Mazza e panella
Cari tranesi, cosa lascerete in eredità ai vostri figli?
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 14 agosto 2018
Credo di poter dire che in un modo o nell'altro questo articolo ferragostano di oggi è strettamente collegato a quello di ieri.
Negli ultimi tempi si fa spesso riferimento, nelle dispute politiche, al passato. L'allusione è spesso semplificativa perché chi parla si riferisce ad un unico elemento: l'amministrazione o le amministrazioni precedenti. Il confronto viene impostato per giustificare le mancanze dei governi precedenti, che ricadono inevitabilmente sugli atti di quello presente. Un alibi in alcuni casi pertinente e fondato, in altri no. Inutile dire che quel confronto artatamente impostato, manda in bestia i governanti che c'erano prima.
Noi però in questa occasione vorremmo fare riferimento ad un Passato non legato ad un tempo di mero governo da parte di un gruppo dirigente, ma fatto di grandi uomini politici, intellettuali e comunque assimilabili al mondo del lavoro. Cento, duecento anni fa c'è stata una Trani d'onore. Non fraintendete. Un onore conquistato sul campo della vita politica, professionale, morale. Cosa abbiamo fatto noi tranesi contemporanei per meritare un'eredità con la quale possiamo ( potremmo) vivere di rendita?
Tutto quello che abbiamo di buono lo dobbiamo ai nostri predecessori illustri che ci hanno "anticipato" di uno, due, tre secoli. Urbanistica, monumenti, Palazzi, Tribunale e tante altre meritevoli componenti della nostra Trani, sono arrivate da quell' illustre Passato. Noi contemporanei, a differenza dei nostri antenati, cosa lasceremo in eredità ai nostri figli, nipoti, posteri in generale? Cosa stiamo facendo per costruire una degna eredità? Il vuoto sul quale stiamo vivacchiando oggi sarà una piattaforma di ghiaccio sottile che si romperà ai primi passi di quei nostri successori? Anche oggi vi pongo un interrogativo sul quale riflettere.
Negli ultimi tempi si fa spesso riferimento, nelle dispute politiche, al passato. L'allusione è spesso semplificativa perché chi parla si riferisce ad un unico elemento: l'amministrazione o le amministrazioni precedenti. Il confronto viene impostato per giustificare le mancanze dei governi precedenti, che ricadono inevitabilmente sugli atti di quello presente. Un alibi in alcuni casi pertinente e fondato, in altri no. Inutile dire che quel confronto artatamente impostato, manda in bestia i governanti che c'erano prima.
Noi però in questa occasione vorremmo fare riferimento ad un Passato non legato ad un tempo di mero governo da parte di un gruppo dirigente, ma fatto di grandi uomini politici, intellettuali e comunque assimilabili al mondo del lavoro. Cento, duecento anni fa c'è stata una Trani d'onore. Non fraintendete. Un onore conquistato sul campo della vita politica, professionale, morale. Cosa abbiamo fatto noi tranesi contemporanei per meritare un'eredità con la quale possiamo ( potremmo) vivere di rendita?
Tutto quello che abbiamo di buono lo dobbiamo ai nostri predecessori illustri che ci hanno "anticipato" di uno, due, tre secoli. Urbanistica, monumenti, Palazzi, Tribunale e tante altre meritevoli componenti della nostra Trani, sono arrivate da quell' illustre Passato. Noi contemporanei, a differenza dei nostri antenati, cosa lasceremo in eredità ai nostri figli, nipoti, posteri in generale? Cosa stiamo facendo per costruire una degna eredità? Il vuoto sul quale stiamo vivacchiando oggi sarà una piattaforma di ghiaccio sottile che si romperà ai primi passi di quei nostri successori? Anche oggi vi pongo un interrogativo sul quale riflettere.