Standing Ovation
Arriva “Jackie” all’Impero. Natalie Portman si consacra
STANDING OVATION – Le recensioni di Giovanni Ronco
lunedì 27 marzo 2017
E' la prima volta che decido di recensire un film. Lo faccio anche perché nell'ambito della rassegna organizzata dal Circolo "Dino Risi", presso il Cinema Impero, giunge a Trani il discusso film del regista Pablo Larrain e soprattutto perché Natalie Portman mi trascina nel gorgo del conflitto d'interesse in quanto è, da anni, come donna e come attrice, sin da "Leon", la mia preferita indiscussa. Ed in questo complesso film, in cui interpreta il difficile ruolo di Jacqueline Kennedy, vedova del Presidente americano più amato e più controverso, l'attrice trova forse la sua consacrazione definitiva, dopo un percorso che l'ha condotta attraverso soggetti di successo, ma forse a volte troppo commerciali.
L'incontro con l'estroso e genialoide Larrain, pone la Portman su di un piedistallo assoluto. Una recitazione intensa ed una configurazione centrale nella storia narrata, con la capacità di raccontare un aspetto non solo politico – istituzionale di una delle donne più famose del mondo, ma anche collegato alla sua essenza femminile capace di scegliere con gusto l'arredamento alla Casa Bianca. Detto questo è bene sottolineare come in "Jackie" il ruolo della first lady non rientra nella dimensione dell'accessorio, dell'optional, ma ci profila una donna colta (conosceva quattro lingue), dotata di fiuto politico e diplomatico. L'essenza del film gira infatti introno alla missione che la protagonista s'impone: tutelare, sentendosene responsabile, della memoria del marito. Non dunque un patina dorata esteriore d'una donna preoccupata dell'abbigliamento e della moda, ma una personalità brillante che la pellicola ci restituisce nel dinamismo e nella capacità di narrare un profilo psicologico, tipica del regista cileno. La vedova è erede morale d'un Presidente che nel privato aveva finito per farle sopportare autentiche umiliazioni, come la conclamata relazione con Marylin Monroe, ma che a livello politico ha rappresentato una svolta sociale e culturale di cui la stessa Jackie si sente custode.
In virtù di questo la protagonista appare come una vera e propria stratega che, una volta assimilato il lutto, capisce che spetta a lei il compito di "costruire" e trasmettere la leggenda del marito, come una regina priva d'una vera e propria Corona, ma che fonde le dimensioni della solitudine, della mancanza, ma anche della testardaggine e dell'orgoglio e dell'ambizione in una interpretazione magistrale della Portman. Non per niente ancora confermata come la mia preferita. Il film verrà proiettato al Cinema Impero di Trani lunedì 27 e martedì 28 con spettacoli lunedì alle 17,30 e alle 20,00 e martedì alle 20,00 e alle 22,00
L'incontro con l'estroso e genialoide Larrain, pone la Portman su di un piedistallo assoluto. Una recitazione intensa ed una configurazione centrale nella storia narrata, con la capacità di raccontare un aspetto non solo politico – istituzionale di una delle donne più famose del mondo, ma anche collegato alla sua essenza femminile capace di scegliere con gusto l'arredamento alla Casa Bianca. Detto questo è bene sottolineare come in "Jackie" il ruolo della first lady non rientra nella dimensione dell'accessorio, dell'optional, ma ci profila una donna colta (conosceva quattro lingue), dotata di fiuto politico e diplomatico. L'essenza del film gira infatti introno alla missione che la protagonista s'impone: tutelare, sentendosene responsabile, della memoria del marito. Non dunque un patina dorata esteriore d'una donna preoccupata dell'abbigliamento e della moda, ma una personalità brillante che la pellicola ci restituisce nel dinamismo e nella capacità di narrare un profilo psicologico, tipica del regista cileno. La vedova è erede morale d'un Presidente che nel privato aveva finito per farle sopportare autentiche umiliazioni, come la conclamata relazione con Marylin Monroe, ma che a livello politico ha rappresentato una svolta sociale e culturale di cui la stessa Jackie si sente custode.
In virtù di questo la protagonista appare come una vera e propria stratega che, una volta assimilato il lutto, capisce che spetta a lei il compito di "costruire" e trasmettere la leggenda del marito, come una regina priva d'una vera e propria Corona, ma che fonde le dimensioni della solitudine, della mancanza, ma anche della testardaggine e dell'orgoglio e dell'ambizione in una interpretazione magistrale della Portman. Non per niente ancora confermata come la mia preferita. Il film verrà proiettato al Cinema Impero di Trani lunedì 27 e martedì 28 con spettacoli lunedì alle 17,30 e alle 20,00 e martedì alle 20,00 e alle 22,00