Salute d'asporto
Vitamina C, è utile per combattere il Covid-19?
Funzioni e fonti alimentari
sabato 21 agosto 2021
A lungo si è parlato, e si parla ancora, della vitamina C e del suo potenziale ruolo nella prevenzione e nel trattamento del Covid19, ma anche in generale in tutte le condizioni in cui ci sia una necessità di rinforzo immunitario.
La vitamina C è una vitamina idrosolubile, ed una sua carenza causa una patologia nota come scorbuto, caratterizzata da osteopatia nei bambini, emorragie e rallentamento della guarigione delle ferite in bambini e adulti. I marinai della Marina inglese erano detti "limeys" perché alla fine del XVIII secolo la Marina introdusse nella loro alimentazione il lime ed il succo di limone proprio per prevenire lo scorbuto nelle lunghe traversate. La vit. C è assorbita a livello intestinale e diminuisce con l'invecchiamento ed in caso di acloridria (deficit di acido cloridrico a livello gastrico). L'assorbimento diminuisce per dosi superiori ad 1g, per questo non è possibile trovare in commercio un integratore che presenti un dosaggio maggiore, ma molto spesso si ritrovano prodotti con dosaggi molto più bassi, e l'aspirina ne inibisce l'assorbimento.
La vit. C svolge diverse funzioni:
La credenza popolare che dosi elevate di vitamina c proteggano dall'influenza o ne riducano i sintomi non si basa su studi clinici controllati. Il sollievo sintomatico in tali casi è probabilmente dovuto al lieve effetto antistaminico dell'acido ascorbico. L'eccesso di vit. C viene rapidamente eliminato con le urine, ma può causare uricosuria ed aumentare l'assorbimento di ferro, con possibile sovraccarico di ferro.
Per ciò che riguarda il Covid19 non ci sono studi che dimostrano una stretta correlazione tra assunzione di vitamina C e miglioramento della sintomatologia e/o condizione clinica. Ciò che si è visto però è che i pazienti che presentano bassi livelli di vitamina C e Vitamina D sviluppano più facilmente la malattia e hanno un andamento clinico più grave. Ciò avviene perché entrambe queste vitamine agiscono come modulanti del sistema immunitario.
Per questi motivi è essenziale assumere vitamina C, ma sotto forma sempre alimentare, in modo tale che un surplus non arrechi danno, e non sotto forma di integratore a meno che non ci sia una reale e conclamata necessità. Il consumo nel corso della giornata di 5 porzioni di frutta o verdura fresca è, di norma, sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C, fornendo infatti approssimativamente circa 200-250 mg di questa vitamina.
Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono: alcuni frutti freschi (quelli aciduli, agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie ecc.), alcune verdure fresche (lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti ecc.), alcuni ortaggi freschi (broccoli, cavoli, cavolfiiori, pomodori, peperoni), tuberi (patate soprattutto se novelle).
La vitamina C è una vitamina idrosolubile, ed una sua carenza causa una patologia nota come scorbuto, caratterizzata da osteopatia nei bambini, emorragie e rallentamento della guarigione delle ferite in bambini e adulti. I marinai della Marina inglese erano detti "limeys" perché alla fine del XVIII secolo la Marina introdusse nella loro alimentazione il lime ed il succo di limone proprio per prevenire lo scorbuto nelle lunghe traversate. La vit. C è assorbita a livello intestinale e diminuisce con l'invecchiamento ed in caso di acloridria (deficit di acido cloridrico a livello gastrico). L'assorbimento diminuisce per dosi superiori ad 1g, per questo non è possibile trovare in commercio un integratore che presenti un dosaggio maggiore, ma molto spesso si ritrovano prodotti con dosaggi molto più bassi, e l'aspirina ne inibisce l'assorbimento.
La vit. C svolge diverse funzioni:
- Biosintesi del collagene: è infatti utile nel processo di invecchiamento.
- Sintesi di Noradrenalina
- Sintesi della Carnitina
- Catabolismo della tirosina
- Sintesi degli acidi biliari
- Regolazione dei livelli endogeni di istamina (allergia)
- Assorbimento del ferro
- Modulazione immunitaria
- Antiossidante
La credenza popolare che dosi elevate di vitamina c proteggano dall'influenza o ne riducano i sintomi non si basa su studi clinici controllati. Il sollievo sintomatico in tali casi è probabilmente dovuto al lieve effetto antistaminico dell'acido ascorbico. L'eccesso di vit. C viene rapidamente eliminato con le urine, ma può causare uricosuria ed aumentare l'assorbimento di ferro, con possibile sovraccarico di ferro.
Per ciò che riguarda il Covid19 non ci sono studi che dimostrano una stretta correlazione tra assunzione di vitamina C e miglioramento della sintomatologia e/o condizione clinica. Ciò che si è visto però è che i pazienti che presentano bassi livelli di vitamina C e Vitamina D sviluppano più facilmente la malattia e hanno un andamento clinico più grave. Ciò avviene perché entrambe queste vitamine agiscono come modulanti del sistema immunitario.
Per questi motivi è essenziale assumere vitamina C, ma sotto forma sempre alimentare, in modo tale che un surplus non arrechi danno, e non sotto forma di integratore a meno che non ci sia una reale e conclamata necessità. Il consumo nel corso della giornata di 5 porzioni di frutta o verdura fresca è, di norma, sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C, fornendo infatti approssimativamente circa 200-250 mg di questa vitamina.
Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono: alcuni frutti freschi (quelli aciduli, agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie ecc.), alcune verdure fresche (lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti ecc.), alcuni ortaggi freschi (broccoli, cavoli, cavolfiiori, pomodori, peperoni), tuberi (patate soprattutto se novelle).