Standing Ovation
Alla ricerca dei veri deboli
STANDIG OVATION - Inchiesta con Giovanni Bovio
domenica 13 agosto 2017
7.36
Diciamo subito che stavolta la puntata in questione tutto è tranne che un Standing ovation. C'è un ricordo che ho nella memoria ben definito: la buonanima di Michele Ladogana, a lungo presedente dell'associazione "Giovanni Bovio", che mi accompagna festante ed orgoglioso a visitare la casa di Giovanni Bovio, appena restaurata e pronta per l'apertura al pubblico. "Giovà" – mi diceva sorridente Ladogana – se ci sanno fare questo diventa un museo, una tappa obbligata per i turisti, un nuovo punto di riferimento per Trani e la sua tradizione culturale". Meno male che Michele non ha fatto in tempo a vedere il seguito.
Quando vi entrai, si sentiva forte il profumo della pittura fresca ed ogni angolo era un'ipotesi di rispetto ed orgoglio tranese, nella prospettiva di poter rivedere la figura di Giovanni Bovio, famosa in tutta Italia, ora intenta a scrivere, ora impegnato alla rilettura di un suo saggio. Insomma si respirava un'atmosfera di "rispetto" verso la Città e verso questo filosofo e poeta, poi anche uomo delle Istituzioni. In tutta Italia o una piazza o un corso o una via sono dedicate a Giovanni Bovio.
Sempre Ladogana si premurò di raccogliere tutti i discorsi parlamentari del grande personaggio, con parole, in quegli interventi, che trasudavano rispetto e dignità per le classi disagiate, per i deboli, per gli sfruttati. Ora, nel gioco finale della politica sbrecciata di questa estate 2017, facciamo fatica a riconoscere chi siano i "deboli", che Bovio avrebbe dovuto e voluto difendere: la famiglia che si è stabilita all'interno di quella casa? Perché il Comune, che ha trovato soldi per tutto, pure per "sbarcare sui social", con un'espressione tronfia e vuota al tempo stesso, (a fronte dei tanti problemi irrisolti), non li trova per pagare una comunità che ospiti la famiglia, i minori di questa facenti parte, vero nodo della questione e libera, sgombrandola con le forze dell'ordine, la casa di Giovanni Bovio?
I deboli sono i politici che ci governano? La debolezza nasce da una forma di inadeguatezza che dovrebbe portare ad un esame di coscienza che infine sbocchi nella conclusione logica: l'inadeguatezza porta a farsi da parte; un laico razionalista come Bovio non avrebbe che potuto dare questo consiglio, dopo la disamina. O i deboli sono i cittadini, strangolati da una diseducazione istituzionale, da un sistema di voto ormai volto alla scelta del meno peggio o di chi offre di più? Ad un fatalismo rassegnato che porta a votare sempre gli stessi e poi ad accettare i provvedimenti o l'immobilismo volto al "tirare a campare"? In tal caso, più che come una debolezza quest'ultima suonerebbe, penso anche secondo Bovio, come una condanna irreversibile.
Quando vi entrai, si sentiva forte il profumo della pittura fresca ed ogni angolo era un'ipotesi di rispetto ed orgoglio tranese, nella prospettiva di poter rivedere la figura di Giovanni Bovio, famosa in tutta Italia, ora intenta a scrivere, ora impegnato alla rilettura di un suo saggio. Insomma si respirava un'atmosfera di "rispetto" verso la Città e verso questo filosofo e poeta, poi anche uomo delle Istituzioni. In tutta Italia o una piazza o un corso o una via sono dedicate a Giovanni Bovio.
Sempre Ladogana si premurò di raccogliere tutti i discorsi parlamentari del grande personaggio, con parole, in quegli interventi, che trasudavano rispetto e dignità per le classi disagiate, per i deboli, per gli sfruttati. Ora, nel gioco finale della politica sbrecciata di questa estate 2017, facciamo fatica a riconoscere chi siano i "deboli", che Bovio avrebbe dovuto e voluto difendere: la famiglia che si è stabilita all'interno di quella casa? Perché il Comune, che ha trovato soldi per tutto, pure per "sbarcare sui social", con un'espressione tronfia e vuota al tempo stesso, (a fronte dei tanti problemi irrisolti), non li trova per pagare una comunità che ospiti la famiglia, i minori di questa facenti parte, vero nodo della questione e libera, sgombrandola con le forze dell'ordine, la casa di Giovanni Bovio?
I deboli sono i politici che ci governano? La debolezza nasce da una forma di inadeguatezza che dovrebbe portare ad un esame di coscienza che infine sbocchi nella conclusione logica: l'inadeguatezza porta a farsi da parte; un laico razionalista come Bovio non avrebbe che potuto dare questo consiglio, dopo la disamina. O i deboli sono i cittadini, strangolati da una diseducazione istituzionale, da un sistema di voto ormai volto alla scelta del meno peggio o di chi offre di più? Ad un fatalismo rassegnato che porta a votare sempre gli stessi e poi ad accettare i provvedimenti o l'immobilismo volto al "tirare a campare"? In tal caso, più che come una debolezza quest'ultima suonerebbe, penso anche secondo Bovio, come una condanna irreversibile.