Mazza e panella
I lupini della sinistra e lo sterco della destra
Mazza e panella, di Giovanni Ronco
martedì 27 dicembre 2016
L'ennesima frizione nel centro-destra porta una nuova conferenza stampa, quella riunita da Fabrizio Sotero, ultimo responsabile di Forza Italia legato all'albero di Natale e trombato senza pietà, con un' "accelerata", termine usato nei corridoi di Palazzo, a maggior ragione dopo l'avvicinamento di FS stesso ad area di destra non democristiana (non vogliono essere più chiamati "estremisti" come categoria storico – politica indicherebbe).
E proprio nella conferenza stampa di questo anomalo fine anno politico "Faber sfortunae suae" dovrebbe annunciare la nascita di un nuovo soggetto politico con dentro lui stesso ed il gruppo uscente da FI, più Antonio Loconte (si accosta quest'ultimo ad un nuovo agglomerato chiamato Cantiere Trani – che in tempi di neonate commissioni urbanistico - edilizie ci sta) e Noi con Salvini (l'attuale referente tranese è Gianni Biancofiore). L'ultima volta che fu riunita una conferenza stampa di questi tempi fu due anni fa quando Ferrante, Tommaso Laurora e Cognetti, dopo il day after giudiziario riserbatiano, si presentarono alla stampa (non ci ricordiamo nemmeno cosa dissero, ma apparvero come tre spiriti di Christmas Carol, per poi fortunatamente sparire, poi un paio sono tornati).
Intanto avevo già detto poi che per capire i nuovi posizionamenti nella baruffa dei cocci della destra tranese, sarebbe bastata una sbirciatina ai selfie o alle foto ricordo di Luca Volpe Montesano (finalmente infatti il vero Montesano è tornato in tv a "Tali e quali" e pure Luca – è tale e quale a quello dei selfie con Sotero), altro ex supporter di Fabrizio Stufato di Natale. Infatti nemmeno il tempo di scriverlo, ed ecco la foto del nostro eroe con il nuovo commissario Mangione (il nome è già da nuova fiction – dopo Montalbano, Manara e Rex, ora è pronto pure lui) e proprio con quel "priore-don-diacono-sagrestano" Pasquale De Toma col quale fino a ieri erano volati gli stracci, stando ai racconti degli iscritti.
Neanche le telefonate del Sommo Gasparri - addirittura - ("Fabrizio non fare colpi di testa, aspetta e prendi un po' di tempo) col panettone tra i denti e le lamentele con gli altri capoccia del partito di Sergio Silvestris, suo ex mentore e protettore politico ("Ragà mi avete fatto perdere un amico", si sarebbe sfogato il politico biscegliese) fermeranno lo stufato Fabrizio (anzi "stiffato") dalla sua decisione. Ora tutta questa narrazione, come direbbe il baby pensionato (e fortunato) Vendola, non mira all'apologia del giovane rappresentante della destra tranese, figlio d'arte (suo padre fu assessore con Tamborrino e presidente Amiu negli anni passati), ma vuole darvi una chiave di lettura molto precisa: il centro – destra tranese continua a parcellizzarsi e frastagliarsi, vomitandosi veleno e pugnalate alle spalle assortite (lo stesso Sotero ci delizia coi racconti dei "voltagabbana" che un minuto dopo il suo defenestramento, stavano già cercando di farsi nominare commissario al posto suo o lo scaricavano senza pietà, come la busta della monnezza il giorno dopo il cenone). Commedia all'italiana appunto, amara, cinepanettone d'accatto, baruffa "tranesotta" buona per il teatro goldoniano, fatto di servi sciocchi e servette astute, in stile Locandiera.
Intanto, il tridente Biasolo (Biancofiore, Sotero, Loconte), stando ai rumors, potrebbe poi comunque in chiave futura, presentare le tre liste con un proprio candidato sindaco – si parla di Domenico Tolomeo - un nome che magari Fabrizio avrebbe anche sponsorizzato nell'alveo di FI se non fosse tutto precipitato - ex presidente Amiu.
Non mi sembra che in ogni caso sia un singolo che distrugga il centro – destra, o che lo renda ancor più frastagliato e quindi ancor più pachidermico dal punto di vista politico, ma è tutta questa melassa da commediola scadente, tipo quelle che manda Telenorba dopo i tg della sera, a renderlo ancora poco credibile: i capricci ed i veti incrociati, le continue litanie per il ritorno da Pinuccio Tarantini quando quello ha già detto chiaro e tondo che sta bene a fare il medico e non vuole più inzaccherarsi con la politica (salvo appoggiare qualcuno dall'esterno, ma se finisce come con Florio mi sembra che i risultati siano da Inter ai tempi di Vampeta): i figli che non riescono ad "ammazzare" il padre e che quindi sono incapaci di crescere e ancora: le pizze al cacchio ed i sorrisini con aperitivo indigesto, le invidie personali e le prediche sulla coerenza rinnegata due minuti dopo. Quel moralismo da "tutti uniti si vince" che tre secondi dopo viene rinnegato tramite il primo colloquio utile con giornalista : "Quello è un povero coglione" – uno dei refrain più in voga tra i politici che parlano di colleghi di coalizione - o ancora: "Giovà stai attento a quello che mi sembra affetto da sindrome da sdoppiamento della personalità (sic – risate in sottofondo-). O ancora: "Io a Tizio gli voglio bene ma di politica non capisce un cazzo".
Tutto un luna park ed un godimento lento e a rilascio prolungato per il centro – sinistra, ma soprattutto per Amedeo venditore di lupini, che rischia davvero di vedere l'aurea mediocritas di oraziana memoria del suo governo, trasformata in "roba buona" , dinanzi allo scadente spettacolo di tale opposizione. Insomma, se lui vende lupini, quelli, al momento, vendono merda.
E proprio nella conferenza stampa di questo anomalo fine anno politico "Faber sfortunae suae" dovrebbe annunciare la nascita di un nuovo soggetto politico con dentro lui stesso ed il gruppo uscente da FI, più Antonio Loconte (si accosta quest'ultimo ad un nuovo agglomerato chiamato Cantiere Trani – che in tempi di neonate commissioni urbanistico - edilizie ci sta) e Noi con Salvini (l'attuale referente tranese è Gianni Biancofiore). L'ultima volta che fu riunita una conferenza stampa di questi tempi fu due anni fa quando Ferrante, Tommaso Laurora e Cognetti, dopo il day after giudiziario riserbatiano, si presentarono alla stampa (non ci ricordiamo nemmeno cosa dissero, ma apparvero come tre spiriti di Christmas Carol, per poi fortunatamente sparire, poi un paio sono tornati).
Intanto avevo già detto poi che per capire i nuovi posizionamenti nella baruffa dei cocci della destra tranese, sarebbe bastata una sbirciatina ai selfie o alle foto ricordo di Luca Volpe Montesano (finalmente infatti il vero Montesano è tornato in tv a "Tali e quali" e pure Luca – è tale e quale a quello dei selfie con Sotero), altro ex supporter di Fabrizio Stufato di Natale. Infatti nemmeno il tempo di scriverlo, ed ecco la foto del nostro eroe con il nuovo commissario Mangione (il nome è già da nuova fiction – dopo Montalbano, Manara e Rex, ora è pronto pure lui) e proprio con quel "priore-don-diacono-sagrestano" Pasquale De Toma col quale fino a ieri erano volati gli stracci, stando ai racconti degli iscritti.
Neanche le telefonate del Sommo Gasparri - addirittura - ("Fabrizio non fare colpi di testa, aspetta e prendi un po' di tempo) col panettone tra i denti e le lamentele con gli altri capoccia del partito di Sergio Silvestris, suo ex mentore e protettore politico ("Ragà mi avete fatto perdere un amico", si sarebbe sfogato il politico biscegliese) fermeranno lo stufato Fabrizio (anzi "stiffato") dalla sua decisione. Ora tutta questa narrazione, come direbbe il baby pensionato (e fortunato) Vendola, non mira all'apologia del giovane rappresentante della destra tranese, figlio d'arte (suo padre fu assessore con Tamborrino e presidente Amiu negli anni passati), ma vuole darvi una chiave di lettura molto precisa: il centro – destra tranese continua a parcellizzarsi e frastagliarsi, vomitandosi veleno e pugnalate alle spalle assortite (lo stesso Sotero ci delizia coi racconti dei "voltagabbana" che un minuto dopo il suo defenestramento, stavano già cercando di farsi nominare commissario al posto suo o lo scaricavano senza pietà, come la busta della monnezza il giorno dopo il cenone). Commedia all'italiana appunto, amara, cinepanettone d'accatto, baruffa "tranesotta" buona per il teatro goldoniano, fatto di servi sciocchi e servette astute, in stile Locandiera.
Intanto, il tridente Biasolo (Biancofiore, Sotero, Loconte), stando ai rumors, potrebbe poi comunque in chiave futura, presentare le tre liste con un proprio candidato sindaco – si parla di Domenico Tolomeo - un nome che magari Fabrizio avrebbe anche sponsorizzato nell'alveo di FI se non fosse tutto precipitato - ex presidente Amiu.
Non mi sembra che in ogni caso sia un singolo che distrugga il centro – destra, o che lo renda ancor più frastagliato e quindi ancor più pachidermico dal punto di vista politico, ma è tutta questa melassa da commediola scadente, tipo quelle che manda Telenorba dopo i tg della sera, a renderlo ancora poco credibile: i capricci ed i veti incrociati, le continue litanie per il ritorno da Pinuccio Tarantini quando quello ha già detto chiaro e tondo che sta bene a fare il medico e non vuole più inzaccherarsi con la politica (salvo appoggiare qualcuno dall'esterno, ma se finisce come con Florio mi sembra che i risultati siano da Inter ai tempi di Vampeta): i figli che non riescono ad "ammazzare" il padre e che quindi sono incapaci di crescere e ancora: le pizze al cacchio ed i sorrisini con aperitivo indigesto, le invidie personali e le prediche sulla coerenza rinnegata due minuti dopo. Quel moralismo da "tutti uniti si vince" che tre secondi dopo viene rinnegato tramite il primo colloquio utile con giornalista : "Quello è un povero coglione" – uno dei refrain più in voga tra i politici che parlano di colleghi di coalizione - o ancora: "Giovà stai attento a quello che mi sembra affetto da sindrome da sdoppiamento della personalità (sic – risate in sottofondo-). O ancora: "Io a Tizio gli voglio bene ma di politica non capisce un cazzo".
Tutto un luna park ed un godimento lento e a rilascio prolungato per il centro – sinistra, ma soprattutto per Amedeo venditore di lupini, che rischia davvero di vedere l'aurea mediocritas di oraziana memoria del suo governo, trasformata in "roba buona" , dinanzi allo scadente spettacolo di tale opposizione. Insomma, se lui vende lupini, quelli, al momento, vendono merda.