Mazza e panella

Pappolla, quello che tiene la poltrona a molla

Mazza e panella, #12

E' notizia di questi giorni che riguarda la pubblicazione di un libro che raccoglie i testi dei mitici scherzi telefonici realizzati a Bari tra gli anni 80 e 90 da un gruppo di giovani buontemponi. Quelli, per intenderci del signor Cacace. Scherzi passati "alla storia" e riversati su vecchie cassette ma ora ritrovabili su audio online. E uno scherzetto sembrava volerlo fare il sindaco all'attuale presidente dell'Amet, Pappolla. Come se quest'ultimo avesse una molla applicata sotto la poltrona, il nostro sindaco sembra avesse già preparato la revoca anticipata. Quindi si era pronti a far scattare la molla per scaraventare fuori Pappolla. Come un personaggio da cartoni animati. Stumpf! Viaaa! Il tutto per far spazio in anticipo al nuovo presidente che dovrebbe essere Antonio Mazzilli, un passato in Cittaperta e Sel, un presente da juventino doc, un curriculum tutto da scoprire, da parte nostra, s'intende, sempre a caccia di notizie e dati per i lettori e cittadini. (Stavolta davvero ci manca il curriculum di Mazzilli, non stiamo scherzando e aspettiamo che ce lo forniscano, una volta nominato).

Peccato che Pappolla abbia fatto sapere di non avere nessuna intenzione di andarsene prima della scadenza naturale del suo mandato (maggio 2017). Nei giorni scorsi la maggioranza ha anche tenuto una riunione monotematica sull' Amet, così come concordato precedentemente nello ultimo incontro, dopo la richiesta del segretario PD Amoruso (che aveva anche chiesto di parlare in modo approfondito di riqualificazione urbanistica – roba forte nda -). Presente all'ultima riunione anche l'AD Danisi, con uditorio (della maggioranza) insolitamente attento, senza polemiche o sangue alla testa (come scolaretti davanti all'ispettore ministeriale), in particolare da parte dei consiglieri interessati alle possibili nuove nomine, pronti ad annuire ad ogni cenno della bocca di don Danisi (Che bravi). Mi sono ricordato di quei genitori che vengono a scuola e dicono: "Professore, glielo dica lei di fare il bravo. Ascolta solo lei; a me non mi sta a sentire". Alle prossime riunioni di maggioranza babbo Bottaro dovrebbe quindi sempre invitare il professor Danisi, onde evitare le "pazziate" del passato da parte dei suoi consiglieri, che non lo stanno ad ascoltare. Tra le altre cose: una consigliera ha derogato al suo ordine di "non fare battute su chat e social, nemmeno allusive, agli articoli di Giovanni Ronco". Tra le altre cose ancora, un altro babbo non ascoltato Amoruso. Sta cercando di comunicare in tutti i modi che lui ed il suo partito non vogliono alcun rimpasto di giunta. Ne sa qualcosa Antonio Quinto, "rimbrottato" nei giorni scorsi per aver fatto riferimento a questo tipo di richiesta che sarebbe stata rivolta al sindaco. Amoruso in sostanza ha negato che avessero mai chiesto rimpasti di giunta e noi ci crediamo perché Nicola è una persona onesta, che ho avuto modo di conoscere personalmente. Peccato che non sia della stessa opinione un consigliere che è stato fin troppo chiaro con il suo gruppo di riferimento: "Cus (il sindaco nda) nan è capit nind! Non possiamo aspettare febbraio, marzo per il cambio di assessori, come ha detto. L'ava mannè moo!". Sembra che però AB abbia fatto sapere che, avendo da poco nominato nuovi assessori (Ivana Trump D'Agostino e Carmela "Faracirilla" Di Gifico), non ha intenzione di mettere mano subito alla giunta delle Appartenenze. (Ormai fa come Antonio Ricci di Striscia la Notizia: può cambiare nome alla giunta ad ogni ciclo e cambio). Dalla Giunta delle Sofferenze quelli vorrebbero far fuori Bologna, Ciliento, De Michele ed ora anche Di Lernia. Insomma vogliono la strage definitiva della Giunta delle Competenze. Tutto chiaro?

L'ospedale di Trani perde anche la rianimazione. Una non notizia buona solo per certificare la deriva verso il terzo mondo sanitario. A che serve rifare un Pronto soccorso se non c'è la rianimazione? A che serve riattivare le sale operatorie se non c'è la rianimazione? Più di ogni commento o critica al sistema, vale questa dichiarazione che giriamo ai nostri lettori. Un "addetto ai lavori" da noi avvicinato ci ha confidato: "So di colleghi chirurghi che mi hanno detto di non avere nessuna intenzione di venire ad operare a Trani, priva com'è, oltre che della rianimazione, fatto che già sapevamo negli ambienti da tre mesi (mentre i nostri amministratori ci prendevano e si facevano prendere per il deretano, nda), anche di posti per la degenza. Cosa ci voleva – continua il nostro interlocutore - a far garantire almeno sette, otto posti letto? Nessuno di questi colleghi si è detto disposto a "rischiare" a fronte dell'inefficienza della nostra struttura. I proclami e le rassicurazioni dei nostri politici, dinanzi a dichiarazioni del genere, diventano montagne di ovatta sporca e maleodorante, vuote chiacchiere che nulla hanno a che vedere con la tradizione socio – politica e sanitaria della nostra decaduta e deceduta Trani.

Evito ormai di fare appelli agli irrecuperabili nostri amministratori e mi rivolgo ai lettori, facendo loro notare un'ulteriore degenerazione del confronto politico e della sua rappresentazione puerile. Vorrei ricordare che un conto sono i canali ufficiali della comunicazione istituzionale, con tanto di addetti stampa (al Comune c'è l'ottimo Biagio Fanelli) sia al servizio dell'amministrazione, sia al servizio dei singoli partiti (se non ricordo male anche il PD tranese ha un suo addetto stampa), un conto sono i social, a cominciare da FB. Quest'ultimo credo che vada bene per le ragazzine che si fanno i selfie con la bocca a ciucciotto, per persone che hanno voglia di costruirsi un personaggio e farsi conoscere, per fidanzati lasciati e arrabbiati, per parolai in cerca di uditorio facile e di grana grossa. Ma i rappresentanti istituzionali devono lavorare attraverso i canali ufficiali, con i siti istituzionali, coinvolgendo i colleghi addetti alla comunicazione istituzionale. Che si tratti di semplici consiglieri, di sindaci, di presidenti. Basta con l'inflazione della "sbroccata" da social, del post con allusione patetica. Torniamo alla politica e chiudiamo l'Asilo. Anzi no, quello devono ripararlo. Per ora fonti bene informate ci dicono che stanno pitturando l'inferriata e stanno togliendo il pietrisco che sormontava il tetto, al posto di una normale guaina. Aspettando il sole, come cantava Neffa. Anzi, la prossima pioggia. L'Asilo delle Fontanelle.
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