Standing Ovation
Antigone, la voce della ribellione
Nel Castello di Trani, la compagnia di Alfredo Vasco interpreta la tragedia di Sofocle
martedì 18 settembre 2012
Il teatro greco pullula di figure femminili memorabili. Se nell'Atene di età storica le donne erano giuridicamente e politicamente marginali nella letteratura le donne contavano: scatenavano guerre (Elena), sfidavano i sovrani (Antigone), si ribellavano ai mariti (Medea). Dopo aver apprezzato alcune settimane fa una interessante riproposizione de Le troiane, nel Castello Svevo di Trani la compagnia di Alfredo Vasco ha riproposto nel week end l'Antigone di Sofocle.
Tema centrale dell'opera drammatica è il legame con la famiglia. La donna protegge la famiglia e si sacrifica per la famiglia, in particolare per i maschi della famiglia: il fratello e il padre. Antigone, nel dramma di Sofocle, sceglie di morire pur di poter compiere i riti funebri in onore del fratello, proibiti dal sovrano di Tebe. Il nucleo del dramma sofocleo risiede nello scontro fra due volontà e due concezioni del mondo: quella di Antigone, fanciulla fortissima moralmente, di rispettare le leggi non scritte della natura e quella del re di Tebe, Creonte, tesa a imporre la forza dello Stato e della legge.
In Sofocle, Antigone accetta di morire per onorare le «leggi non scritte, incrollabili, degli dei», leggi persino superiori ai decreti dei re. Antigone (sia come personaggio che come dramma) è diventata, per i moderni, un simbolo, il simbolo romantico della scelta tragica, il segno del contrasto tra obblighi verso la famiglia e la comunità. Antigone è divenuta anche il simbolo dell'opposizione politica, un simbolo di ribellione e di resistenza contro il regime politico che li punisce.
Tema centrale dell'opera drammatica è il legame con la famiglia. La donna protegge la famiglia e si sacrifica per la famiglia, in particolare per i maschi della famiglia: il fratello e il padre. Antigone, nel dramma di Sofocle, sceglie di morire pur di poter compiere i riti funebri in onore del fratello, proibiti dal sovrano di Tebe. Il nucleo del dramma sofocleo risiede nello scontro fra due volontà e due concezioni del mondo: quella di Antigone, fanciulla fortissima moralmente, di rispettare le leggi non scritte della natura e quella del re di Tebe, Creonte, tesa a imporre la forza dello Stato e della legge.
In Sofocle, Antigone accetta di morire per onorare le «leggi non scritte, incrollabili, degli dei», leggi persino superiori ai decreti dei re. Antigone (sia come personaggio che come dramma) è diventata, per i moderni, un simbolo, il simbolo romantico della scelta tragica, il segno del contrasto tra obblighi verso la famiglia e la comunità. Antigone è divenuta anche il simbolo dell'opposizione politica, un simbolo di ribellione e di resistenza contro il regime politico che li punisce.