Mazza e panella
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…
Il bilancio di due anni di amministrazione con il "peso" di tanti fattori non positivi
martedì 27 giugno 2017
0.26
Due anni sono un tempo ragionevolmente sufficiente per tracciare un primo bilancio di un'amministrazione comunale. Due sì. Uno no. No perché i Comuni sono ormai realtà "a perdere" e si basano su di un'impostazione burocratica e "di sistema" ai limiti dell'ingovernabilità. Ogni "guizzo", in generale, in realtà politico – burocratiche come queste, è demandato alla singola intraprendenza o ad un briciolo d' imprudenza ed incoscienza del singolo (sindaco o consigliere). In passato chi ha "osato" perchè quel "guizzo" diventasse realtà per la città o per i tranesi, ha pagato pegno, vedi Pinuccio Tarantini o Nicola Quinto. In un recente incontro pubblico, quest'ultimo fece presente che per aver "osato" investire soldi sulla Cultura (se ne parlava alla Scuola di Formazione del duo Loconte – Sotero) è stato indagato e sottoposto ad anni di agitazione e stress nell'affrontare inchieste e processi. Di qui ora la sua ritrosia, anche su nostro invito esplicito, a tornare nell'agone politico. Per la cronaca poi fu assolto.
Anche l'ex sindaco Tarantini in ogni occasione non dimentica di far notare che laddove ha "osato", è incappato in inchieste giudiziarie. Esponenti di spicco della passata amministrazione, quella con a capo Gigi Riserbato, anch'esso indagato, sono stati rinviati a giudizio per il prossimo 26 settembre. Quindi anche noi rinviamo e optiamo per una "sospensione" di giudizio legata all'opinione pubblica, all'indomani di quel passaggio. Non per mancanza di coraggio o perché "teniamo famiglia" come ha fatto notare in un recente post un altro degli indagati di quel gruppo dirigente, Antonello Ruggiero, ma perché pensiamo che ognuno debba fare la sua parte: quando hanno governato loro, il sottoscritto ha fatto il suo dovere esercitando un legittimo ed obiettivo "spirito critico", intorno all'azione politico – amministrativa di quel gruppo. Poi un pool giudiziario, non un gruppo di giornalisti, ha ritenuto opportuno aprire un'indagine su quell'amministrazione e credo che ora sia giusto aspettare il termine di questo singolo passaggio per riprendere a valutare o a "scavare" anche giornalisticamente parlando, su quell'esperienza amministrativa troncata di fatto il 20 dicembre 2014. Il sottoscritto ha famiglia in effetti, ma non si sottrae mai al suo dovere, lo sapete.
Se a questa difficile dimensione politico- giudiziaria aggiungiamo che ogni amministrazione deve "sopportare" l' "incivile", dal punto di vista istituzionale, "peso", che vale un carico da 90, di consiglieri e affini pronti a tutto e ad ogni pressione pur di ottenere poltrone o favori, la declinazione di un governo cittadino affonda nella rozzezza e nell'istinto primordiale, ora per davvero, del "tengo famiglia", dell'ululato tribale del clan che reclama il suo pezzo di territorio. Ed un sindaco, come avvenuto anche con l'attuale, ma i predecessori non hanno fatto eccezione, per "toglierseli dalle palle" e procedere con un minimo di quiete, si fa per dire (perché la fame si ridesta spesso) è costretto ad accontentarli.
Finisce dunque che, al netto di tutta questa zavorra, che assale sia la presente che le vecchie amministrazioni, se vogliamo selezionare con obiettività almeno alcune voci iniziali del capitolo "bilancio Bottaro in due anni", potremmo dire che sotto il segno "meno" ci sono alcune scelte sbagliate in caselle chiave per il governo, in particolare nella configurazione di profili assessorili molto deludenti: in prima pagina c'è questo forte gap tra ciò che poteva essere e ciò che effettivamente è stato alla voce "Demanio": un assessore che è stato selezionato, come Raffaella Bologna, appositamente dall'alveo "Regione" per ottemperare a determinate esigenze, vedi Piano delle coste, ha lasciato il quadro degli interventi sostanzialmente in bianco. Forse, azzardiamo, uno come Gianni Capone, già "rotto" ad esperienze di natura amministrativa comunale, avrebbe fatto di più. Tra le voci positive nei primi capitoli del bilancio Bottaro nei primi due anni c'è sicuramente la capacità d'intercettare finanziamenti, in tempo relativamente breve, per circa 18 milioni di euro con la possibilità di "rivoltare" in stile calzino ("fusse ca fusse la volta bbona", diceva Nino Manfredi), zone chiave della vita cittadina: 3 milioni per lungomare e costa urbana, circa 7 milioni per quartiere sant'Angelo e via Andria ed un milione per palazzo Beltrani ed i soldi per Palazzo Carcano a corredo di questa "rassegna" positiva. Tra le priorità resta da risolvere il nodo ambiental con contestuale avvio di una raccolta differenziata hard, filmino domestico con Rocco Di Gergorio, nelle vesti, sarebbe ora di cazzuto protagonista. Fino ad ora è stato più comparsa laterale, che guarda il proscenio dominato dai Cirillo e dai Guadagnuolo di turno. Torneremo a parlarne…
Anche l'ex sindaco Tarantini in ogni occasione non dimentica di far notare che laddove ha "osato", è incappato in inchieste giudiziarie. Esponenti di spicco della passata amministrazione, quella con a capo Gigi Riserbato, anch'esso indagato, sono stati rinviati a giudizio per il prossimo 26 settembre. Quindi anche noi rinviamo e optiamo per una "sospensione" di giudizio legata all'opinione pubblica, all'indomani di quel passaggio. Non per mancanza di coraggio o perché "teniamo famiglia" come ha fatto notare in un recente post un altro degli indagati di quel gruppo dirigente, Antonello Ruggiero, ma perché pensiamo che ognuno debba fare la sua parte: quando hanno governato loro, il sottoscritto ha fatto il suo dovere esercitando un legittimo ed obiettivo "spirito critico", intorno all'azione politico – amministrativa di quel gruppo. Poi un pool giudiziario, non un gruppo di giornalisti, ha ritenuto opportuno aprire un'indagine su quell'amministrazione e credo che ora sia giusto aspettare il termine di questo singolo passaggio per riprendere a valutare o a "scavare" anche giornalisticamente parlando, su quell'esperienza amministrativa troncata di fatto il 20 dicembre 2014. Il sottoscritto ha famiglia in effetti, ma non si sottrae mai al suo dovere, lo sapete.
Se a questa difficile dimensione politico- giudiziaria aggiungiamo che ogni amministrazione deve "sopportare" l' "incivile", dal punto di vista istituzionale, "peso", che vale un carico da 90, di consiglieri e affini pronti a tutto e ad ogni pressione pur di ottenere poltrone o favori, la declinazione di un governo cittadino affonda nella rozzezza e nell'istinto primordiale, ora per davvero, del "tengo famiglia", dell'ululato tribale del clan che reclama il suo pezzo di territorio. Ed un sindaco, come avvenuto anche con l'attuale, ma i predecessori non hanno fatto eccezione, per "toglierseli dalle palle" e procedere con un minimo di quiete, si fa per dire (perché la fame si ridesta spesso) è costretto ad accontentarli.
Finisce dunque che, al netto di tutta questa zavorra, che assale sia la presente che le vecchie amministrazioni, se vogliamo selezionare con obiettività almeno alcune voci iniziali del capitolo "bilancio Bottaro in due anni", potremmo dire che sotto il segno "meno" ci sono alcune scelte sbagliate in caselle chiave per il governo, in particolare nella configurazione di profili assessorili molto deludenti: in prima pagina c'è questo forte gap tra ciò che poteva essere e ciò che effettivamente è stato alla voce "Demanio": un assessore che è stato selezionato, come Raffaella Bologna, appositamente dall'alveo "Regione" per ottemperare a determinate esigenze, vedi Piano delle coste, ha lasciato il quadro degli interventi sostanzialmente in bianco. Forse, azzardiamo, uno come Gianni Capone, già "rotto" ad esperienze di natura amministrativa comunale, avrebbe fatto di più. Tra le voci positive nei primi capitoli del bilancio Bottaro nei primi due anni c'è sicuramente la capacità d'intercettare finanziamenti, in tempo relativamente breve, per circa 18 milioni di euro con la possibilità di "rivoltare" in stile calzino ("fusse ca fusse la volta bbona", diceva Nino Manfredi), zone chiave della vita cittadina: 3 milioni per lungomare e costa urbana, circa 7 milioni per quartiere sant'Angelo e via Andria ed un milione per palazzo Beltrani ed i soldi per Palazzo Carcano a corredo di questa "rassegna" positiva. Tra le priorità resta da risolvere il nodo ambiental con contestuale avvio di una raccolta differenziata hard, filmino domestico con Rocco Di Gergorio, nelle vesti, sarebbe ora di cazzuto protagonista. Fino ad ora è stato più comparsa laterale, che guarda il proscenio dominato dai Cirillo e dai Guadagnuolo di turno. Torneremo a parlarne…