Mazza e panella
Maggioranza col freno a mano, Amedeo "a folle"
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 16 ottobre 2018
7.36
Doveva essere un finale di mandato scoppiettante e con una comunanza d'intenti ed un gioco di squadra che per dirla alla Conte (il mister, non il premier) avrebbe dovuto far mangiare l'erba ai politici di governo.
Ed invece niente. Ad ogni consiglio comunale la maggioranza procede con numeri risicati, con un freno a mano tirato, simbolo in questo momento della città e del suo modo di essere amministrata. Tra il Documento di sani intenti di fine mandato lasciato come carta assorbente sul tavolino della toilette d'una stazione di servizio. È una carta che invece di rilanciare il governo cittadino ha finito con l'assorbire i malumori, i rancori e lo scontento di un bel po' di consiglieri di maggioranza, che infatti o non hanno più firmato o , alternativamente, ora l'uno, ora l'altro, non si presentano in consiglio comunale.
Alcuni di questi, con rispettivi affiliati o trucidi supporter, tra gruppi e sottogruppi più o meno delusi dall'esperienza con Bottaro, stanno già organizzandosi per dare vita a movimenti civici poi pronti a materializzarsi in liste civiche, che finiranno con l'appoggiare quello che per loro potrà essere il miglior cavallo. Se consideriamo la circostanza di ieri, che sicuramente non gioca a favore del buon umore politico del sindaco, ieri dicevamo, senza la presenza dell'opposizione, il numero sufficiente per la celebrazione del consiglio comunale farsa, non ci sarebbe stato.
Abbiamo la netta impressione che si andrà avanti così, stancamente, fino alla fine della legislatura. Col freno a mano tirato, con una maggioranza perennemente febbricitante o malmostosa. Con il sindaco che, tra le marce da innestare, opta per il " folle" , fino a quando la macchina, per forza d'inerzia, andrà avanti. Fino a che non si fermerà. Tutto questo a detrimento di una Trani sempre più rallentata o immobile. Priva di peso specifico nella rappresentanza politica ( continueremo a perdere tutto quello che c'è da perdere) e coi rami della sua vita pubblica, dalla sanità al turismo, capitozzati come gli alberi ridotti a fantasmi du questi tempi.
Ps: la fioriera che sostituisce albero crollato e abbattuto in piazza della Repubblica, viene per caso da Scampia? L'ha portata in regalo Amedeo da qualche suo viaggio a Napoli e l'ha data in dono all'assessore Di Gregorio? A parte l'orrore che suscita, mi fa tornare in mente una frase che diceva spesso mia nonna Riccarda: "È brutta come al debito".
Ed invece niente. Ad ogni consiglio comunale la maggioranza procede con numeri risicati, con un freno a mano tirato, simbolo in questo momento della città e del suo modo di essere amministrata. Tra il Documento di sani intenti di fine mandato lasciato come carta assorbente sul tavolino della toilette d'una stazione di servizio. È una carta che invece di rilanciare il governo cittadino ha finito con l'assorbire i malumori, i rancori e lo scontento di un bel po' di consiglieri di maggioranza, che infatti o non hanno più firmato o , alternativamente, ora l'uno, ora l'altro, non si presentano in consiglio comunale.
Alcuni di questi, con rispettivi affiliati o trucidi supporter, tra gruppi e sottogruppi più o meno delusi dall'esperienza con Bottaro, stanno già organizzandosi per dare vita a movimenti civici poi pronti a materializzarsi in liste civiche, che finiranno con l'appoggiare quello che per loro potrà essere il miglior cavallo. Se consideriamo la circostanza di ieri, che sicuramente non gioca a favore del buon umore politico del sindaco, ieri dicevamo, senza la presenza dell'opposizione, il numero sufficiente per la celebrazione del consiglio comunale farsa, non ci sarebbe stato.
Abbiamo la netta impressione che si andrà avanti così, stancamente, fino alla fine della legislatura. Col freno a mano tirato, con una maggioranza perennemente febbricitante o malmostosa. Con il sindaco che, tra le marce da innestare, opta per il " folle" , fino a quando la macchina, per forza d'inerzia, andrà avanti. Fino a che non si fermerà. Tutto questo a detrimento di una Trani sempre più rallentata o immobile. Priva di peso specifico nella rappresentanza politica ( continueremo a perdere tutto quello che c'è da perdere) e coi rami della sua vita pubblica, dalla sanità al turismo, capitozzati come gli alberi ridotti a fantasmi du questi tempi.
Ps: la fioriera che sostituisce albero crollato e abbattuto in piazza della Repubblica, viene per caso da Scampia? L'ha portata in regalo Amedeo da qualche suo viaggio a Napoli e l'ha data in dono all'assessore Di Gregorio? A parte l'orrore che suscita, mi fa tornare in mente una frase che diceva spesso mia nonna Riccarda: "È brutta come al debito".