Mazza e panella
Discarica, la discesa agli inferi di Amedeo (e della classe politica)
MAZZA E PANELLA di Giovanni Ronco
martedì 27 febbraio 2018
6.54
In tutta Italia si cerca di stanare i politici, fargliela pagare votando 5 Stelle, si cercano scheletri nell'armadio per far saltare ogni banco, ogni conventicola, per dirla come Sergio Castellitto nel film "Caterina va in città". Qui a Trani, un po' la natura, un po' la nostra stessa storia fatta di miopia nella gestione dei rifiuti (le discariche son rimaste solo nelle zone più arretrare del Paese e d'Europa) stanno facendo in modo che vi sia uno strumento diretto per "stritolare" i politici, torturandoli piano, con uno stillicidio di eventi che parte dai primi anni Duemila ed arriva fino ad oggi: la discarica.
Mala gestio, tempi infiniti, contorsioni burocratiche, licenziamenti e assunzioni ad alto rischio, mancati ricavi dal business dei rifiuti di cui almeno la città avrebbe potuto beneficiare, incapacità di dare una vera svolta nella gestione dei rifiuti, chiudendo il tempo delle discariche a tutto rischio: percolato, poca sorveglianza, problemi tecnici, scherzi della natura, aderenza con un terreno calcareo, quindi pronto ad assorbire di tutto di più. Per tutto questo la discarica è evocativa d'una legge di contrappasso: accettata e supportata dalle varie classi politiche della nostra città, quando invece avrebbe dovuto essere cancellata per forme alternative vere e radicali (rifiuti zero su tutte), in questi anni, si è rivoltata contro le stesse classi politiche. Ha prodotto infatti inchieste, tensioni, effetti sulla vita quotidiana e liti in famiglia ("mi manda tuo cognato" e tutto quello che ne discese), spaccature nelle coalizioni di governo.
Ha purtroppo forse colpito anche gli inermi cittadini che quelle classi politiche avevano votato: ma molti esperti, interrogati sulla questione nel rapporto salute / tumori in diffusione, continuano a risponderci che mai sarà possibile accertare che la presenza e/o gli effetti negativi di questa discarica sono legati ai problemi di salute dei cittadini che, secondo loro, possono ammalarsi per le più svariate motivazioni: inquinamento, fumo, stress, vita sregolata, abusi di alcool o sostanze stupefacenti. Ogni volta la solita risposta da medici ed esperti. Il registro dei tumori non è mai arrivato dunque alla meta d'una conclusione certa. E' stato orpello, optional, mossa "tanto per"?
E allora la discarica, come la Storia, si "vendica" della politica che l'ha gestita e la sta gestendo. La figura del sindaco che scende nel cuore della stessa con l'affanno e si mostra meticoloso nello scegliere i termini migliori nel parlare, dando dettagli e chiedendo fiducia ai cittadini, ha il sapore dei personaggi della classicità, che scendevano agli inferi per espiare una colpa, ritrovare un soggetto caro (in questo caso la fiducia dei cittadini) o purificarsi. Ecco, la discesa in discarica di Bottaro è evocativa di una classe politica che paga le colpe (anche quelle delle passate stagioni) mettendo letteralmente i piedi nella merda, scendendo nel luogo che rappresenta l'Infimo per eccellenza.
Al di là dei video che girano in questi giorni, il problema non è il rigagnolo di percolato, fuori o dentro dal vaso. Il problema è a monte. Nelle scelte sbagliate delle politiche della gestione dei rifiuti. Detto che il percolato non dovrebbe scendere, da quanto mi ha spiegato un addetto ai lavori, non dovrebbe scendere dalla montagnetta con l'impermeabile, ma dovrebbe essere aspirato a monte e senza vaschetta, torniamo a dire che, se le classi politiche non avessero insistito con la discarica come elemento di ricognizione di tutto lo smaltimento (tra l'altro abbiamo raccolto in passato rifiuti da svariati comuni di Puglia, ricordo ancora le ordinanze di papà Vendola, senza profitti adeguati) non saremmo a questo punto. Ora non saremmo al punto di passare le giornate chiamando il Var per questo e quell'altro video. Non saremmo a fare scampagnate continue a bordo discarica (ci sarebbe piaciuto fare qualche articolo da bordo piscina – non dovevamo avere una piscina comunale?)-. Non saremmo sotto la neve a fare conferenze stampa per dire che è tutto sotto controllo. L'unica cosa che vogliamo avere sotto controllo e commentare e di cui informare i cittadini è "Tutta la bonifica minuto per minuto". Questo c'interessa, come cittadini. Null'altro.
Mala gestio, tempi infiniti, contorsioni burocratiche, licenziamenti e assunzioni ad alto rischio, mancati ricavi dal business dei rifiuti di cui almeno la città avrebbe potuto beneficiare, incapacità di dare una vera svolta nella gestione dei rifiuti, chiudendo il tempo delle discariche a tutto rischio: percolato, poca sorveglianza, problemi tecnici, scherzi della natura, aderenza con un terreno calcareo, quindi pronto ad assorbire di tutto di più. Per tutto questo la discarica è evocativa d'una legge di contrappasso: accettata e supportata dalle varie classi politiche della nostra città, quando invece avrebbe dovuto essere cancellata per forme alternative vere e radicali (rifiuti zero su tutte), in questi anni, si è rivoltata contro le stesse classi politiche. Ha prodotto infatti inchieste, tensioni, effetti sulla vita quotidiana e liti in famiglia ("mi manda tuo cognato" e tutto quello che ne discese), spaccature nelle coalizioni di governo.
Ha purtroppo forse colpito anche gli inermi cittadini che quelle classi politiche avevano votato: ma molti esperti, interrogati sulla questione nel rapporto salute / tumori in diffusione, continuano a risponderci che mai sarà possibile accertare che la presenza e/o gli effetti negativi di questa discarica sono legati ai problemi di salute dei cittadini che, secondo loro, possono ammalarsi per le più svariate motivazioni: inquinamento, fumo, stress, vita sregolata, abusi di alcool o sostanze stupefacenti. Ogni volta la solita risposta da medici ed esperti. Il registro dei tumori non è mai arrivato dunque alla meta d'una conclusione certa. E' stato orpello, optional, mossa "tanto per"?
E allora la discarica, come la Storia, si "vendica" della politica che l'ha gestita e la sta gestendo. La figura del sindaco che scende nel cuore della stessa con l'affanno e si mostra meticoloso nello scegliere i termini migliori nel parlare, dando dettagli e chiedendo fiducia ai cittadini, ha il sapore dei personaggi della classicità, che scendevano agli inferi per espiare una colpa, ritrovare un soggetto caro (in questo caso la fiducia dei cittadini) o purificarsi. Ecco, la discesa in discarica di Bottaro è evocativa di una classe politica che paga le colpe (anche quelle delle passate stagioni) mettendo letteralmente i piedi nella merda, scendendo nel luogo che rappresenta l'Infimo per eccellenza.
Al di là dei video che girano in questi giorni, il problema non è il rigagnolo di percolato, fuori o dentro dal vaso. Il problema è a monte. Nelle scelte sbagliate delle politiche della gestione dei rifiuti. Detto che il percolato non dovrebbe scendere, da quanto mi ha spiegato un addetto ai lavori, non dovrebbe scendere dalla montagnetta con l'impermeabile, ma dovrebbe essere aspirato a monte e senza vaschetta, torniamo a dire che, se le classi politiche non avessero insistito con la discarica come elemento di ricognizione di tutto lo smaltimento (tra l'altro abbiamo raccolto in passato rifiuti da svariati comuni di Puglia, ricordo ancora le ordinanze di papà Vendola, senza profitti adeguati) non saremmo a questo punto. Ora non saremmo al punto di passare le giornate chiamando il Var per questo e quell'altro video. Non saremmo a fare scampagnate continue a bordo discarica (ci sarebbe piaciuto fare qualche articolo da bordo piscina – non dovevamo avere una piscina comunale?)-. Non saremmo sotto la neve a fare conferenze stampa per dire che è tutto sotto controllo. L'unica cosa che vogliamo avere sotto controllo e commentare e di cui informare i cittadini è "Tutta la bonifica minuto per minuto". Questo c'interessa, come cittadini. Null'altro.