Mazza e panella
La tramontana della politica, la bonaccia di Amedeo
Mazza e panella, #3
martedì 27 settembre 2016
Nei giorni scorsi un componente della segreteria cittadina del Pd, Vincenzo Posa, avrebbe preso "un periodo di riflessione", quindi di pausa e di sospensione dalla frequenza del partito. La salute della compagine piddina tranese non è affatto buona. Alle ultime riunioni sembra che non ci fossero più di d'una decina di persone e più d'uno starebbe meditando di prendere le distanze dal partito, con una "pausa di riflessione" o non rinnovando la tessera per il 2017.
Molti iscritti lamenterebbero uno scollamento totale ed irreversibile tra gruppo di governo (Bottaro e cerchio magico, il suo personale), consiglieri comunali ( qualcuno rinfaccerebbe: "Su 6000 voti del partito, più di 1400 sono nostri …" - quindi rivendicherebbero un potere decisionale sempre maggiore, almeno all'interno del partito, visto che molti di loro Bottaro non se li fila-) e gruppo restante degli iscritti, la base che una volta era la forza d'un partito, oggi, una massa informe e snobbata. Tre anelli che tra loro non comunicherebbero, a detrimento, di conseguenza, delle dinamiche di governo. In più Amoruso sarebbe ormai da tempo convinto, ed il sospetto pare abbia fondamento, che all'interno del partito più d'uno starebbe "lavorando" per metterlo nelle condizioni di dimettersi.
Il governo cittadino sembra comunque vivere in una fase di sospensione, uno stato gassoso che lascerebbe ballare per aria lo stesso Bottaro ed i suoi assessori, oltre ad un cerchio magico sempre più esiguo, ma sempre attento ad annusare l'aria (ad esempio, prendiamo la Stp che sta per cambiare presidenza, con Gargiuolo che lascia con il lodevole risultato delle assunzioni a tempo indeterminato, dopo le "scivolate" sulle consulenze ai parenti dei consiglieri di maggioranza – una specie di messaggio cifrato alla politica per il futuro immediato, un tesoretto da curriculum che il nostro farà pesare al momento opportuno, quando si misurerà il peso dei futuri contendenti alla poltrona di sindaco o a posti apicali,- una situazione messa "in ipoteca" da molto tempo-). E si annusa l'aria perché quella poltrona farebbe gola a molti, compreso qualche elemento del "cerchio magico".
Tornando al PD, dicevamo di una fase di scollamento tra base e gruppo "dirigente": i malesseri sono esplicitati da uno come Tommaso Laurora che di fatto sta facendo opposizione, dalle mire di alcuni verso la poltrona ora occupata da Amoruso (si fa il nome di Ferdinando Riccio tra gli aspiranti, ma la situazione è molto fluida, il nome non entusiasmerebbe più di tanto, tanto che nei giorni scorsi, lo stesso Amoruso, confidandosi con perone a lui vicine, avrebbe manifestato l'intenzione di rimanere fino alla scadenza del mandato, cioè ancora per un anno, smentendo quindi le voci di un possibile congresso anticipato con sue contestuali dimissioni, a fine ottobre, inizio novembre).
In Fratelli d' Italia c'è pure aria di tramontana, come nel PD. Nelle settimane scorse si sarebbe tenuta una riunione molto accesa durante la quale più d'un iscritto avrebbe accusato Raimondo Lima d'essere troppo decisionista ed accentratore, per cui, in particolare, avrebbero deciso di prendere pure loro un periodo di riflessione gli ex assessori riserbatiani Ceci e Capurso. Una brutta botta per Raimondo che in questi giorni era impegnato nell'opposizione all' "accordone", tra destra e sinistra per il listone dell'ammucchiata che fa capo a Giorgino. Come nelle passate elezioni provinciali, in verità, nemmeno stavolta nessuno avrebbe preso in considerazione Raimondo, nell'ottica dei preliminari e dei contatti che si stavano limando per la soluzione finale della lista unica, ma al di là di questo non ha poi tutti i torti, Lima, quando, al di là delle beghe di coalizione (Giorgino non sarebbe minimamente preoccupato dalla "fronda" di Fratelli D'Italia – un solo consigliere, il tranese stesso, non farebbe paura, insomma) punta il dito – lo ha fatto anche il "maestro" Roberto Straniero, non l'ultimo fesso dei commentatori – sulla grande ammucchiata pro Giorgino. E anche noi non saremo dolci di sale e propendiamo per la parafrasi del famoso ritornello: Poltronaaaa, tutto si fa per teeeee. Puah e prrr. Scegliete voi.
Tra Ercolini e Sgarbi è stata corsa al selfie per i tranesi. Con Serra, altro maestro parimenti meritevole, sempre apprezzato autore dell' Amaca di Repubblica, uno dei pochi ancora non del tutto accecati da quelle parti, dalla luce (più che altro un contro riflesso) renziana. Fuori Museo, Strani Incontri e gli stessi Dialoghi (rispettivamente compartecipati dal Comune con 20.000, 4.000 e 30.000 – va bene che il "peso" dell'impegno era differente, ma peccato comunque per la sproporzione per difetto, ai danni del secondo evento, molto ben organizzato e di ottima fattura, con Luna di sabbia ed un Vito Santoro in gran spolvero) sono stati il clou dell'estate fatta di cultura e personaggi, un mix di sapere (e conoscenza) popolare ed elitario, che non ci ha fatto rimpiangere le "acrobazie" molto più costose ed onerose del Tif degli anni scorsi.
AB, il primo cittadino deve aver comunque pensato che a Trani meno si parla e meglio è, meno si fa e meno si subiscono critiche. Non ha tutti i torti, ma si ricordi che s'era presentato come il sindaco della svolta, del cambiamento, non della Democrazia Cristiana di ritorno, con palude annessa. Dovevamo tornare di qua, andare di là, tornare a bagnarci (al mare), prendere finanziamenti europei, confrontarci con le grandi realtà turistiche, godere della grande poppa spinta dal vento di sinistra e sfruttare l'appoggio di Michele sull'asse di ferro Mimmo & Debora, che non sono due cantanti neo melodici ascoltati in Gomorra, ma dovrebbero essere due pedine strategiche della politica emilanea a Trani, due ganci che dovevano farci essere, oltre al gruppo Lista Emiliano ricco di giovani promesse vicine al governatore, la città diletta da Michele, la gallina bianca, la gallina dalle uova d'oro, la nuova Portofino. Finora non mi pare proprio che abbiamo beneficiato, come collettività, di alcunché da questa affinità elettiva e supposta (molto supposta) storia d'amore politica.
A Trani, nel mare bottarino-emilianeo vige la bonaccia, la calma piatta più assoluta come quella interminabile descritta da Joseph Conrad (non un parente di Giuseppe Corrado, tranquilli) ne "La linea d'ombra". Anzi, tanto per gradire, Ferrante (intervista a Teletrani) denuncia la fronda nel Pd di molti componenti a favore del no, in ottica referendum, per ben figurare davanti ad Emiliano, nell'ormai famigerato "contrasto" tra Michelone ed il Bomba (Renzi). A proposito della malconcia salute del PD a Trani ed in Puglia… E Lacarra (segretario regionale PD) e Amoruso in silenzio, fanno finta di niente, come quegli zii che quando parla il nipote casinista, fingono che non abbia parlato e dicono alla moglie: "Allora prendi i bignè!".
Molti iscritti lamenterebbero uno scollamento totale ed irreversibile tra gruppo di governo (Bottaro e cerchio magico, il suo personale), consiglieri comunali ( qualcuno rinfaccerebbe: "Su 6000 voti del partito, più di 1400 sono nostri …" - quindi rivendicherebbero un potere decisionale sempre maggiore, almeno all'interno del partito, visto che molti di loro Bottaro non se li fila-) e gruppo restante degli iscritti, la base che una volta era la forza d'un partito, oggi, una massa informe e snobbata. Tre anelli che tra loro non comunicherebbero, a detrimento, di conseguenza, delle dinamiche di governo. In più Amoruso sarebbe ormai da tempo convinto, ed il sospetto pare abbia fondamento, che all'interno del partito più d'uno starebbe "lavorando" per metterlo nelle condizioni di dimettersi.
Il governo cittadino sembra comunque vivere in una fase di sospensione, uno stato gassoso che lascerebbe ballare per aria lo stesso Bottaro ed i suoi assessori, oltre ad un cerchio magico sempre più esiguo, ma sempre attento ad annusare l'aria (ad esempio, prendiamo la Stp che sta per cambiare presidenza, con Gargiuolo che lascia con il lodevole risultato delle assunzioni a tempo indeterminato, dopo le "scivolate" sulle consulenze ai parenti dei consiglieri di maggioranza – una specie di messaggio cifrato alla politica per il futuro immediato, un tesoretto da curriculum che il nostro farà pesare al momento opportuno, quando si misurerà il peso dei futuri contendenti alla poltrona di sindaco o a posti apicali,- una situazione messa "in ipoteca" da molto tempo-). E si annusa l'aria perché quella poltrona farebbe gola a molti, compreso qualche elemento del "cerchio magico".
Tornando al PD, dicevamo di una fase di scollamento tra base e gruppo "dirigente": i malesseri sono esplicitati da uno come Tommaso Laurora che di fatto sta facendo opposizione, dalle mire di alcuni verso la poltrona ora occupata da Amoruso (si fa il nome di Ferdinando Riccio tra gli aspiranti, ma la situazione è molto fluida, il nome non entusiasmerebbe più di tanto, tanto che nei giorni scorsi, lo stesso Amoruso, confidandosi con perone a lui vicine, avrebbe manifestato l'intenzione di rimanere fino alla scadenza del mandato, cioè ancora per un anno, smentendo quindi le voci di un possibile congresso anticipato con sue contestuali dimissioni, a fine ottobre, inizio novembre).
In Fratelli d' Italia c'è pure aria di tramontana, come nel PD. Nelle settimane scorse si sarebbe tenuta una riunione molto accesa durante la quale più d'un iscritto avrebbe accusato Raimondo Lima d'essere troppo decisionista ed accentratore, per cui, in particolare, avrebbero deciso di prendere pure loro un periodo di riflessione gli ex assessori riserbatiani Ceci e Capurso. Una brutta botta per Raimondo che in questi giorni era impegnato nell'opposizione all' "accordone", tra destra e sinistra per il listone dell'ammucchiata che fa capo a Giorgino. Come nelle passate elezioni provinciali, in verità, nemmeno stavolta nessuno avrebbe preso in considerazione Raimondo, nell'ottica dei preliminari e dei contatti che si stavano limando per la soluzione finale della lista unica, ma al di là di questo non ha poi tutti i torti, Lima, quando, al di là delle beghe di coalizione (Giorgino non sarebbe minimamente preoccupato dalla "fronda" di Fratelli D'Italia – un solo consigliere, il tranese stesso, non farebbe paura, insomma) punta il dito – lo ha fatto anche il "maestro" Roberto Straniero, non l'ultimo fesso dei commentatori – sulla grande ammucchiata pro Giorgino. E anche noi non saremo dolci di sale e propendiamo per la parafrasi del famoso ritornello: Poltronaaaa, tutto si fa per teeeee. Puah e prrr. Scegliete voi.
Tra Ercolini e Sgarbi è stata corsa al selfie per i tranesi. Con Serra, altro maestro parimenti meritevole, sempre apprezzato autore dell' Amaca di Repubblica, uno dei pochi ancora non del tutto accecati da quelle parti, dalla luce (più che altro un contro riflesso) renziana. Fuori Museo, Strani Incontri e gli stessi Dialoghi (rispettivamente compartecipati dal Comune con 20.000, 4.000 e 30.000 – va bene che il "peso" dell'impegno era differente, ma peccato comunque per la sproporzione per difetto, ai danni del secondo evento, molto ben organizzato e di ottima fattura, con Luna di sabbia ed un Vito Santoro in gran spolvero) sono stati il clou dell'estate fatta di cultura e personaggi, un mix di sapere (e conoscenza) popolare ed elitario, che non ci ha fatto rimpiangere le "acrobazie" molto più costose ed onerose del Tif degli anni scorsi.
AB, il primo cittadino deve aver comunque pensato che a Trani meno si parla e meglio è, meno si fa e meno si subiscono critiche. Non ha tutti i torti, ma si ricordi che s'era presentato come il sindaco della svolta, del cambiamento, non della Democrazia Cristiana di ritorno, con palude annessa. Dovevamo tornare di qua, andare di là, tornare a bagnarci (al mare), prendere finanziamenti europei, confrontarci con le grandi realtà turistiche, godere della grande poppa spinta dal vento di sinistra e sfruttare l'appoggio di Michele sull'asse di ferro Mimmo & Debora, che non sono due cantanti neo melodici ascoltati in Gomorra, ma dovrebbero essere due pedine strategiche della politica emilanea a Trani, due ganci che dovevano farci essere, oltre al gruppo Lista Emiliano ricco di giovani promesse vicine al governatore, la città diletta da Michele, la gallina bianca, la gallina dalle uova d'oro, la nuova Portofino. Finora non mi pare proprio che abbiamo beneficiato, come collettività, di alcunché da questa affinità elettiva e supposta (molto supposta) storia d'amore politica.
A Trani, nel mare bottarino-emilianeo vige la bonaccia, la calma piatta più assoluta come quella interminabile descritta da Joseph Conrad (non un parente di Giuseppe Corrado, tranquilli) ne "La linea d'ombra". Anzi, tanto per gradire, Ferrante (intervista a Teletrani) denuncia la fronda nel Pd di molti componenti a favore del no, in ottica referendum, per ben figurare davanti ad Emiliano, nell'ormai famigerato "contrasto" tra Michelone ed il Bomba (Renzi). A proposito della malconcia salute del PD a Trani ed in Puglia… E Lacarra (segretario regionale PD) e Amoruso in silenzio, fanno finta di niente, come quegli zii che quando parla il nipote casinista, fingono che non abbia parlato e dicono alla moglie: "Allora prendi i bignè!".