Salute d'asporto
Fibromialgia: Come comportarsi a tavola?
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 12 ottobre 2024
La Fibromialgia è una delle patologie più sfuggenti, misconosciute, invalidanti, dell'epoca moderna, di solito definita "idiopatica", cioè di origine sconosciuta.
Si stima che dal due all'otto percento della popolazione mondiale ne soffra. È una sindrome caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso accompagnato da altri sintomi, come stanchezza, disturbi intestinali e alterazioni del sonno e dell'umore.
Nel paziente fibromialgico esistono delle alterazioni organiche obiettive che sono:
Un ridotto numero di mitocondri, organelli cellulari deputati alla produzione energetica, con alterata funzionalità
Bassi livelli di triptofano, un aminoacido precursore di serotonina e melatonina, la cui carenza determina ansia, depressione, attacchi di fame, sonno alterato e disturbato.
Bassi livelli di Zinco e Vitamina B12 da cui deriva lo stress ossidativo che danneggia la membrana cellulare.
Carenza di vitamina D in molti pazienti.
Disbiosi e SIBO (anomala sovracrescita di batteri in parti dell'intestino), con alterazione della permeabilità intestinale.
Aumento dell'infiammazione sistemica.
Alterazione dell'Asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Squilibrio del Sistema Nervoso Autonomo e del ciclo sonno-veglia.
Le scelte di stile di vita, in particolare le abitudini alimentari, influenzano ampiamente l'insorgenza del dolore muscoloscheletrico. Seguire una dieta a basso tenore infiammatorio consente di migliorare la sintomatologia, in particolare il paziente dovrebbe:
Inoltre spesso viene indicato nella fibromialgia di eliminare le verdure ed i tuberi appartenenti alle solanaceae (pomodori, melanzana; peperoni, patate), ma io suggerisco di limitarne le assunzioni, soprattutto se combinate, oltre che utilizzare patate e melanzane fresche e senza buccia, proprio per limitare l'assunzione di solanina, principio attivo con proprietà infiammatorie.
In ultima analisi i pazienti affetti da fibromialgia potrebbero essere interessati da sintomi gastrointestinali, soprattutto in relazione a gonfiore e distensione addominale; in questo caso è opportuno valutare l'introduzione di una dieta Low-Fodmap, ovvero una dieta a basso tenore fermentate.
Si stima che dal due all'otto percento della popolazione mondiale ne soffra. È una sindrome caratterizzata da dolore muscoloscheletrico cronico e diffuso, spesso accompagnato da altri sintomi, come stanchezza, disturbi intestinali e alterazioni del sonno e dell'umore.
Nel paziente fibromialgico esistono delle alterazioni organiche obiettive che sono:
Un ridotto numero di mitocondri, organelli cellulari deputati alla produzione energetica, con alterata funzionalità
Bassi livelli di triptofano, un aminoacido precursore di serotonina e melatonina, la cui carenza determina ansia, depressione, attacchi di fame, sonno alterato e disturbato.
Bassi livelli di Zinco e Vitamina B12 da cui deriva lo stress ossidativo che danneggia la membrana cellulare.
Carenza di vitamina D in molti pazienti.
Disbiosi e SIBO (anomala sovracrescita di batteri in parti dell'intestino), con alterazione della permeabilità intestinale.
Aumento dell'infiammazione sistemica.
Alterazione dell'Asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Squilibrio del Sistema Nervoso Autonomo e del ciclo sonno-veglia.
Le scelte di stile di vita, in particolare le abitudini alimentari, influenzano ampiamente l'insorgenza del dolore muscoloscheletrico. Seguire una dieta a basso tenore infiammatorio consente di migliorare la sintomatologia, in particolare il paziente dovrebbe:
- Diminuire il glutine preferendo cereali ed alimenti naturalmente senza glutine
- Eliminare l'utilizzo di zuccheri semplici
- Limitare il lattosio
- Preferire soprattutto il pesce come fonte proteica, ma anche utilizzare carni magre
- Arricchire la propria alimentazione con verdura e frutta
- Utilizzare semi e frutta secca, naturalmente ricca di magnesio ed omega 3
Inoltre spesso viene indicato nella fibromialgia di eliminare le verdure ed i tuberi appartenenti alle solanaceae (pomodori, melanzana; peperoni, patate), ma io suggerisco di limitarne le assunzioni, soprattutto se combinate, oltre che utilizzare patate e melanzane fresche e senza buccia, proprio per limitare l'assunzione di solanina, principio attivo con proprietà infiammatorie.
In ultima analisi i pazienti affetti da fibromialgia potrebbero essere interessati da sintomi gastrointestinali, soprattutto in relazione a gonfiore e distensione addominale; in questo caso è opportuno valutare l'introduzione di una dieta Low-Fodmap, ovvero una dieta a basso tenore fermentate.