Salute d'asporto
Dolcificanti ed aumento della glicemia
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 20 agosto 2022
Gli edulcoranti artificiali non calorici (NAS) sono sempre più utilizzati nel mondo alimentare, soprattutto nei contesti dietetici e come supporto a chi vuole diminuire un po' di calorie. I NAS sono stati introdotti circa un secolo fa per conferire un sapore dolce agli alimenti, senza però avere l'alto contenuto calorico associato agli zuccheri, portando un miglioramento sul dimagrimento, sul livello glicemico e sull'aderenza alla dieta in generale.
Per queste ragioni sono stati utilizzati, anche in soggetti affetti da patologie, come ad esempio il diabete mellito di tipo 2. La letteratura scientifica però ci mostra tesi discordanti sul loro utilizzo, soprattutto in maniera cronica e/o prolungata nel tempo.
In uno studio del 2014 condotto su un modello murino è stato valutato l'impatto metabolico di tre comuni dolcificanti, saccarina, aspartame e sucralosio. Effettuando curve glicemiche su questi animali a seguito della somministrazione di acqua contenente il dolcificante, è stato visto un andamento glicemico comparabile con i risultati di un soggetto con intolleranza al glucosio. Inoltre è stato analizzato il microbiota intestinale di questi topi per valutarne le variazioni a seguito dell'ingestione di saccarina, il risultato ha messo in evidenza un grave stato di disbiosi (alterazione della flora batterica intestinale) con la presenza di ceppi batterici infiammatori.
ll gruppo di Suez et al. ha infine studiato anche il microbiota intestinale di oltre quattrocento persone scoprendo che la popolazione batterica dei consumatori di dolcificanti era profondamente diversa da quella dei non consumatori, sottolineando ancora una volta l'aumento dei ceppi infiammatori. Lo studio suggerisce che l'alterazione del microbiota intestinale è una chiave che comporta un aumento glicemico anche a seguito della somministrazione di saccarina e conclude dicendo che "Insieme ad altri importanti cambiamenti avvenuti nella nutrizione umana, questo aumento del consumo di NAS coincide con il drammatico aumento delle epidemie di obesità e diabete. I nostri risultati suggeriscono che i NAS potrebbero aver contribuito direttamente a rafforzare l' epidemia che loro stessi erano destinati a combattere. Inoltre, i nostri risultati indicano la necessità di sviluppare nuove strategie nutrizionali su misura per l'individuo, integrando allo stesso tempo differenze personalizzate nella composizione e nella funzione del microbiota intestinale". Infine tenete presente che la Società Italiana di Diabetologia non raccomanda l'uso di dolcificanti al posto dello zucchero e che il loro utilizzo sporadico non comporta ripercussioni.
Per queste ragioni sono stati utilizzati, anche in soggetti affetti da patologie, come ad esempio il diabete mellito di tipo 2. La letteratura scientifica però ci mostra tesi discordanti sul loro utilizzo, soprattutto in maniera cronica e/o prolungata nel tempo.
In uno studio del 2014 condotto su un modello murino è stato valutato l'impatto metabolico di tre comuni dolcificanti, saccarina, aspartame e sucralosio. Effettuando curve glicemiche su questi animali a seguito della somministrazione di acqua contenente il dolcificante, è stato visto un andamento glicemico comparabile con i risultati di un soggetto con intolleranza al glucosio. Inoltre è stato analizzato il microbiota intestinale di questi topi per valutarne le variazioni a seguito dell'ingestione di saccarina, il risultato ha messo in evidenza un grave stato di disbiosi (alterazione della flora batterica intestinale) con la presenza di ceppi batterici infiammatori.
ll gruppo di Suez et al. ha infine studiato anche il microbiota intestinale di oltre quattrocento persone scoprendo che la popolazione batterica dei consumatori di dolcificanti era profondamente diversa da quella dei non consumatori, sottolineando ancora una volta l'aumento dei ceppi infiammatori. Lo studio suggerisce che l'alterazione del microbiota intestinale è una chiave che comporta un aumento glicemico anche a seguito della somministrazione di saccarina e conclude dicendo che "Insieme ad altri importanti cambiamenti avvenuti nella nutrizione umana, questo aumento del consumo di NAS coincide con il drammatico aumento delle epidemie di obesità e diabete. I nostri risultati suggeriscono che i NAS potrebbero aver contribuito direttamente a rafforzare l' epidemia che loro stessi erano destinati a combattere. Inoltre, i nostri risultati indicano la necessità di sviluppare nuove strategie nutrizionali su misura per l'individuo, integrando allo stesso tempo differenze personalizzate nella composizione e nella funzione del microbiota intestinale". Infine tenete presente che la Società Italiana di Diabetologia non raccomanda l'uso di dolcificanti al posto dello zucchero e che il loro utilizzo sporadico non comporta ripercussioni.