Mazza e panella
Tira e molla sugli assessori e feudalesimo 2.0
Mazza e panella, #32 - di Giovanni Ronco
martedì 11 aprile 2017
Nel giro di poche ore e giorni, sullo sfondo della frana in due atti dell'ultimo consiglio comunale, si sta creando un doppio gioco che non promette nulla di buono per le prospettive della Città. E' il momento dell'attivismo dei re del Ciambotto. Tra accumuli di tessere e numeri da portare in dote ai signorotti Renzi, Orlando e Tammurriato Emiliano.
E' il momento del gioco delle parti tra chi dice, tra i consiglieri, come durante il governo Riserbato agli ultimi rantoli: "Prima i nomi dei nuovi assessori, previo azzeramento e poi i voti per il bilancio; mentre nella testa del primo cittadino gira questa tesi: "Niente azzeramento ora: prima i voti per il bilancio, poi, eventualmente gli assessori". Più d'un consigliere, anche fra i cosiddetti dissidenti, avrebbe fatto comunque sapere che il bilancio lo voterebbe comunque. Bluff o realtà? Qualcun altro, anche se gli scrupoli se li vorrebbe far passare in fretta, sta pensando alla pesante manovra che ne scaturirebbe, con , come dicemmo, conseguente danno al consenso. Ma in fondo tutti stanno imparando a pensare in termini d "re del Ciambotto", figura in espansione tipica d'una politica sempre più votata al compromesso e al "chi se ne frega dei cittadini": l'importante è la mia carriera politica. Tanto di contenuti e sostanza non c'è da offrire più nulla. Tanto vale sistemare l'orticello proprio. Significative le parole del sindaco all'inaugurazione del Circolo Tobagi, con Gargiuolo nuovo presidente. Per chi mi segue con costanza, sa bene che il nome di Roberto G. girava da tempo negli ambienti con prospettive di nuovi ruoli e candidatura a primo cittadino in particolare, una volta fallite le possibilità di una riconferma in STP, non c'era certo bisogno di conferme derivanti dall'occasione di sabato scorso.
Ma si diceva delle significative parole del sindaco. Lui si lamenta di subire critiche negative ed esposti in Procura, non alla fine dei cinque anni, ma già ora, dopo due anni di governo. Credo che questo problema sia conseguenza del fatto che fin d'ora non stia mantenendo la linea programmatica con la quale s'era presentato dalle Primarie alla campagna elettorale vera e propria, fino ai primi mesi di governo. Il tira e molla sui nuovi assessori (azzeramento, rimpasto, lasciare tutto com'è fino al bilancio) è sintomatico d'una grande incertezza che regna nella compagine di governo. Il nuovo è più o meno come il vecchio e molta parte dell'opinione pubblica è stizzita per questo. I consiglieri sanno in cuor loro che AB vuole azzerare e la mossa di aspettare il bilancio indispettisce ancora di più, pur con intenzioni favorevoli a votarlo e forse più che altro frutto delle "minacce" politiche del sindaco di mandare tutti a casa: dolore tremendo per tanti che sanno di avere difficoltà ad essere rieletti, che sanno di dover investire nuovi denari in future ravvicinate campagne elettorali e, diciamolo, spaventati dal fatto di non poter fare i cacchi loro, con l'arrivo d'un nuovo commissario prefettizio. O consapevoli che non ci saranno serbatoi di voti a disposizione, da parte di consiglieri di destra, non candidatisi alle ultimi elezioni per scelta o per indagini. E' una mentalità cancerogena quella che ha ammorbato la mente di molti politici tranesi e non regge la solfa della candidatura politica d'un sindaco di partito che avrebbe giovato di più alla causa del partito o della città. Avrebbe fatto pure peggio, secondo noi, blindato dalla stessa "copertura" politica che non sarebbe passata nemmeno dalla menata della Giunte delle competenze e avrebbe piazzato "yes man" pronti a votare tutto, pure porcate peggiori. Il sindaco attuale infatti ci ha messo pochi mesi a capire che aveva bisogno di altro rispetto a discorsi su competenze e merito. E i risultati si sono visti. Sono sotto gli occhi.
Un tira e molla snervante per la Città che ad andare bene alla fine assisterà al massimo ad un "trascinarsi" di questo governo senza programmazione e senza slanci.
In una riunione con gli assessori dell'attuale giunta, uno di questi avrebbe pure rinfacciato al sindaco la "gaffe" di aver ufficializzato il fatto che ci fossero assessori di riferimento rispetto ai consiglieri. Una tesi sulla quale noi giornalisti avevamo usato sempre prudentemente il modo condizionale, ma che il sindaco ha ufficializzato alla luce del sole, quando ha detto che i dissidenti non votavano un provvedimento già approvato dagli assessori cui facevano riferimento. Un "gioco" politico e di parole volto a "danneggiare" politicamente entrambe le figure: quella del consigliere "padrone" dell'assessore ma dissidente, quindi meritevole di disprezzo pubblico, e quella dell'assessore che, pur subordinato al consigliere, ne dovrebbe condizionare i voti con il suo primo atto. È il feudalesimo 2.0 come già detto in altre occasioni e il rapporto tra signori e vassalli si riproduce anche su scala local – nazionale: marionette e subordinati, tremanti e attenti alla mano del padrone: che sia Renzi, che sia Emiliano, che sia Orlando.
E' il momento del gioco delle parti tra chi dice, tra i consiglieri, come durante il governo Riserbato agli ultimi rantoli: "Prima i nomi dei nuovi assessori, previo azzeramento e poi i voti per il bilancio; mentre nella testa del primo cittadino gira questa tesi: "Niente azzeramento ora: prima i voti per il bilancio, poi, eventualmente gli assessori". Più d'un consigliere, anche fra i cosiddetti dissidenti, avrebbe fatto comunque sapere che il bilancio lo voterebbe comunque. Bluff o realtà? Qualcun altro, anche se gli scrupoli se li vorrebbe far passare in fretta, sta pensando alla pesante manovra che ne scaturirebbe, con , come dicemmo, conseguente danno al consenso. Ma in fondo tutti stanno imparando a pensare in termini d "re del Ciambotto", figura in espansione tipica d'una politica sempre più votata al compromesso e al "chi se ne frega dei cittadini": l'importante è la mia carriera politica. Tanto di contenuti e sostanza non c'è da offrire più nulla. Tanto vale sistemare l'orticello proprio. Significative le parole del sindaco all'inaugurazione del Circolo Tobagi, con Gargiuolo nuovo presidente. Per chi mi segue con costanza, sa bene che il nome di Roberto G. girava da tempo negli ambienti con prospettive di nuovi ruoli e candidatura a primo cittadino in particolare, una volta fallite le possibilità di una riconferma in STP, non c'era certo bisogno di conferme derivanti dall'occasione di sabato scorso.
Ma si diceva delle significative parole del sindaco. Lui si lamenta di subire critiche negative ed esposti in Procura, non alla fine dei cinque anni, ma già ora, dopo due anni di governo. Credo che questo problema sia conseguenza del fatto che fin d'ora non stia mantenendo la linea programmatica con la quale s'era presentato dalle Primarie alla campagna elettorale vera e propria, fino ai primi mesi di governo. Il tira e molla sui nuovi assessori (azzeramento, rimpasto, lasciare tutto com'è fino al bilancio) è sintomatico d'una grande incertezza che regna nella compagine di governo. Il nuovo è più o meno come il vecchio e molta parte dell'opinione pubblica è stizzita per questo. I consiglieri sanno in cuor loro che AB vuole azzerare e la mossa di aspettare il bilancio indispettisce ancora di più, pur con intenzioni favorevoli a votarlo e forse più che altro frutto delle "minacce" politiche del sindaco di mandare tutti a casa: dolore tremendo per tanti che sanno di avere difficoltà ad essere rieletti, che sanno di dover investire nuovi denari in future ravvicinate campagne elettorali e, diciamolo, spaventati dal fatto di non poter fare i cacchi loro, con l'arrivo d'un nuovo commissario prefettizio. O consapevoli che non ci saranno serbatoi di voti a disposizione, da parte di consiglieri di destra, non candidatisi alle ultimi elezioni per scelta o per indagini. E' una mentalità cancerogena quella che ha ammorbato la mente di molti politici tranesi e non regge la solfa della candidatura politica d'un sindaco di partito che avrebbe giovato di più alla causa del partito o della città. Avrebbe fatto pure peggio, secondo noi, blindato dalla stessa "copertura" politica che non sarebbe passata nemmeno dalla menata della Giunte delle competenze e avrebbe piazzato "yes man" pronti a votare tutto, pure porcate peggiori. Il sindaco attuale infatti ci ha messo pochi mesi a capire che aveva bisogno di altro rispetto a discorsi su competenze e merito. E i risultati si sono visti. Sono sotto gli occhi.
Un tira e molla snervante per la Città che ad andare bene alla fine assisterà al massimo ad un "trascinarsi" di questo governo senza programmazione e senza slanci.
In una riunione con gli assessori dell'attuale giunta, uno di questi avrebbe pure rinfacciato al sindaco la "gaffe" di aver ufficializzato il fatto che ci fossero assessori di riferimento rispetto ai consiglieri. Una tesi sulla quale noi giornalisti avevamo usato sempre prudentemente il modo condizionale, ma che il sindaco ha ufficializzato alla luce del sole, quando ha detto che i dissidenti non votavano un provvedimento già approvato dagli assessori cui facevano riferimento. Un "gioco" politico e di parole volto a "danneggiare" politicamente entrambe le figure: quella del consigliere "padrone" dell'assessore ma dissidente, quindi meritevole di disprezzo pubblico, e quella dell'assessore che, pur subordinato al consigliere, ne dovrebbe condizionare i voti con il suo primo atto. È il feudalesimo 2.0 come già detto in altre occasioni e il rapporto tra signori e vassalli si riproduce anche su scala local – nazionale: marionette e subordinati, tremanti e attenti alla mano del padrone: che sia Renzi, che sia Emiliano, che sia Orlando.