Salute d'asporto
Il caffè come regolatore della glicemia
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 22 giugno 2024
9.26
Il caffè è una bevanda comunemente consumata in tutto il mondo, fonte di più di 1000 composti diversi, tra i quali uno dei più studiati è l'acido clorogenico. La tostatura del caffè comporta la perdita di considerevoli quantità di questo principio attivo, per questo motivo oltre che per oggetto di studio, il caffè verde, una bevanda prodotta con semi di caffè non tostati, mostra migliori proprietà. Gli effetti antinfiammatori, antiossidanti ed antitumorali del caffè verde sono attribuiti proprio alla presenza dell'acido clorogenico.
La comunità scientifica ha sottolineato come l'utilizzo di caffè verde sia associato ad una significativa riduzione della glicemia a digiuno, in particolare il caffè sembra influenzare la concentrazione di glucosio post-prandiale. Il caffè verde permette di ridurre l'assorbimento intestinale di glucosio e di migliorare il trasporto di quest'ultimo alle cellule, portando ad un miglior controllo glicemico e allo smaltimento del glucosio periferico. I vari studi presenti suggeriscono che l'utilizzo a lungo termine della bevanda permette di ridurre il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, mentre l'utilizzo acuto comporta un peggioramento dello stato glicemico ed una alterazione del metabolismo del glucosio. Inoltre dato che il caffè comporta l'aumento della secrezione di cortisolo (ormone dello stress) i soggetti affetti da ipercortisolemia dovrebbero astenersi dall'utilizzo della bevanda.
La comunità scientifica ha sottolineato come l'utilizzo di caffè verde sia associato ad una significativa riduzione della glicemia a digiuno, in particolare il caffè sembra influenzare la concentrazione di glucosio post-prandiale. Il caffè verde permette di ridurre l'assorbimento intestinale di glucosio e di migliorare il trasporto di quest'ultimo alle cellule, portando ad un miglior controllo glicemico e allo smaltimento del glucosio periferico. I vari studi presenti suggeriscono che l'utilizzo a lungo termine della bevanda permette di ridurre il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, mentre l'utilizzo acuto comporta un peggioramento dello stato glicemico ed una alterazione del metabolismo del glucosio. Inoltre dato che il caffè comporta l'aumento della secrezione di cortisolo (ormone dello stress) i soggetti affetti da ipercortisolemia dovrebbero astenersi dall'utilizzo della bevanda.