Salute d'asporto
Blocco del peso
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 18 novembre 2023
9.31
Intraprendere un percorso di dimagrimento prevede necessariamente la tappa del blocco del peso, punto in cui subentra lo sconforto perché l'ago della bilancia sembra essersi bloccato.
Nella maggior parte dei casi la colpa ricade sul metabolismo lento o su alcuni alimenti che possono causare gonfiore, ma in realtà è bene sapere che l'origine del problema può essere multifattoriale.
Alcune cause sono soggettive, poiché riguardano il comportamento adottato a tavola o in generale nei confronti del piano nutrizionale, mentre altre possono essere di natura ormonale o psicologica.
Nonostante i numerosi studi riguardanti la nutrizione, si tende ad associare il concetto di dieta a "restrizione dietetica privativa", niente di più sbagliato. Il metabolismo basale rappresenta l'energia necessaria affinché il corpo possa svolgere le normali funzioni vitali in una condizione di riposo, e viene regolato da vari meccanismi ormonali; un abbassamento calorico al di sotto del metabolismo basale e, soprattutto, per un tempo indefinito, comporta una riduzione dell'attività energetica e, di conseguenza, un blocco nella perdita del peso. Inoltre un agente stressogeno (dieta compresa) attiva il rilascio di cortisolo (ormone dello stress) che implica una risposta anti-dimagrante ed uno stato di salute muscolare e psicologica peggiore.
Oltre a questo fattore è doveroso controllare alcuni parametri prima di imbarcarsi in un percorso dietetico, come l'assetto tiroideo e l'insulina. Uno squilibrio nella produzione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo o ipertiroidismo) può interferire significativamente con il percorso dimagrante, soprattutto nel caso dell'ipotiroidismo che ha come conseguenza l'aumento del peso. L'insulina ha un ruolo fortemente anabolico (permette di costruire nuovi elementi cellulari) ed è l'ormone deputato all'assimilazione del glucosio nei tessuti, lo stesso ormone che determina il segnale per l'immagazzinamento del glucosio sotto forma di grassi, all'interno del tessuto adiposo. Un eccesso di insulina, dovuto sia ad una condizione clinica nota come insulino-resistenza ed iperinsulinemia, sia ad un eccesso di carboidrati determina non solo un blocco nel dimagrimento, ma anche un aumento di peso.
Facendo un passo indietro e richiamando in ballo le famose diete fai da te, dove si ha un calo drastico e sbilanciato di nutrienti, in questi casi il paziente stimolato dal senso di fame tende a consumare più pasti, per la maggior parte glucidici, e quindi a stimolare il rilascio di insulina e ad aumentare l'introito calorico.
Quindi per affrontare un sano calo ponderale è utile essere in un regime sotto controllo medico, evitare manovre casalinghe drastiche che potrebbero soltanto peggiorare lo stato di salute metabolica e psicofisica.
Nella maggior parte dei casi la colpa ricade sul metabolismo lento o su alcuni alimenti che possono causare gonfiore, ma in realtà è bene sapere che l'origine del problema può essere multifattoriale.
Alcune cause sono soggettive, poiché riguardano il comportamento adottato a tavola o in generale nei confronti del piano nutrizionale, mentre altre possono essere di natura ormonale o psicologica.
Nonostante i numerosi studi riguardanti la nutrizione, si tende ad associare il concetto di dieta a "restrizione dietetica privativa", niente di più sbagliato. Il metabolismo basale rappresenta l'energia necessaria affinché il corpo possa svolgere le normali funzioni vitali in una condizione di riposo, e viene regolato da vari meccanismi ormonali; un abbassamento calorico al di sotto del metabolismo basale e, soprattutto, per un tempo indefinito, comporta una riduzione dell'attività energetica e, di conseguenza, un blocco nella perdita del peso. Inoltre un agente stressogeno (dieta compresa) attiva il rilascio di cortisolo (ormone dello stress) che implica una risposta anti-dimagrante ed uno stato di salute muscolare e psicologica peggiore.
Oltre a questo fattore è doveroso controllare alcuni parametri prima di imbarcarsi in un percorso dietetico, come l'assetto tiroideo e l'insulina. Uno squilibrio nella produzione degli ormoni tiroidei (ipotiroidismo o ipertiroidismo) può interferire significativamente con il percorso dimagrante, soprattutto nel caso dell'ipotiroidismo che ha come conseguenza l'aumento del peso. L'insulina ha un ruolo fortemente anabolico (permette di costruire nuovi elementi cellulari) ed è l'ormone deputato all'assimilazione del glucosio nei tessuti, lo stesso ormone che determina il segnale per l'immagazzinamento del glucosio sotto forma di grassi, all'interno del tessuto adiposo. Un eccesso di insulina, dovuto sia ad una condizione clinica nota come insulino-resistenza ed iperinsulinemia, sia ad un eccesso di carboidrati determina non solo un blocco nel dimagrimento, ma anche un aumento di peso.
Facendo un passo indietro e richiamando in ballo le famose diete fai da te, dove si ha un calo drastico e sbilanciato di nutrienti, in questi casi il paziente stimolato dal senso di fame tende a consumare più pasti, per la maggior parte glucidici, e quindi a stimolare il rilascio di insulina e ad aumentare l'introito calorico.
Quindi per affrontare un sano calo ponderale è utile essere in un regime sotto controllo medico, evitare manovre casalinghe drastiche che potrebbero soltanto peggiorare lo stato di salute metabolica e psicofisica.