Salute d'asporto
Sovraccarico di ferro, come gestirlo con la dieta
Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca
sabato 15 luglio 2023
13.25
Il ferro è un minerale prezioso nell'organismo, infatti svolge un importante ruolo nel costituire l'emoglobina, ovvero la proteina che lega l'ossigeno e permette la sua distribuzione in tutto il corpo. Molto spesso si verifica una diminuzione del ferro e si parla infatti di anemia sideropenica, ma un'altra condizione che si può riscontrare è un eccessivo accumulo del minerale nei tessuti.
Attraverso un prelievo venoso e le conseguenti analisi ematiche è possibile valutare lo stato sierico del ferro, attraverso la misurazione della:
Oltre ad una predisposizione genica, si ipotizza che il fattore chiave che accomuna i disordini metabolici sopradescritti e la probabile presenza di iperferritinemia sia l'aumentata resistenza delle cellule all'insulina, che induce una sofferenza epatica.
Da un punto di vista nutrizionale è possibile agire andando a limitare l'introito di alimenti che presentano una elevata concentrazione di ferro, ma anche cercare di ostacolarne l'assorbimento:
Attraverso un prelievo venoso e le conseguenti analisi ematiche è possibile valutare lo stato sierico del ferro, attraverso la misurazione della:
- Sideremia: il ferro che circola nel sangue legato alla transferrina
- Ferritina: depositi di ferro intracellulari
Transferrina: principale proteina di trasporto del ferro
L'aumento dei depositi di ferro (iperferritinemia) in assenza di altre cause primarie di sovraccarico di ferro, molto spesso è presente in concomitanza a sovrappeso o obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemia, iperuricemia, intolleranza glucidica o diabete e steatosi epatica (fegato grasso) in varie combinazioni.
Oltre ad una predisposizione genica, si ipotizza che il fattore chiave che accomuna i disordini metabolici sopradescritti e la probabile presenza di iperferritinemia sia l'aumentata resistenza delle cellule all'insulina, che induce una sofferenza epatica.
Da un punto di vista nutrizionale è possibile agire andando a limitare l'introito di alimenti che presentano una elevata concentrazione di ferro, ma anche cercare di ostacolarne l'assorbimento:
- Eliminare o diminuire fortemente l'introito di alimenti che contengono vitamina c, quali agrumi, kiwi, succo di arancia, peperoni, cavolo.
- Eliminare frattaglie e carni rosse, preferendo tagli di carni magre e principalmente il pesce come fonte proteica.
- Eliminare/diminuire fortemente l'introito di crostacei e molluschi.
- Abbinare le fonti proteiche con alimenti ricchi di calcio (latte e derivati), tannini (caffè, té nero e verde, uva, melograno, more, mirtilli, mela, cachi) fitati (cereali, soprattutto non raffinati, legumi, semi, frutta secca) ed ossalati (spinaci, pane integrale), sostanze che competono con il ferro, facendo sì che ne venga assorbito meno.
Il ferro alimentare è disponibile in due forme: il ferro EME, più assorbibile, si ritrova nelle carni ed il ferro non-EME, meno assorbibile, principalmente presente nei vegetali. Anche se alcuni alimenti contengono ferro, come ad esempio i legumi, ne contengono la forma meno assorbibile, oltre ad i fitati che ne limitano l'assorbimento, quindi non ha senso ridurne il consumo. Valori alti di ferritina devono essere indagati quindi è bene rivolgersi al medico per individuarne la causa e al nutrizionista per affrontare dieteticamente l'aumento dei depositi del ferro, evitando i "fai da te" che potrebbero portare ulteriori complicazioni e la comparsa di stati carenziali.