Mazza e panella
Violenza sulle donne anche a Trani. Ma denunciare è ancora un tabù
Mazza e panella di Giovanni Ronco
martedì 12 marzo 2019
8.56
Prendo spunto dall'incredibile episodio raccontato ieri dai colleghi di Andriaviva . Un padre di famiglia ha "spaccato la faccia" della moglie alla presenza delle bambine. In molti casi, avvenuti anche a Trani, magari non c'è una violenza fisica conclamata, ma possiamo dire di essere a conoscenza di svariate situazioni di tensioni familiari striscianti e continue, nascoste anche ai parenti più stretti, che spesso e volentieri si scaricano proprio sulle donne. Pressioni psicologiche, parolacce dai mariti e spesso anche dai figli, comportamenti freddi e dispregiativi.
Tutto questo costituisce l'anticamera del maltrattamento anche fisico, che magari avviene pure all'insaputa di tutti, ma in nessuno dei casi raccontati le donne denunciano o chiedono aiuto. Dalle nostre parti vige ancora la famosa frase: " Cosa deve dire poi la gente...?" ; ed in virtù di questa frase quasi rituale, si sancisce il silenzio e la supina accettazione da parte delle donne di qualsiasi tipo di sopruso. Senza che se ne sappia nulla.
Ho evitato di affrontare questa tematica lo scorso 8 marzo, onde aggirare il rischio della retorica e l'inflazione dell'argomento, già ampiamente presente sui media e sui social.
Ma quante donne anche a Trani vivono relegate in casa, limitate alle mansioni classiche del procreare, lavare e crescere i figli? Quante donne, senza che nessuno lo sappia, sono state costrette ad abortire, magari anche contro la propria volontà? Quante donne rinunciano ad avere un ruolo nella società a prescindere?
Quante volte alla fine di riunioni politiche nelle quali avevano partecipato donne, al termine, da parte di maschi nobili rimasti soli,erano partite frasi sessiste, sfotto' di varia natura, da quello più innocuo " sul mandolino" a quello micidiale ed oxfordiano sulle capacità relative al sesso orale? Una "suburra" contro le donne che parte da lontano, dove il cattivo esempio viene anche e soprattutto "dall'alto" ( tra padri di famiglia, datori di lavoro arrapati- le molestie in questo caso piovono a raffica ma per non perdere il posto di lavoro spesso nessuna parla o denuncia- o cittadini impegnati anche in associazioni o partiti. Ben venga il lavoro di realtà come Save, ma tante donne tranesi e della Bat e del Sud in genere dovrebbero decidersi a denunciare o semplicemente a chiedere aiuto.
Tutto questo costituisce l'anticamera del maltrattamento anche fisico, che magari avviene pure all'insaputa di tutti, ma in nessuno dei casi raccontati le donne denunciano o chiedono aiuto. Dalle nostre parti vige ancora la famosa frase: " Cosa deve dire poi la gente...?" ; ed in virtù di questa frase quasi rituale, si sancisce il silenzio e la supina accettazione da parte delle donne di qualsiasi tipo di sopruso. Senza che se ne sappia nulla.
Ho evitato di affrontare questa tematica lo scorso 8 marzo, onde aggirare il rischio della retorica e l'inflazione dell'argomento, già ampiamente presente sui media e sui social.
Ma quante donne anche a Trani vivono relegate in casa, limitate alle mansioni classiche del procreare, lavare e crescere i figli? Quante donne, senza che nessuno lo sappia, sono state costrette ad abortire, magari anche contro la propria volontà? Quante donne rinunciano ad avere un ruolo nella società a prescindere?
Quante volte alla fine di riunioni politiche nelle quali avevano partecipato donne, al termine, da parte di maschi nobili rimasti soli,erano partite frasi sessiste, sfotto' di varia natura, da quello più innocuo " sul mandolino" a quello micidiale ed oxfordiano sulle capacità relative al sesso orale? Una "suburra" contro le donne che parte da lontano, dove il cattivo esempio viene anche e soprattutto "dall'alto" ( tra padri di famiglia, datori di lavoro arrapati- le molestie in questo caso piovono a raffica ma per non perdere il posto di lavoro spesso nessuna parla o denuncia- o cittadini impegnati anche in associazioni o partiti. Ben venga il lavoro di realtà come Save, ma tante donne tranesi e della Bat e del Sud in genere dovrebbero decidersi a denunciare o semplicemente a chiedere aiuto.