Mazza e panella
Inciviltà batte San Nicola 1 a 0
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 31 luglio 2018
Anche quest'anno ci siamo messi alle spalle una Festa Patronale che nulla toglie alla fase spirituale ed ha visto il grande impegno del nuovo Comitato organizzatore che è andato ad operare in un contesto sempre più difficile: tra caos e venditori abusivi ovunque, tra restrizioni finanziarie sempre più decise e poca collaborazione da parte dei cittadini sotto forma di offerte. La coestistenza tra venditori abusivi, fornelli adattati in tegami a loro volta immessi in cartoni,ai piedi di palazzo Soria ( si poteva attrezzare volendo uno spazio anche per le esigenze di questo tipo? Un angolo cottura a cielo aperto?).
Nella foto potete ammirare il tegame con cibo cotto ai piedi di un palazzo storico tra i più rinomati della nostra città. Seguo il fuoco pirotecnico dal Fortino, luogo della memoria degli antichi (sepolti ormai) fasti della Giunta delle competenze. Il fuoco è stato dignitoso e bisogna comunque rapportarlo con le ristrettezze economiche del momento. L'illuminazione purtroppo anche per questo è stata rabberciata. Limitata a corso Cavour e via Mario Pagano. Purtroppo non la si è fatta proseguire lungo il lato lungo di piazza della Repubblica, dando l'impressione ( lo diciamo ironicamente ma consapevoli che bisognava stringere la cinghia) che la festa fosse per San Rocco e per i Santi Medici. Finisce il dignitoso fuoco delle 23.30 ( puntualissimo quest' anno). Leggo di segnalazioni di locali di ristorazione che hanno dovuto rimuovere parte dei loro tavoli. Vedo altri locali sul mare che hanno tanto raddoppiato i propri tavoli, che magari ora avranno il permesso per costruire palafitte per continuare ad aggiungere tavoli e magari unire i due bracci del Porto... Come funziona? Fatemi capire.
La festa é rovinata dalla solita inciviltà: paghiamo regolarmente le tasse per la pulizia della Città e non ci si è degnati di lavare alcune delle piazze più centrali, almeno a San Nicola. Il pavimento di piazza Teatro é lastricato da macchie nere, unto e grasso colato ed asciugato: si vede dai rivoli neri seccati dal caldo che qui non si dà una ripulita da tempo. I cassonetti espolodono pure i giorni della festa patronale. Il tegame presso palazzo Soria bolle. La cena, pardon, la festa é servita. Per l'ennesima dimostrazione d'incivilta', disorganizzazione ( penuria di parcheggi ormai cronica e soliti disumani Suv parcheggiati agli angoli estremi degli incroci, senza lo straccio d'una sanzione), perdita d'identità di una tradizione che ormai é ridotta a bancarelle e struscio anonimo. Meno male che resta l'odore buono, penetrante ed imbattibile della frutta secca zuccherata. Ultima traccia sensoriale in mezzo alla sterminata pizzata a cielo aperto, con unico grande emblema rimasto: il tavolino. Unico elemento che si allarga all'interno di una Festa in cui tutto si è ristretto.
Nella foto potete ammirare il tegame con cibo cotto ai piedi di un palazzo storico tra i più rinomati della nostra città. Seguo il fuoco pirotecnico dal Fortino, luogo della memoria degli antichi (sepolti ormai) fasti della Giunta delle competenze. Il fuoco è stato dignitoso e bisogna comunque rapportarlo con le ristrettezze economiche del momento. L'illuminazione purtroppo anche per questo è stata rabberciata. Limitata a corso Cavour e via Mario Pagano. Purtroppo non la si è fatta proseguire lungo il lato lungo di piazza della Repubblica, dando l'impressione ( lo diciamo ironicamente ma consapevoli che bisognava stringere la cinghia) che la festa fosse per San Rocco e per i Santi Medici. Finisce il dignitoso fuoco delle 23.30 ( puntualissimo quest' anno). Leggo di segnalazioni di locali di ristorazione che hanno dovuto rimuovere parte dei loro tavoli. Vedo altri locali sul mare che hanno tanto raddoppiato i propri tavoli, che magari ora avranno il permesso per costruire palafitte per continuare ad aggiungere tavoli e magari unire i due bracci del Porto... Come funziona? Fatemi capire.
La festa é rovinata dalla solita inciviltà: paghiamo regolarmente le tasse per la pulizia della Città e non ci si è degnati di lavare alcune delle piazze più centrali, almeno a San Nicola. Il pavimento di piazza Teatro é lastricato da macchie nere, unto e grasso colato ed asciugato: si vede dai rivoli neri seccati dal caldo che qui non si dà una ripulita da tempo. I cassonetti espolodono pure i giorni della festa patronale. Il tegame presso palazzo Soria bolle. La cena, pardon, la festa é servita. Per l'ennesima dimostrazione d'incivilta', disorganizzazione ( penuria di parcheggi ormai cronica e soliti disumani Suv parcheggiati agli angoli estremi degli incroci, senza lo straccio d'una sanzione), perdita d'identità di una tradizione che ormai é ridotta a bancarelle e struscio anonimo. Meno male che resta l'odore buono, penetrante ed imbattibile della frutta secca zuccherata. Ultima traccia sensoriale in mezzo alla sterminata pizzata a cielo aperto, con unico grande emblema rimasto: il tavolino. Unico elemento che si allarga all'interno di una Festa in cui tutto si è ristretto.