Riscoprendo Trani
Tornano a suonare le campane del Castello di Trani: foto esclusive
La storia e le foto dell'orologio ottocentesco
sabato 22 febbraio 2014
0.37
Dopo decenni di silenzio le campane dell'orologio ottocentesco, collocato nella piccola torre sul prospetto orientale del Castello di Trani, torneranno a far sentire la loro voce, durante una cerimonia ufficiale, il 23 febbraio 2014. Questa "restituzione della voce" al Castello, avverrà nell'ambito degli obiettivi del Rotary International e grazie ad una raccolta fondi operata dal Club tramite una lotteria tra rotariani e sostenitori del Rotary.
La torre e l'orologio vennero innalzati sul prospetto orientale del Castello Trani nel 1848 quando venne trasformato in carcere, questo perché si sentì la necessità di regolare la vita interna del carcere. Sul quadrante sono incisi in numeri romani le dodici ore. La sua caratteristica è quella di avere una sola lancetta a forma di saetta con un sole centrale. Anche questo orologio, come tutti gli altri sei esistenti in città, era regolato sull'ora italica, tuttavia, in virtù di uno strano meccanismo, suonava il quarto, la mezz'ora ed i tre quarti.
La carica durava dodici ore ed il suo suono regolava la vita del carcere, dei carcerieri e dei carcerati che contavano i giorni graffiandoli con un segno sui muri. Il meccanismo, in ferro battuto, fatto da un abile meccanico orologiaio di Foggia, ha un pendolo a forma di mezza luna, che si contrappone al disco solare apposto all'esterno. Restaurato nel 1996 dal signor Zaccaria di Bari, l'orologio ha fatto sentire la sua voce grazie all'impegno di Rocco Traicco, restauratore della Soprintendenza ed impiegato al Castello. Circa dieci anni fa, Rocco Traicco è andato in pensione e da allora l'orologio è rimasto fermo. Oggi torna a far sentire i suoi rintocchi grazie all'impegno della direttrice del Castello, Margherita Pasquale e ad un accordo con il Rotary Club di Trani che ha permesso il restauro delle campane e l'elettrificazione del meccanismo.
La torre e l'orologio vennero innalzati sul prospetto orientale del Castello Trani nel 1848 quando venne trasformato in carcere, questo perché si sentì la necessità di regolare la vita interna del carcere. Sul quadrante sono incisi in numeri romani le dodici ore. La sua caratteristica è quella di avere una sola lancetta a forma di saetta con un sole centrale. Anche questo orologio, come tutti gli altri sei esistenti in città, era regolato sull'ora italica, tuttavia, in virtù di uno strano meccanismo, suonava il quarto, la mezz'ora ed i tre quarti.
La carica durava dodici ore ed il suo suono regolava la vita del carcere, dei carcerieri e dei carcerati che contavano i giorni graffiandoli con un segno sui muri. Il meccanismo, in ferro battuto, fatto da un abile meccanico orologiaio di Foggia, ha un pendolo a forma di mezza luna, che si contrappone al disco solare apposto all'esterno. Restaurato nel 1996 dal signor Zaccaria di Bari, l'orologio ha fatto sentire la sua voce grazie all'impegno di Rocco Traicco, restauratore della Soprintendenza ed impiegato al Castello. Circa dieci anni fa, Rocco Traicco è andato in pensione e da allora l'orologio è rimasto fermo. Oggi torna a far sentire i suoi rintocchi grazie all'impegno della direttrice del Castello, Margherita Pasquale e ad un accordo con il Rotary Club di Trani che ha permesso il restauro delle campane e l'elettrificazione del meccanismo.