Mazza e panella
"Edizione straordinaria", un Pd in versione Kamasutra
Mazza e panella, appuntamento dedicato alle dimissioni ritirate da Amoruso
venerdì 21 ottobre 2016
11.19
Alla fine, con pacche sulle spalle virtuali e richieste di ritornare al senso di responsabilità, soprattutto in vista del referendum, la maggioranza degli iscritti e dei consiglieri del PD, ha convinto Nicola Amoruso a ritirare le dimissioni, precedentemente annunciate attraverso la lettura d'una lettera strappalacrime. Sinceramente la scusa dell'approssimarsi del referendum per cui sarebbe necessario tenersi Amoruso mi sembra una supercazzola che non sta né in cielo né in terra; ma perché se c'è l'attuale segretario la gente sarà spronata a votare sì, ci sarà un ricompattamento di tutti in vista dell'appuntamento del 4 dicembre? Già me li vedo quelli del PD, fuori dalle scuole il giorno del referendum che rassicurano le vecchiette: "Tranquilla signò, c'è Nicola Amoruso come segretario del PD, è tutto ok". E quelle: "Ma c' xxxx iè stu Nicolamoruss'"?.
Vecchiette a parte, la riunione in cui si è chiesto di ritirare le dimissioni al segretario "dolens", è servita a più d'uno per rimarcare il cambio di rotta che il partito dovrebbe avere prima nei confronti del sindaco, poi nei confronti della città. Il malessere c'è e si vede. In sostanza si è chiesto al segretario di restare il sella per gestire per davvero e con credibilità ed autorevolezza a nome di tutto il PD, il "potere contrattuale" di quest'ultimo. (La capa è sempre quella, gira e volta: per potere contrattuale si dovrebbe intendere la capacità del partito di imporre dei nomi di nuovi assessori al sindaco e non il contrario; potere contrattuale che dovrebbe derivare in ogni caso dal peso e dalla credibilità offerta sul campo da parte dei consiglieri, che in questo dovrebbero mostrare il loro maggiore peso specifico, sia rispetto al resto degli iscritti, ma anche, aggiungiamo noi, rispetto probabilmente agli altri componenti della maggioranza, perché il PD resta, in fin dei conti, il partito di maggioranza relativa).
Chi alza la mano in consiglio, tutti compatti e senza quelle distonie che hanno portato NA a dimettersi, deve assumere un nuovo senso di responsabilità ed uno spirito di squadra. La riunione è anche servita per richiamare il partito ad assumere una maggiore attenzione nel rapporto con la quotidianità dei cittadini e con le loro istanze; è servita a chiedere maggiore attenzione da parte dei vertici perché indicassero una linea ben definita de seguire nei confronti dei consiglieri, senza che questi, senza indicazioni, debbano inventarsela di volta in volta. Insomma tra la declamazione alla Dario Fo delle dimissioni, fino alla richiesta del ritiro delle stesse, si è forse inconsciamente e giustamente compiuto quell'esame di coscienza che avevamo più volte, da queste colonne, invocato.
Certo, pur non mancando gli oppositori al ritiro delle dimissioni ("si rischia d'indebolire ancor di più la leadreship del segratario" o "dopo che sulla stampa hanno sputtanato le dimissioni ora che figura si fa annunciandone il ritiro?" - giusto (nda) - alla fine il Nik Kamasutra ha assunto la nuova posizione: sessantanovescamente parlando (come lo volti e come lo giri te lo ritrovi), si è girato favorevolmente, per la gioia di chi, attraverso lui, mantiene lo status quo ed il potere all'interno del partito; nel frattempo si può tornare con la forza dei numeri a "contrattare" col sindaco. "Il sindaco non è stupido e sa che ha bisogno dei numeri", frase chiave di tutto il conversare per dire sostanzialmente che se Bottaro non fa quello che dice il PD, lo si fa cadere di sedere per terra.
E certo che con la poca ciccia che AB si ritrova, rischia di farsi molto male. Insomma alla fine Kamasutra accetta di ritirarle se si firma un documento in cui si accetta di seguire compatti sempre tutti la linea e la disciplina di partito, pena l'espulsione certa dallo stesso. E stavolta non si scherza. Ma se cominciano a cacciarli, poi in quanti ne resteranno tra un tre quattro mesi? Che si mettono a fare espulsioni in stile 5 Stelle? Alla fine resta una frase inquietante dal sen fuggita dopo tutti i buoni propositi per governare la città e ripartire di slancio con Amoruso in sella e con nuovo potere contrattuale e con tutta la squadra compatta e con Bottaro che potrà, dovrà scegliere gli assessori fra iscritti veraci al PD, non fra nomi di gente lontana anni luce dallo stesso e che oggi si ritrova a fare l'assessore per grazia ricevuta e per i buoni uffici d'un singolo e non d'un intero partito, situazione che NA avrebbe avuto la "colpa" di avallare. La frase che il bambino davanti al re nudo pronuncerebbe è questa: "Ma se non si è in grado di governare un partito, come si fa a governare una città?" Domanda delle 69 pistole. A Nicola Kamasutra Amoruso l'ardua risposta, a nome dei suoi prodi cavalieri.
Vecchiette a parte, la riunione in cui si è chiesto di ritirare le dimissioni al segretario "dolens", è servita a più d'uno per rimarcare il cambio di rotta che il partito dovrebbe avere prima nei confronti del sindaco, poi nei confronti della città. Il malessere c'è e si vede. In sostanza si è chiesto al segretario di restare il sella per gestire per davvero e con credibilità ed autorevolezza a nome di tutto il PD, il "potere contrattuale" di quest'ultimo. (La capa è sempre quella, gira e volta: per potere contrattuale si dovrebbe intendere la capacità del partito di imporre dei nomi di nuovi assessori al sindaco e non il contrario; potere contrattuale che dovrebbe derivare in ogni caso dal peso e dalla credibilità offerta sul campo da parte dei consiglieri, che in questo dovrebbero mostrare il loro maggiore peso specifico, sia rispetto al resto degli iscritti, ma anche, aggiungiamo noi, rispetto probabilmente agli altri componenti della maggioranza, perché il PD resta, in fin dei conti, il partito di maggioranza relativa).
Chi alza la mano in consiglio, tutti compatti e senza quelle distonie che hanno portato NA a dimettersi, deve assumere un nuovo senso di responsabilità ed uno spirito di squadra. La riunione è anche servita per richiamare il partito ad assumere una maggiore attenzione nel rapporto con la quotidianità dei cittadini e con le loro istanze; è servita a chiedere maggiore attenzione da parte dei vertici perché indicassero una linea ben definita de seguire nei confronti dei consiglieri, senza che questi, senza indicazioni, debbano inventarsela di volta in volta. Insomma tra la declamazione alla Dario Fo delle dimissioni, fino alla richiesta del ritiro delle stesse, si è forse inconsciamente e giustamente compiuto quell'esame di coscienza che avevamo più volte, da queste colonne, invocato.
Certo, pur non mancando gli oppositori al ritiro delle dimissioni ("si rischia d'indebolire ancor di più la leadreship del segratario" o "dopo che sulla stampa hanno sputtanato le dimissioni ora che figura si fa annunciandone il ritiro?" - giusto (nda) - alla fine il Nik Kamasutra ha assunto la nuova posizione: sessantanovescamente parlando (come lo volti e come lo giri te lo ritrovi), si è girato favorevolmente, per la gioia di chi, attraverso lui, mantiene lo status quo ed il potere all'interno del partito; nel frattempo si può tornare con la forza dei numeri a "contrattare" col sindaco. "Il sindaco non è stupido e sa che ha bisogno dei numeri", frase chiave di tutto il conversare per dire sostanzialmente che se Bottaro non fa quello che dice il PD, lo si fa cadere di sedere per terra.
E certo che con la poca ciccia che AB si ritrova, rischia di farsi molto male. Insomma alla fine Kamasutra accetta di ritirarle se si firma un documento in cui si accetta di seguire compatti sempre tutti la linea e la disciplina di partito, pena l'espulsione certa dallo stesso. E stavolta non si scherza. Ma se cominciano a cacciarli, poi in quanti ne resteranno tra un tre quattro mesi? Che si mettono a fare espulsioni in stile 5 Stelle? Alla fine resta una frase inquietante dal sen fuggita dopo tutti i buoni propositi per governare la città e ripartire di slancio con Amoruso in sella e con nuovo potere contrattuale e con tutta la squadra compatta e con Bottaro che potrà, dovrà scegliere gli assessori fra iscritti veraci al PD, non fra nomi di gente lontana anni luce dallo stesso e che oggi si ritrova a fare l'assessore per grazia ricevuta e per i buoni uffici d'un singolo e non d'un intero partito, situazione che NA avrebbe avuto la "colpa" di avallare. La frase che il bambino davanti al re nudo pronuncerebbe è questa: "Ma se non si è in grado di governare un partito, come si fa a governare una città?" Domanda delle 69 pistole. A Nicola Kamasutra Amoruso l'ardua risposta, a nome dei suoi prodi cavalieri.