ma anche a forte rischio "impopolarità" a causa dei provvedimenti da prendere in fatto di rinunce, sarebbero loro stessi a voler mandare a casa il sindaco. Qualcuno nei giorni scorsi si stava già dando da fare per arrivare al numero congruo per ghigliottinare l'amministrazione. Anche perché ripresentarsi a nuove elezioni con un consenso completamente dilapidato e credibilità zero davanti ai pacchetti di elettori, non andrebbe proprio a nessuno. Per quanto si possa salvare il salvabile dopo un'esperienza governativa tanto negativa. Amet e Amiu sarebbero solo due dei totem di questa disfatta. I mancati incassi, il corredo funerario finale per un'esperienza giunta già al capolinea.
Ora voci di Palazzo ci fanno sapere che tra la previsione riguardante le possibili entrate nel bilancio comunale e le effettive entrate, ci dovrebbe essere una discrepanza molto ampia, un divario largo che porterebbe ad un nuovo "buco", appunto, su cui discettare per molto tempo, magari fino alla fine dell'avventura dell'attuale governo, che sinceramente sta mostrando una debolezza congenita (squadra debole, spesso e volentieri inesistente) e competenze (mai slogan fu più mal riuscito "giunta delle competenze" , ma amplierei il concetto di mancato approccio con la competenza, non mi limiterei agli assessori) che in molti frangenti non abbiamo visto ma solo immaginato.
L'immaginazione "leopardiana" – la cultura è sempre consolatoria in questi casi - però stavolta non basta nemmeno a farci deconcentrare da alcuni aspetti che, al di là delle previsioni errate, delle mancate risorse sfruttate e dalle occasioni perse da questa amministrazione, sono dati oggettivi che pesano come macigni. In questi mesi e anni di governo quanti soldi il Comune di Trani non è riuscito ad incassare? Pensiamo alle occupazioni di suolo pubblico, ai totem ai manifesti. E gli spettacoli inutili? Chi controlla? Già un paio di anni fa un impiegato comunale ci confidava che in molti casi sui manifesti non entrava un euro. Perché? Al di là dei bilanci di previsione ed effettivi, una differenza che sarà non più formale ma sostanziale, da quanto ci spiegano fonti di Palazzo, perché un governo d'una città come Trani non si è adoperato perché tutte quelle entrate divenissero reali, negli anni? Perché non si è riusciti ad avviare i parcometri? Nell'ultima riunione di maggioranza alcuni consiglieri avrebbero lamentato l'ennesima poca condivisione del Sindaco sui punti salienti del Bilancio, di cui fino a ieri, secondo quanto ci confidava un consigliere del PD, non c'è contezza effettiva e particolareggiata da parte di chi dovrà votarlo. Il Comune prenderà una diffida per il ritardo nella presentazione dello stesso? Un bilancio comunque che potrebbe portare a misure da "lacrime e sangue" con taglio netto dei servizi di base per la città, in quanto si profilerebbe quel famoso "buco" tra quanto preventivato e quanto ci sarà da incassare.
A questo punto, mentre in passato era stato il Sindaco spesso e volentieri a sbandierare la minaccia delle dimissioni e del "tutti a casa", stavolta sembra che alcuni stessi consiglieri della maggioranza abbiano fatto capire ad Amen Deo che, dinanzi ad una prospettiva di governo non solo imballato, ma anche a forte rischio "impopolarità" a causa dei provvedimenti da prendere in fatto di rinunce, sarebbero loro stessi a voler mandare a casa il sindaco. Qualcuno nei giorni scorsi si stava già dando da fare per arrivare al numero congruo per ghigliottinare l'amministrazione. Anche perché ripresentarsi a nuove elezioni con un consenso completamente dilapidato e credibilità zero davanti ai pacchetti di elettori, non andrebbe proprio a nessuno. Per quanto si possa salvare il salvabile dopo un'esperienza governativa tanto negativa. Amet e Amiu sarebbero solo due dei totem di questa disfatta. I mancati incassi, il corredo funerario finale per un'esperienza giunta già al capolinea.