Salute d'asporto
La mela chiodata: l'integratore di ferro nella tradizione popolare
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
venerdì 30 luglio 2021
15.54
Il ferro è uno degli elementi più importanti per l'organismo, in quanto prende parte a diversi processi metabolici. Circa 2.5 – 4g di ferro sono presenti nell'organismo in condizioni normali. Dal 70-80% di ferro si trova all'interno dei globuli rossi, complessato con l'emoglobina, essenziale per il trasporto dell'ossigeno ai tessuti.
L'anemia sideropenica è una patologia ematologica molto diffusa, soprattutto tra le donne in età fertile, dovuta a deficit di ferro e comporta ad esempio, debolezza, affaticamento e pallore. Nella maggior parte dei casi una volta diagnosticata viene trattata con una supplementazione del ferro, ovvero fornendo al paziente un integratore a base del minerale necessario.
La mela chiodata è un antico rimedio utilizzato fin dal Medioevo, predecessore dei più moderni integratori di ferro, per trattare questa anemia. Il procedimento è molto semplice, ovvero in una mela venivano inseriti 6-10 vecchi chiodi, precedentemente bolliti, la si lasciava riposare per una giornata e poi, dopo aver tolto i chiodi, veniva mangiata il mattino del giorno seguente, a digiuno.
L'acido malico contenuto nel succo della polpa, intaccando il chiodo, rendeva bio-disponibile il ferro ionico di cui esso era composto. La cura era protratta per qualche giorno. Non persisteva neanche il rischio di contaminazione alimentare, poiché l'acido malico presenta elevate proprietà antisettiche. Ad oggi è una metodica che non viene più utilizzata, sia per la disponibilità e per la maggiore sicurezza dell'integratore, sia perché i comuni chiodi attuali non sono di ferro puro ma contengono anche altri metalli quali cadmio, cromo, zinco che diventano solubili e disponibili per via degli acidi presenti nelle mele. Inoltre non tutti i medici sono concordi che questa metodica possa portare veramente un giovamento al paziente, ma comunque resta un curioso "metodo della nonna". Forse il detto una mela al giorno leva il medico di torno deriva anche da questo!
L'anemia sideropenica è una patologia ematologica molto diffusa, soprattutto tra le donne in età fertile, dovuta a deficit di ferro e comporta ad esempio, debolezza, affaticamento e pallore. Nella maggior parte dei casi una volta diagnosticata viene trattata con una supplementazione del ferro, ovvero fornendo al paziente un integratore a base del minerale necessario.
La mela chiodata è un antico rimedio utilizzato fin dal Medioevo, predecessore dei più moderni integratori di ferro, per trattare questa anemia. Il procedimento è molto semplice, ovvero in una mela venivano inseriti 6-10 vecchi chiodi, precedentemente bolliti, la si lasciava riposare per una giornata e poi, dopo aver tolto i chiodi, veniva mangiata il mattino del giorno seguente, a digiuno.
L'acido malico contenuto nel succo della polpa, intaccando il chiodo, rendeva bio-disponibile il ferro ionico di cui esso era composto. La cura era protratta per qualche giorno. Non persisteva neanche il rischio di contaminazione alimentare, poiché l'acido malico presenta elevate proprietà antisettiche. Ad oggi è una metodica che non viene più utilizzata, sia per la disponibilità e per la maggiore sicurezza dell'integratore, sia perché i comuni chiodi attuali non sono di ferro puro ma contengono anche altri metalli quali cadmio, cromo, zinco che diventano solubili e disponibili per via degli acidi presenti nelle mele. Inoltre non tutti i medici sono concordi che questa metodica possa portare veramente un giovamento al paziente, ma comunque resta un curioso "metodo della nonna". Forse il detto una mela al giorno leva il medico di torno deriva anche da questo!