Mazza e panella
Quella domenica delle Palme immersa nel silenzio
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 7 aprile 2020
6.23
Non mi era mai capitato di vivere una domenica delle Palme come quella di due giorni fa. Dopo un certo numero di giorni passato in casa (eccetto che per la spesa come da regola) ho deciso di ripercorrere la citta' nuovamente in veste di giornalista, quindi con motivazione lavorativa. I tranesi hanno in generale osservato le regole, certo anche con l'aiuto dei controlli piu' serrati come quelli ai varchi (il rischio dei cazzeggiatori a vento, col priscio di farsi una camminata nella fascinosa Trani, ancor piu' sexy perche' nuda, spogliata, del traffico in centro, il rischio, dicevo, era ancor piu' forte). Poi anche controlli dei carabinieri con gli elicotteri (ottimi) hanno fatto il resto.
Il silenzio di alcune vie che ho percorso, quel silenzio mi ha colpito. I controlli, compresa l'idea del sindaco Bottaro di controllare i varchi, stanno apportando i loro effetti: siamo, al momento, una delle citta' capoluogo con meno contagiati; quel silenzio assordante in una delle domeniche in cui la frenesia d'inizio primavera ci avvolgeva puntualmente, col "rumore" piacevole dei venditori di Palme, delle famiglie in giro, coi marmocchi urlanti, quel silenzio e' la prova dello scarto avvenuto: dalla normalita', dalla caciara tipica del giorno di festa, alla dimensione controllata o autocontrollata, quella dell'osservanza della Regola di sopravvivenza, l'unica: restare a casa.
Il silenzio di alcune vie che ho percorso, quel silenzio mi ha colpito. I controlli, compresa l'idea del sindaco Bottaro di controllare i varchi, stanno apportando i loro effetti: siamo, al momento, una delle citta' capoluogo con meno contagiati; quel silenzio assordante in una delle domeniche in cui la frenesia d'inizio primavera ci avvolgeva puntualmente, col "rumore" piacevole dei venditori di Palme, delle famiglie in giro, coi marmocchi urlanti, quel silenzio e' la prova dello scarto avvenuto: dalla normalita', dalla caciara tipica del giorno di festa, alla dimensione controllata o autocontrollata, quella dell'osservanza della Regola di sopravvivenza, l'unica: restare a casa.