Mazza e panella
Quella Trani sempre sospesa tra nicchia e popolo
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 13 agosto 2019
7.27
Uno degli slogan dell'attuale amministrazione tranese, ogni volta che si è trattato di programmare un'estate o un cartellone di prosa o una o più manifestazioni, comprese quelle dell'estate in corso é stato: "Cerchiamo di accontentare tutti". Un po' come nel giro delle poltrone, accontentando un po' tutti, così è stato fatto nel programmare un qualsiasi tipo di percorso socio culturale. Se da una parte può sembrare, nell'immediato, una scelta giusta, dall'altro sembra essere un sintomo d'incapacità a imprimere un solco, assecondare una vocazione reale, attuare una vera politica turistica e culturale, vero pane e petrolio di Trani.
Il tessuto sociale da riconnettere, levigando le disuguaglianze e non gestendo le situazioni alla giornata, tappando falle o dando contentini a seconda di come si presentano; una politica culturale con una certa identità, confacente a Trani; una politica turistica con una programmazione di ampio respiro e richiamo nazionale. Tutto questo ci si aspetta da un'amministrazione che opera svolte e che agisce su di un lasso temporale lungo (ben cinque anni).
Piacere a tutti, tenendo buoni tutti, dando un po' a tutti e stilando una programmazione turistica buona per tutti è da commissione prefettizia, che deve lasciar passare il tempo attraverso l'ordinaria amministrazione e badando all'essenziale. Abbiamo fatto la fine di quei locali che partono con vocazioni da target di nicchia, con aspettative alte e mirate e poi, pur di fare numero e clientela, finiscono con le serate a base di neomelodico e/o " Alle falde del Kilimangiaro" e/o trenino/ samba.
Lo scrissi anche negli anni passati e devo ripetermi: Trani non ha ancora deciso cosa fare da grande: città d'arte o dei dehors? Città della porchetta o di grandi manifestazioni enogastronomiche? Vino rosso doc o nero del contadino? Città di cultura alta e dei Dialoghi o scenografia per mostre all'aperto di imbratta tele o scassa timpani? Affidare il centro storico ad una commissione di esperti o al primo consigliere che capita? Ad oggi la politica, che avrebbe dovuto scegliere, quindi imprimere una direzione, non scioglie l'arcano.
Il tessuto sociale da riconnettere, levigando le disuguaglianze e non gestendo le situazioni alla giornata, tappando falle o dando contentini a seconda di come si presentano; una politica culturale con una certa identità, confacente a Trani; una politica turistica con una programmazione di ampio respiro e richiamo nazionale. Tutto questo ci si aspetta da un'amministrazione che opera svolte e che agisce su di un lasso temporale lungo (ben cinque anni).
Piacere a tutti, tenendo buoni tutti, dando un po' a tutti e stilando una programmazione turistica buona per tutti è da commissione prefettizia, che deve lasciar passare il tempo attraverso l'ordinaria amministrazione e badando all'essenziale. Abbiamo fatto la fine di quei locali che partono con vocazioni da target di nicchia, con aspettative alte e mirate e poi, pur di fare numero e clientela, finiscono con le serate a base di neomelodico e/o " Alle falde del Kilimangiaro" e/o trenino/ samba.
Lo scrissi anche negli anni passati e devo ripetermi: Trani non ha ancora deciso cosa fare da grande: città d'arte o dei dehors? Città della porchetta o di grandi manifestazioni enogastronomiche? Vino rosso doc o nero del contadino? Città di cultura alta e dei Dialoghi o scenografia per mostre all'aperto di imbratta tele o scassa timpani? Affidare il centro storico ad una commissione di esperti o al primo consigliere che capita? Ad oggi la politica, che avrebbe dovuto scegliere, quindi imprimere una direzione, non scioglie l'arcano.