Salute d'asporto
Attività fisica e risposta immunitaria
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 29 aprile 2023
Essere fisicamente attivi è un'ottima condizione per essere in salute, infatti un'altra ragione per abbandonare le vecchie abitudini ed iniziare una sana e regolare attività fisica è il miglioramento che quest'ultima ha sulle funzioni immunitarie. L'immunologia dell'esercizio, che studia le interazioni dei fattori fisici, ambientali e psicologici sulle funzioni immunitarie, suggerisce che un'attività fisica di moderata intensità comporta un aumento dell'attività immunitaria. In particolare, le cellule coinvolte sono le Natural Killer, una particolare linea cellulare che presenta una attività citotossica innata nei confronti di agenti patogeni. Inoltre grazie all'attività fisica si previene la diminuzione legata all'età dell'attività dei linfociti di tipo T, cellule che intervengono direttamente nella difesa contro le infezioni virali e da funghi e contribuiscono alla regolazione di altri sistemi immunitari.
La nutrizione può ottimizzare o peggiorare le funzioni del sistema immunitario sottoposto ad un allenamento.
Per esempio il consumo di una dieta ricca di grassi ha effetti negativi sul sistema immunitario, rispetto ad una dieta ricca in carboidrati, finalizzata alla pratica sportiva. Nel corso dell'articolo ho menzionato esclusivamente l'attività fisica moderata, questo perché la letteratura scientifica è discordante sul ruolo dell'attività fisica intensa e dello sforzo prolungato sul sistema immunitario. In sintesi uno stress psicofisico eccessivo può compromettere la funzione immunitaria, in particolare il periodo più critico è quello appena successivo alla fine dell'allenamento, periodo in cui è più facile essere esposti alle infezioni, soprattutto delle prime vie respiratorie.
Si parla dell'ipotesi della finestra aperta, che appunto sostiene che un elevato stress fisico determini uno stato di immunodeficienza transitoria. In individui che si allenano regolarmente con un tenore moderato, questa finestra rimane chiusa, mantenendo in questo modo i benefici di un regolare esercizio sul sistema immunitario.
La nutrizione può ottimizzare o peggiorare le funzioni del sistema immunitario sottoposto ad un allenamento.
Per esempio il consumo di una dieta ricca di grassi ha effetti negativi sul sistema immunitario, rispetto ad una dieta ricca in carboidrati, finalizzata alla pratica sportiva. Nel corso dell'articolo ho menzionato esclusivamente l'attività fisica moderata, questo perché la letteratura scientifica è discordante sul ruolo dell'attività fisica intensa e dello sforzo prolungato sul sistema immunitario. In sintesi uno stress psicofisico eccessivo può compromettere la funzione immunitaria, in particolare il periodo più critico è quello appena successivo alla fine dell'allenamento, periodo in cui è più facile essere esposti alle infezioni, soprattutto delle prime vie respiratorie.
Si parla dell'ipotesi della finestra aperta, che appunto sostiene che un elevato stress fisico determini uno stato di immunodeficienza transitoria. In individui che si allenano regolarmente con un tenore moderato, questa finestra rimane chiusa, mantenendo in questo modo i benefici di un regolare esercizio sul sistema immunitario.