Mazza e panella
Napalm e martello
MAZZA E PANELLA di Giovanni Ronco
martedì 17 ottobre 2017
E' un pozzo senza fondo l'aneddotica che riguarda il PD, specie di quello tranese. Potremmo camparci di rendita per anni. Ma tant'è, all'indomani dell'elezione del nuovo segretario F. Riccio, che per un momento si era davvero illuso di essere il candidato unitario di un partito unito, dopo il lazzo da congresso, dobbiamo tornare ad occuparci dei problemi amministrativi. I nuovi assessori in arrivo sarebbero ben due. E' la famosa montagna bottariana che partorirà la "topo giunta", il topolino somigliante al papà. Gli assessori sono apparentemente espressioni politiche dei consiglieri, ma in verità li sceglie il sindaco. Tesi avvalorata da alcuni precedenti. Ricordate le rose di nomi presentate la prima volta due anni e mezzo fa dai partiti? In verità vennero ritenuti impresentabili, in larga, parte dal sindaco, che poi per giustificare scelte personali (vedi sopra) s'inventò la trovata della Giunta simil tecnica delle competenze. Gente senza né arte né parte, quelli delle rose, che il sindaco depennò col suo tipico ghigno accompagnato da uno scossone della testa e dall'immancabile risata del suo fido baraccio destro che ripassava con la penna biancoazzurra il depennamento. "Chiss' so' pazz'".
La candidatura di F. Riccio fu annunciata parecchi mesi fa dal sottoscritto in una di queste rubriche: chi mi segue con costanza se lo ricorderà. Tant'è che l'interessato, incontrando il sottoscritto, pronunciò la famosa frase alla quale non diedi peso: "Hai scritto dell'invito a candidarmi prima ancora che me lo rivolgessero : prima l'ho saputo da te, poi è arrivata la chiamata". Leccata o stizza per il prematuro smascheramento ma naturalmente non diedi credito al pingue ingegnere.. L'ipotesi era in caldo da un po' ed ora, nei famosi equilibri del partito, diventa importante sapere chi fece quel primo invito a Riccio. La cronistoria vede un ottimo rapporto iniziale tra Avantario e lo stesso Riccio: non sarebbe un peccato né veniale né mortale pensare che ad un certo punto una sponsorizzazione decisiva sia arrivata proprio dall'ex sindaco. Si' ma questo non si sarebbe sposato con una candidatura dell'area Renzi – Lab Dem, diversa da quella di Riccio. Mentre ci risulta che l'ala ferrantiana fino all'ultimo avrebbe tentato di dare corpo ad una candidatura del genere. Il problema è che nel frattempo avveniva il famoso accordo tra orlandiani ed emilianei sul nome di Riccio, (Caracciolo, uno dei vicerè che governa Trani per interposta persona fece capire che bisognava votare chiunque fosse stato proposto, pur di fare accordo) con, però, una sottesa minaccia da parte dell'area emiliano di candidare un proprio nome, nel caso in cui l'area Renzi fosse andata fino in fondo. A quel punto l'area orlandiana, quella del sindaco Bottaro sarebbe stata la più debole, in un eventuale corsa a tre.
Non si capisce cosa sia avvenuto a quel punto, ma tant'è che l'area Renzi non ha candidato più nessuno e l'area emilianea si è accordata con quella orlandiana. Una maionese impazzita, ma non troppo, perché forse capiremo qualcosa di più, su quello che avvenuto in fase di accordicchio, vedendo i numeri effettivi del direttivo e della segreteria e vedendo effettivamente chi fa capo a chi. Il gioco delle tre carte in confronto è un gioco dell'oca innocente. Giusto per far capire al signor Riccio che non è stato messo a capo di un partito, ma in una specie di Vietnam permanente in cui ognuno spruzza napalm nel deretano del vicino (di area). Auguri Mr. Riccio.
Un'ultima considerazione: negli elenchi pubblicati tra i nuovi notabili del PD sono sparite dai radar tante personalità davvero di sinistra impegnate negli anni nel mondo dei sindacati, della scuola, del lavoro e della lotta per i diritti dei lavoratori. Campeggiano invece noti personaggi con un passato recente e remoto nella destra. E' la politica ai tempi di Renzi. Un progenitore: Verdini. E tanti nipotini sparsi per l'Italia. E Trani non scherza.
La candidatura di F. Riccio fu annunciata parecchi mesi fa dal sottoscritto in una di queste rubriche: chi mi segue con costanza se lo ricorderà. Tant'è che l'interessato, incontrando il sottoscritto, pronunciò la famosa frase alla quale non diedi peso: "Hai scritto dell'invito a candidarmi prima ancora che me lo rivolgessero : prima l'ho saputo da te, poi è arrivata la chiamata". Leccata o stizza per il prematuro smascheramento ma naturalmente non diedi credito al pingue ingegnere.. L'ipotesi era in caldo da un po' ed ora, nei famosi equilibri del partito, diventa importante sapere chi fece quel primo invito a Riccio. La cronistoria vede un ottimo rapporto iniziale tra Avantario e lo stesso Riccio: non sarebbe un peccato né veniale né mortale pensare che ad un certo punto una sponsorizzazione decisiva sia arrivata proprio dall'ex sindaco. Si' ma questo non si sarebbe sposato con una candidatura dell'area Renzi – Lab Dem, diversa da quella di Riccio. Mentre ci risulta che l'ala ferrantiana fino all'ultimo avrebbe tentato di dare corpo ad una candidatura del genere. Il problema è che nel frattempo avveniva il famoso accordo tra orlandiani ed emilianei sul nome di Riccio, (Caracciolo, uno dei vicerè che governa Trani per interposta persona fece capire che bisognava votare chiunque fosse stato proposto, pur di fare accordo) con, però, una sottesa minaccia da parte dell'area emiliano di candidare un proprio nome, nel caso in cui l'area Renzi fosse andata fino in fondo. A quel punto l'area orlandiana, quella del sindaco Bottaro sarebbe stata la più debole, in un eventuale corsa a tre.
Non si capisce cosa sia avvenuto a quel punto, ma tant'è che l'area Renzi non ha candidato più nessuno e l'area emilianea si è accordata con quella orlandiana. Una maionese impazzita, ma non troppo, perché forse capiremo qualcosa di più, su quello che avvenuto in fase di accordicchio, vedendo i numeri effettivi del direttivo e della segreteria e vedendo effettivamente chi fa capo a chi. Il gioco delle tre carte in confronto è un gioco dell'oca innocente. Giusto per far capire al signor Riccio che non è stato messo a capo di un partito, ma in una specie di Vietnam permanente in cui ognuno spruzza napalm nel deretano del vicino (di area). Auguri Mr. Riccio.
Un'ultima considerazione: negli elenchi pubblicati tra i nuovi notabili del PD sono sparite dai radar tante personalità davvero di sinistra impegnate negli anni nel mondo dei sindacati, della scuola, del lavoro e della lotta per i diritti dei lavoratori. Campeggiano invece noti personaggi con un passato recente e remoto nella destra. E' la politica ai tempi di Renzi. Un progenitore: Verdini. E tanti nipotini sparsi per l'Italia. E Trani non scherza.