Mazza e panella
Specchio delle nostre brame, chi sarà il futuro sindaco di Trani?
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 28 novembre 2017
Dopo averlo paragonato a Gabigol, il sindaco ci ha fatto sapere che l'ultima assenza in Consiglio comunale è dipesa dalla sua partecipazione ad una conferenza di servizi per vendita del pesce sul porto ed una sul trasporto più assemblea soci Amet. Al di là della nota di cronaca, ciò non toglie alla politica tranese quel senso di sospensione e precarietà ormai cronaca che si vive da mesi. Tipo: Barresi, tanto per dirne una, lancia bordate pesantissime e tutto resta sospeso, senza un perché od una risposta. Il tutto è lasciato ad un banale-blando-anonimo e alienante post scritto a mezzanotte di un sabato qualunque, per citare Caputo, il cantante.
Chiuso con un "querelerò la signora", che ci dà tanto di un "signora poi facciamo i conti", gridato da un balcone all'altro, come nelle dispute di rione. Senza che poi accada nulla. Al massimo una sbattuta d'infissi del balcone. Una maggioranza di governo, o gran parte di essa, portata letteralmente "in campana" sul continuo rinvio dell'annunciato rimpasto. (Rimarchiamo le difficoltà nel reperire nomi femminili: i due da noi rivelati nei giorni scorsi, Di Tullo e Di Lernia, potrebbero consentire di chiudere la lunga manfrina.
Al tema è legata anche l'anonima vita del neo ri-nato Partito democratico, che a sua volta, per la cronaca, non è riuscito ancora a comporre nemmeno la segreteria. L'attesa del rimpasto e la nomina del segretario frutto di accordo tra orlandiani ed emilianei, per ora porta tutti, in quel partito, ad un senso di assuefazione e a-criticità nei confronti di un'amministrazione che, al di là di qualche finanziamento intercettato (Ugo Operamolla nella sua campagna elettorale affermò che questo tipo di azioni avrebbero dovuto far parte dell'ordinaria amministrazione, senza bisogno di proclami ed esultanze) è praticamente ferma sulla risoluzione dei problemi e disagi della Città. Manco una mensa scolastica in tempo si è saputo far partire…
Anche per colpa dei condizionamenti e vincoli esterni che si sono creati, specie sulla vita delle municipalizzate, siamo succursale di una politica nazional - reginale che controlla saldamente la realtà, tenendo Trani ai margini, come feudo che deve solo eseguire ordini. Il welfare ed il lavoro, manco a parlarne, la situazione ambientale resta inquietante. Ma al momento, per il Pd in attesa di poltrone, così come per qualche consigliere in attesa di assessorato, tutto va bene. Nulla c'è da dire.
L'opposizione vive sullo sberleffo continuo del duo Sotero-Loconte contro altri componenti: ieri Lima, oggi De Toma, reo di aver proclamato nell'ultimo consiglio l'avvio di una raccolta di firme per mandare a casa l'amministrazione, azione in verità di utopica realizzazione, visto l'attaccamento cronico alle poltrone e ai quattro soldi dei gettoni da parte della maggior parte degli attori. Reo anche di non aver dato seguito all'iniziativa immediatamente, secondo quanto sostiene il duo di cui sopra. Anche da quella parte si vive un momento di sospensione, tra il senso d'impotenza contro l'immobilismo e l'inerzia della maggioranza (che finisce per far comodo a tutti, inconsciamente e non) e le velleità per il futuro, altrettanto nebuloso.
Se vogliono fare il candidato sindaco in 4 o 5, come è possibile che quella parte risulti vincente: il bacino elettorale è quello e se sia De Toma, che Gargiuolo, che Tolomeo, che Uva attingono all'area dei commercianti, dell'imprenditoria, della media borghesia cattolica, legata alla vita delle parrocchie, il bottino resterà sempre frammentato. A sinistra, al netto delle velleità – ambizioni di Avantario e Ferrante di arrivare in Parlamento, così come Lima a destra, c'è la voce (e si vede dal nuovo presenzialismo) di Santorsola possibile candidato sindaco a sinistra, con l'eventuale presenza dello stesso Ferrante in corsa, qualora non si concretizzi l'ambizione romana.
E se poi Amedeo B ha fatto sapere di non volersi candidare, stiamo sicuri che in corsa potrebbe tornare anche lui. Tra l'immobilismo del presente e la vaghezza del futuro incerto, restiamo tutti sospesi per aria come l'inutile pulviscolo visibile in controluce nelle giornate di sole. Una botta di vento (cioè un ordine di qualche signorotto della politica regionale) ed il pulviscolo è pronto a posarsi o a sparire o ad essere spazzato. O solo essere spostato in un'altra stanza.
Chiuso con un "querelerò la signora", che ci dà tanto di un "signora poi facciamo i conti", gridato da un balcone all'altro, come nelle dispute di rione. Senza che poi accada nulla. Al massimo una sbattuta d'infissi del balcone. Una maggioranza di governo, o gran parte di essa, portata letteralmente "in campana" sul continuo rinvio dell'annunciato rimpasto. (Rimarchiamo le difficoltà nel reperire nomi femminili: i due da noi rivelati nei giorni scorsi, Di Tullo e Di Lernia, potrebbero consentire di chiudere la lunga manfrina.
Al tema è legata anche l'anonima vita del neo ri-nato Partito democratico, che a sua volta, per la cronaca, non è riuscito ancora a comporre nemmeno la segreteria. L'attesa del rimpasto e la nomina del segretario frutto di accordo tra orlandiani ed emilianei, per ora porta tutti, in quel partito, ad un senso di assuefazione e a-criticità nei confronti di un'amministrazione che, al di là di qualche finanziamento intercettato (Ugo Operamolla nella sua campagna elettorale affermò che questo tipo di azioni avrebbero dovuto far parte dell'ordinaria amministrazione, senza bisogno di proclami ed esultanze) è praticamente ferma sulla risoluzione dei problemi e disagi della Città. Manco una mensa scolastica in tempo si è saputo far partire…
Anche per colpa dei condizionamenti e vincoli esterni che si sono creati, specie sulla vita delle municipalizzate, siamo succursale di una politica nazional - reginale che controlla saldamente la realtà, tenendo Trani ai margini, come feudo che deve solo eseguire ordini. Il welfare ed il lavoro, manco a parlarne, la situazione ambientale resta inquietante. Ma al momento, per il Pd in attesa di poltrone, così come per qualche consigliere in attesa di assessorato, tutto va bene. Nulla c'è da dire.
L'opposizione vive sullo sberleffo continuo del duo Sotero-Loconte contro altri componenti: ieri Lima, oggi De Toma, reo di aver proclamato nell'ultimo consiglio l'avvio di una raccolta di firme per mandare a casa l'amministrazione, azione in verità di utopica realizzazione, visto l'attaccamento cronico alle poltrone e ai quattro soldi dei gettoni da parte della maggior parte degli attori. Reo anche di non aver dato seguito all'iniziativa immediatamente, secondo quanto sostiene il duo di cui sopra. Anche da quella parte si vive un momento di sospensione, tra il senso d'impotenza contro l'immobilismo e l'inerzia della maggioranza (che finisce per far comodo a tutti, inconsciamente e non) e le velleità per il futuro, altrettanto nebuloso.
Se vogliono fare il candidato sindaco in 4 o 5, come è possibile che quella parte risulti vincente: il bacino elettorale è quello e se sia De Toma, che Gargiuolo, che Tolomeo, che Uva attingono all'area dei commercianti, dell'imprenditoria, della media borghesia cattolica, legata alla vita delle parrocchie, il bottino resterà sempre frammentato. A sinistra, al netto delle velleità – ambizioni di Avantario e Ferrante di arrivare in Parlamento, così come Lima a destra, c'è la voce (e si vede dal nuovo presenzialismo) di Santorsola possibile candidato sindaco a sinistra, con l'eventuale presenza dello stesso Ferrante in corsa, qualora non si concretizzi l'ambizione romana.
E se poi Amedeo B ha fatto sapere di non volersi candidare, stiamo sicuri che in corsa potrebbe tornare anche lui. Tra l'immobilismo del presente e la vaghezza del futuro incerto, restiamo tutti sospesi per aria come l'inutile pulviscolo visibile in controluce nelle giornate di sole. Una botta di vento (cioè un ordine di qualche signorotto della politica regionale) ed il pulviscolo è pronto a posarsi o a sparire o ad essere spazzato. O solo essere spostato in un'altra stanza.