Mazza e panella
Convenzioni urbanistiche a Trani: é tempo di annullarle
Quando politica ed edilizia non sostengono l'economia. Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 23 ottobre 2018
8.55
Il mercato immobiliare a Trani ha sempre presentato un "tracciato" molto irregolare. Dalle stelle alle stalle e viceversa, più volte, su e giù. Sappiamo bene quanto incida il movimento del settore edile e di conseguenza quello immobiliare su tutta l'economia della città. Si ricordano i tempi di un mercato "drogato" con prezzi molto al di sopra delle quotazioni reali. Poi venne la crisi e l'effetto palude assali' anche il settore edilizio ed immobiliare. C'è però, nel panorama di riferimento, un segmento a parte. Una dimensione che, partita con l'intento dell' "agevolazione", specie nei confronti dei costruttori, a distanza di anni sta portando effettive difficoltà e contraddizioni alla collettività.
Ci riferiamo ai casi, segnalati da più cittadini, di quelle convenzioni urbanistiche tra Comune di Trani e determinati costruttori, che portano in seno la "serpe" di una clausola, per cui, dopo un certo numero di anni dalla costruzione, prevedono una vera e propria svalutazione di quelle case (ci segnalano circa 40 mila euro, per una casa che ha come valore reale 120 mila). Chi vuole ora rivendere quelle case si ritrova bloccato e comunque " danneggiato", rispetto a quello che avrebbe potuto incassare. In vero e proprio smacco insomma per tanti cittadini.Anche a causa di queste situazioni il mercato e l'economia locali risulterebbero, ascoltando gli addetti ai lavori, bloccati e rallentati. Ci risulta che in molte altre città del nord barese, le amministrazioni hanno provveduto a far "decadere" quelle convenzioni. Cosa aspetta il governo tranese a procedere nello stesso modo? Anche perché favorendo questo stallo il Comune rinuncia ad in bel po' d'introiti.
Per non parlare delle agevolazioni fiscali firmate sempre dal Comune di Trani con alcune imprese edilizie che, avuto permesso a costruire e agevolazione annessa, si sono impegnate a "restituire" in termini di opere per la collettività, quei soldi risparmiati grazie alla stessa agevolazione concessa. Un esempio pratico fu portato, grazie ad una nostra inchiesta, a proposito di un'impresa che , ce lo segnalò un nostro lettore, si era impegnata, previa agevolazione fiscale , a realizzare una pista ciclabile. Atto mai realizzato.
Gli accordi tra edilizia e politica, non sempre portano benefici alla collettività.
Ci riferiamo ai casi, segnalati da più cittadini, di quelle convenzioni urbanistiche tra Comune di Trani e determinati costruttori, che portano in seno la "serpe" di una clausola, per cui, dopo un certo numero di anni dalla costruzione, prevedono una vera e propria svalutazione di quelle case (ci segnalano circa 40 mila euro, per una casa che ha come valore reale 120 mila). Chi vuole ora rivendere quelle case si ritrova bloccato e comunque " danneggiato", rispetto a quello che avrebbe potuto incassare. In vero e proprio smacco insomma per tanti cittadini.Anche a causa di queste situazioni il mercato e l'economia locali risulterebbero, ascoltando gli addetti ai lavori, bloccati e rallentati. Ci risulta che in molte altre città del nord barese, le amministrazioni hanno provveduto a far "decadere" quelle convenzioni. Cosa aspetta il governo tranese a procedere nello stesso modo? Anche perché favorendo questo stallo il Comune rinuncia ad in bel po' d'introiti.
Per non parlare delle agevolazioni fiscali firmate sempre dal Comune di Trani con alcune imprese edilizie che, avuto permesso a costruire e agevolazione annessa, si sono impegnate a "restituire" in termini di opere per la collettività, quei soldi risparmiati grazie alla stessa agevolazione concessa. Un esempio pratico fu portato, grazie ad una nostra inchiesta, a proposito di un'impresa che , ce lo segnalò un nostro lettore, si era impegnata, previa agevolazione fiscale , a realizzare una pista ciclabile. Atto mai realizzato.
Gli accordi tra edilizia e politica, non sempre portano benefici alla collettività.