Riscoprendo Trani
Epitaffio della Disfida
Lontano dagli occhi ma non dal cuore
venerdì 18 novembre 2011
Che in città ci siano numerosi siti di interesse storico in stato di abbandono è cosa acclarata. Pensate un pò come sia la situazione in campagna. Facendo un giro per l'agro tranese ci possiamo accorgere di quanto sia antica la storia di Trani. Eppure, come un nonno che viene abbandonato dai propri nipoti, così l'epitaffio che ricorda la Disfida di Barletta, giace in un luogo sperduto vittima dell'incuria e del disinteresse. « Lontano dagli occhi, lontano dal cuore» mormora Giuseppe Giusto, dell'associazione Obiettivo Trani.
Nel corso degli anni, più volte è stato levato il grido: «Salviamo quel monumento». Questo ci fa capire che, probabilmente, non è proprio lontano dal cuore di tutti. In più occasioni Giuseppe Giusto si è interessato al monumento raccogliendo in un dossier, oltre alla storia, anche delle proposte per la rivalutazione. Individua, anzitutto, il degrado: una delle due colonne che riporta le epigrafi poste ai lati dell'ingresso al tratturo è scomparsa;. Le lapidi e lo stemma risultano danneggiate, ciò che rimane del serto bronzeo sistemato nel 1975 è arrugginito. Dal 2003 la situazione è peggiorata poiché, oltre alle erbacce, il monumento è deturpato da scritte fatte con le bombolette spray. La proposta di Giusto consiste essenzialmente nella costruzione di un colonnato coperto a forma di semicerchio che includa il monumento esistente. Su ogni colonna si potrebbero scolpire i nomi dei tredici cavalieri italiani e davanti al colonnato ritagliare uno spazio utile per contentere una quantità di persone per lo svolgimento di eventuali manifestazioni. La proposta, dal 2007, è stata posta nel dimenticatoio, insieme al monumento.
Alcuni giovani dell'associazione Fare Verde si ripropongono ogni anno di ripulire il monumento. «Anche quest'anno - anticipa Andrea Moselli, presidente dell'associazione - ci muniremo di quanto necessario e ci arrampicheremo sull'epitaffio per ripulirlo e ricordarne la storia».
Il 13 febbraio del 1503 fu combattuta fra tredici cavalieri italiani e tredici cavalieri francesi la famosa Disfida di Barletta. L'epico fatto di armi avvenne in territorio di Trani, giacchè la città, per essere in quell'anno sotto il dominio Veneto, rappresentava una piccola Svizzera, nel quale aggiudicarsi l'Italia. Il luogo dove fu combattuta la Disfida è posto in contrada Sant'Elia che si incunea, al di là della provinciale che congiunge Andria a Corato, nel cuore dei territori di questi Comuni. La tenuta di Sant'Elia appartenne ai benedettini del convento di Santa Maria di Colonna fino al 1441, anno in cui fu ceduta in permuta a Berlingiero de Miro. In ogni caso, prima del 1503, forse per annullamento dell'atto di permuta, tutta la vasta tenuta di Sant'Elia, che si estendeva per 500 ettari, passò in proprietà del Capitolo metropolitano di Trani che la detenne fino alla legge di soppressione degli Enti ecclesiastici del 1866. In ricordo della disfida, Ferrante Caracciolo, duca d'Airola, fece erigere nel 1583 un monumento con iscrizione in latino dettata dall'umanista Petro Angeli. Il monumento fu abbattuto nel 1805 dai francesi di stanza in Puglia ma venne riedificato nel 1846 a cura del Capitolo metropolitano di Trani.
All'ingresso del viale che porta all'epitaffio vi sono due pilastri in pietra con la riproduzione dello stemma di Trani con le seguenti iscrizioni: «Qui nel 1503, si pugnò la Disfida dei tredici sul terreno neutrale di dominio Veneto. Bel fatto di valore italico contro l'arroganza degli invasori in età ignava» e «A XIII febbraio MDIII in equo certame contro tredici francesi qui tredici d'ogni terra italiana ricomposero la patria dilaniata nell'unità dell'onore antico e tra due invasori provarono che dove l'animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono». Tutte e due le epigrafi riprodotte furono dettate da Giovanni Bovio.
L'epitaffio della Disfida è notificato come bene d'interesse storico ai sensi della vigente legislazione per la tutela del patrimonio artistico della Nazione. Sia il manufatto che il campo sul quale fu combattuto il glorioso scontro, meriterebbero i provvedimenti più opportuni per la loro conservazione e la loro valorizzazione.
Come raggiungere l'epitaffio: da Trani dirigetevi verso Corato e proseguite sulla strada provinciale SP231 (ex statale 98) in direzione Andria/Foggia. Dopo pochi chilometri, prima di giungere ad Andria, troverete lo svincolo con l'indicazione turistica "Epitaffio della Disfida". La cartellonistica vi guiderà fino al luogo esatto.
Hanno collaborato Giuseppe Giusto e Saverio Cortellino
Nel corso degli anni, più volte è stato levato il grido: «Salviamo quel monumento». Questo ci fa capire che, probabilmente, non è proprio lontano dal cuore di tutti. In più occasioni Giuseppe Giusto si è interessato al monumento raccogliendo in un dossier, oltre alla storia, anche delle proposte per la rivalutazione. Individua, anzitutto, il degrado: una delle due colonne che riporta le epigrafi poste ai lati dell'ingresso al tratturo è scomparsa;. Le lapidi e lo stemma risultano danneggiate, ciò che rimane del serto bronzeo sistemato nel 1975 è arrugginito. Dal 2003 la situazione è peggiorata poiché, oltre alle erbacce, il monumento è deturpato da scritte fatte con le bombolette spray. La proposta di Giusto consiste essenzialmente nella costruzione di un colonnato coperto a forma di semicerchio che includa il monumento esistente. Su ogni colonna si potrebbero scolpire i nomi dei tredici cavalieri italiani e davanti al colonnato ritagliare uno spazio utile per contentere una quantità di persone per lo svolgimento di eventuali manifestazioni. La proposta, dal 2007, è stata posta nel dimenticatoio, insieme al monumento.
Alcuni giovani dell'associazione Fare Verde si ripropongono ogni anno di ripulire il monumento. «Anche quest'anno - anticipa Andrea Moselli, presidente dell'associazione - ci muniremo di quanto necessario e ci arrampicheremo sull'epitaffio per ripulirlo e ricordarne la storia».
Il 13 febbraio del 1503 fu combattuta fra tredici cavalieri italiani e tredici cavalieri francesi la famosa Disfida di Barletta. L'epico fatto di armi avvenne in territorio di Trani, giacchè la città, per essere in quell'anno sotto il dominio Veneto, rappresentava una piccola Svizzera, nel quale aggiudicarsi l'Italia. Il luogo dove fu combattuta la Disfida è posto in contrada Sant'Elia che si incunea, al di là della provinciale che congiunge Andria a Corato, nel cuore dei territori di questi Comuni. La tenuta di Sant'Elia appartenne ai benedettini del convento di Santa Maria di Colonna fino al 1441, anno in cui fu ceduta in permuta a Berlingiero de Miro. In ogni caso, prima del 1503, forse per annullamento dell'atto di permuta, tutta la vasta tenuta di Sant'Elia, che si estendeva per 500 ettari, passò in proprietà del Capitolo metropolitano di Trani che la detenne fino alla legge di soppressione degli Enti ecclesiastici del 1866. In ricordo della disfida, Ferrante Caracciolo, duca d'Airola, fece erigere nel 1583 un monumento con iscrizione in latino dettata dall'umanista Petro Angeli. Il monumento fu abbattuto nel 1805 dai francesi di stanza in Puglia ma venne riedificato nel 1846 a cura del Capitolo metropolitano di Trani.
All'ingresso del viale che porta all'epitaffio vi sono due pilastri in pietra con la riproduzione dello stemma di Trani con le seguenti iscrizioni: «Qui nel 1503, si pugnò la Disfida dei tredici sul terreno neutrale di dominio Veneto. Bel fatto di valore italico contro l'arroganza degli invasori in età ignava» e «A XIII febbraio MDIII in equo certame contro tredici francesi qui tredici d'ogni terra italiana ricomposero la patria dilaniata nell'unità dell'onore antico e tra due invasori provarono che dove l'animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono». Tutte e due le epigrafi riprodotte furono dettate da Giovanni Bovio.
L'epitaffio della Disfida è notificato come bene d'interesse storico ai sensi della vigente legislazione per la tutela del patrimonio artistico della Nazione. Sia il manufatto che il campo sul quale fu combattuto il glorioso scontro, meriterebbero i provvedimenti più opportuni per la loro conservazione e la loro valorizzazione.
Come raggiungere l'epitaffio: da Trani dirigetevi verso Corato e proseguite sulla strada provinciale SP231 (ex statale 98) in direzione Andria/Foggia. Dopo pochi chilometri, prima di giungere ad Andria, troverete lo svincolo con l'indicazione turistica "Epitaffio della Disfida". La cartellonistica vi guiderà fino al luogo esatto.
Hanno collaborato Giuseppe Giusto e Saverio Cortellino