Salute d'asporto
Com'è fatto il surimi?
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
domenica 17 luglio 2022
"Siamo ciò che mangiamo" celebre frase atta a rappresentare le abitudini alimentari di un individuo e di come il cibo sia una parte importante del nostro stato di salute. Ma per essere ciò che mangiamo, dobbiamo conoscere gli alimenti, in modo da fare scelte intelligenti e consapevoli. Con questa premessa oggi voglio parlarvi del Surimi.
Questo alimento, originario del Giappone, è un prodotto industriale a base di pesce, comunemente utilizzato nelle nostre casa, soprattutto come secondo fresco e per accompagnare le insalate. In commercio viene venduto al sapore di granchio o gambero, ma in realtà è caratterizzato dalla lavorazione di compnenti di pesce, strutturati sotto forma di sfoglia nel prodotto finito (il nome stesso del prodotto significa pesce tritato).
L'etichetta nutrizionale indica che il surimi contiene soltanto il 30-40% di polpa di pesce tritato, senza però specificare di quale pesce stiamo parlando, anche se i più utilizzati sono merluzzo, sgombro, carpa asiatica, mentre il restante 60-70% è composto da ingredienti addizionati, coloranti ed addensanti, soprattutto fecola di patate e farine. Anche la tipica colorazione arancione è artificiale in quanto vengono utilizzati coloranti per renderne più appetibile l'aspetto e, come già accennato, il sapore di granchio è dovuto a insaporitoti aggiuntivi, poiché di granchio non c'è nulla.
Questo alimento dovrebbe essere scartato da soggetti a rischio, celiaci, ipertesi e ipercolesterolemici, anziani e bambini, diabetici, in gravidanza e da soggetti allergici; mentre i soggetti in salute potrebbero consumarlo con moderazione e consapevolezza.
Il surimi pur appartenendo alla categoria ittica non possiede le stesse proprietà di pesce e crostacei, infatti ha un profilo proteico molto basso, non contiene acidi grassi omega 3, ma contiene acidi grassi saturi per via della lavorazione, presenta un elevato contenuto di polifosfati che incidono sull'attività renale e sul profilo lipidico del sangue. Infine presenta poche fibre, piccole quantità di micronutrienti, come magnesio, ferro, calcio e vitamina B 12.
Il surimi, così come tanti alimenti industriali, deve essere utilizzato con moderazione e, soprattutto, l'obiettivo di questo articolo è di non pensare che sia un sostituto del pesce fresco. Sicuramente potrete iniziare leggendo l'etichetta e cercando di acquistare un prodotto in cui viene descritto il tipo di pesce di partenza, anche se il prezzo di vendita non è poi così conveniente, poiché è venduto quasi al pari di un filetto di pesce di allevamento.
Questo alimento, originario del Giappone, è un prodotto industriale a base di pesce, comunemente utilizzato nelle nostre casa, soprattutto come secondo fresco e per accompagnare le insalate. In commercio viene venduto al sapore di granchio o gambero, ma in realtà è caratterizzato dalla lavorazione di compnenti di pesce, strutturati sotto forma di sfoglia nel prodotto finito (il nome stesso del prodotto significa pesce tritato).
L'etichetta nutrizionale indica che il surimi contiene soltanto il 30-40% di polpa di pesce tritato, senza però specificare di quale pesce stiamo parlando, anche se i più utilizzati sono merluzzo, sgombro, carpa asiatica, mentre il restante 60-70% è composto da ingredienti addizionati, coloranti ed addensanti, soprattutto fecola di patate e farine. Anche la tipica colorazione arancione è artificiale in quanto vengono utilizzati coloranti per renderne più appetibile l'aspetto e, come già accennato, il sapore di granchio è dovuto a insaporitoti aggiuntivi, poiché di granchio non c'è nulla.
Questo alimento dovrebbe essere scartato da soggetti a rischio, celiaci, ipertesi e ipercolesterolemici, anziani e bambini, diabetici, in gravidanza e da soggetti allergici; mentre i soggetti in salute potrebbero consumarlo con moderazione e consapevolezza.
Il surimi pur appartenendo alla categoria ittica non possiede le stesse proprietà di pesce e crostacei, infatti ha un profilo proteico molto basso, non contiene acidi grassi omega 3, ma contiene acidi grassi saturi per via della lavorazione, presenta un elevato contenuto di polifosfati che incidono sull'attività renale e sul profilo lipidico del sangue. Infine presenta poche fibre, piccole quantità di micronutrienti, come magnesio, ferro, calcio e vitamina B 12.
Il surimi, così come tanti alimenti industriali, deve essere utilizzato con moderazione e, soprattutto, l'obiettivo di questo articolo è di non pensare che sia un sostituto del pesce fresco. Sicuramente potrete iniziare leggendo l'etichetta e cercando di acquistare un prodotto in cui viene descritto il tipo di pesce di partenza, anche se il prezzo di vendita non è poi così conveniente, poiché è venduto quasi al pari di un filetto di pesce di allevamento.