Mazza e panella
Può esistere una capitale della cultura senza teatro?
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 21 gennaio 2020
10.25
In questi giorni mi confrontavo con l'attore tranese Enzo Matichecchia. Tra l'altro vi segnalo la lodevole iniziativa che ha organizzato in queste settimane al Teatro Impero con la sua associazione "La Compagnia dei Teatranti" allestendo una rassegna di tutto rispetto e molto apprezzata dal pubblico. Mi confrontavo con Enzo Matichecchia ed entrambi convenivamo sul fatto che fosse assurdo per una città come Trani, candidata a capitale della Cultura, non avere un teatro.
Ho citato l'attore tranese perché mi ha riferito tra l'altro di essersi fatto latore presso l'attuale amministrazione della proposta inerente la realizzazione (almeno) di un teatro tenda, tipo Teatroteam di Bari. Un progetto chiavi in mano che sarebbe costato sui 400/ 500 mila euro ed avrebbe potuto trovare una collocazione ideale, alla fine di corso don Luigi Sturzo, al posto dell'immondo rudere abbandonato che da anni resta li' ad "eterna" deturpazione dei luoghi.
A fronte dei tanti soldi sprecati in questi anni in svariati modi, questa soluzione avrebbe dato un teatro a Trani (l'Impero resta uno splendido cinema, ma pur sempre un cinema) e rivalutato un quartiere fortemente penalizzato come Pozzopiano. Ricordo che un tempo Pinuccio Tarantini propose di realizzare un teatro al posto dell'attuale sede dell'Amet, quasi un lapsus freudiano prevedendo il teatrino visto in questi anni da quelle parti.
A proposito: mi mancano i sit in di protesta della coppia Sotero Loconte. Ma ora, passati sotto le insegne bottariane, non credo ci delizieranno mai più con quelle mitiche tenzoni a colpi di polemiche con il sindacalista De Toma ed il pensionato Michele Mannatrizio detto simpaticamente "brasciola". Momenti elevati che non rivedremo mai più temo.
In conclusione, dopo l'amara considerazione sul teatro che non c'e', me ne viene in mente una ancora più amara, al sapore di cicuta direi: ma come può diventare capitale della cultura una città che in tutti questi anni non è riuscita manco a riaprire il Museo delle Carrozze, tanto per dirne una e per anticiparvi il contenuto di una delle prossime puntate de "I luoghi della memoria", la mia rubrica del sabato.
Ho citato l'attore tranese perché mi ha riferito tra l'altro di essersi fatto latore presso l'attuale amministrazione della proposta inerente la realizzazione (almeno) di un teatro tenda, tipo Teatroteam di Bari. Un progetto chiavi in mano che sarebbe costato sui 400/ 500 mila euro ed avrebbe potuto trovare una collocazione ideale, alla fine di corso don Luigi Sturzo, al posto dell'immondo rudere abbandonato che da anni resta li' ad "eterna" deturpazione dei luoghi.
A fronte dei tanti soldi sprecati in questi anni in svariati modi, questa soluzione avrebbe dato un teatro a Trani (l'Impero resta uno splendido cinema, ma pur sempre un cinema) e rivalutato un quartiere fortemente penalizzato come Pozzopiano. Ricordo che un tempo Pinuccio Tarantini propose di realizzare un teatro al posto dell'attuale sede dell'Amet, quasi un lapsus freudiano prevedendo il teatrino visto in questi anni da quelle parti.
A proposito: mi mancano i sit in di protesta della coppia Sotero Loconte. Ma ora, passati sotto le insegne bottariane, non credo ci delizieranno mai più con quelle mitiche tenzoni a colpi di polemiche con il sindacalista De Toma ed il pensionato Michele Mannatrizio detto simpaticamente "brasciola". Momenti elevati che non rivedremo mai più temo.
In conclusione, dopo l'amara considerazione sul teatro che non c'e', me ne viene in mente una ancora più amara, al sapore di cicuta direi: ma come può diventare capitale della cultura una città che in tutti questi anni non è riuscita manco a riaprire il Museo delle Carrozze, tanto per dirne una e per anticiparvi il contenuto di una delle prossime puntate de "I luoghi della memoria", la mia rubrica del sabato.