Senza Censura
Ciappetta-Camaggio: una fogna a cielo aperto fra Trani e Barletta
Report foto: schiuma e liquami maleodoranti tra le campagne
martedì 14 gennaio 2014
12.41
Nei canali del Ciappetta-Camaggio, un sistema di corsi d'acqua che sfociano a mare fra Trani e Barletta, dovrebbe scorrere acqua pulita. Raccolgono i liquidi di bonifica della ex zona paludosa lungo le contrade Paludi, Barberini e lungo la strada Ciappetta-Camaggio. In realtà l'acqua che scorre nei canali è tutt'altro che limpida, specialmente in quello che attraversa perpendicolarmente il territorio, dall'entroterra verso il mare, e che sfocia poco prima della zona industriale di Barletta. In questo canale vengono sversate le acque putride e maleodoranti provenienti dal depuratore della città di Andria (sequestrato ad Ottobre 2013 proprio per l'inefficacia del processo di depurazione dei reflui) ed è interessato, con molta probabilità, da ulteriori sversamenti non autorizzati.
Abbiamo percorso l'ultimo tratto del canale, dal punto in cui sfocia a mare (e dove si forma un acquitrino nauseabondo) sino al sottopasso in corrispondenza della strada statale 16 fra Trani e Barletta. Lungo tutto il percorso insistono una serie di allacci abusivi praticati rompendo l'asfalto o scavando sotto di esso. Osservando i tubi posizionati in questi scavi (alcuni rotti, altri sembrano perfettamente funzionanti) e i relativi pozzetti di raccolta montati in alcuni fondi verrebbe da pensare che le acque vengano impiegate nell'irrigazione dei campi coltivati. A metà percorso incontriamo la prima formazione di schiuma: è in corrispondenza di una curva. L'acqua sporca urta contro l'argine del canale e genera questa particolare formazione che resta bloccata dal canneto. Più avanti, in corrispondenza del ponticello della strada statale 16, il secondo agglomerato schiumoso, quello visibile transitando sulla Trani-Barletta. Si forma per l'accelerazione impressa da un dislivello e resta bloccato, anche in questo caso, tra alberi e canne.
Abbiamo percorso l'ultimo tratto del canale, dal punto in cui sfocia a mare (e dove si forma un acquitrino nauseabondo) sino al sottopasso in corrispondenza della strada statale 16 fra Trani e Barletta. Lungo tutto il percorso insistono una serie di allacci abusivi praticati rompendo l'asfalto o scavando sotto di esso. Osservando i tubi posizionati in questi scavi (alcuni rotti, altri sembrano perfettamente funzionanti) e i relativi pozzetti di raccolta montati in alcuni fondi verrebbe da pensare che le acque vengano impiegate nell'irrigazione dei campi coltivati. A metà percorso incontriamo la prima formazione di schiuma: è in corrispondenza di una curva. L'acqua sporca urta contro l'argine del canale e genera questa particolare formazione che resta bloccata dal canneto. Più avanti, in corrispondenza del ponticello della strada statale 16, il secondo agglomerato schiumoso, quello visibile transitando sulla Trani-Barletta. Si forma per l'accelerazione impressa da un dislivello e resta bloccato, anche in questo caso, tra alberi e canne.