Standing Ovation
Ed entrammo nella stanza di Nicola Nuzzolese (senza dehors)
Le recensioni di Giovanni Ronco
domenica 23 luglio 2017
10.38
Ho recensito già Nicola Nuzzolese anni fa e la mia opinione su questo artista di rara bravura non è affatto cambiata. Purtroppo sottovalutato- fio da pagare quando si decide di vivere nell'arida Provincia- e non abbastanza conosciuto, come dovrebbe essere, dal grande pubblico. Trattasi di artigiano "vecchia maniera", di una pittura ricercata ed elegante, sobria ma ricca di effetti sempre sorprendenti. La stanza di Nicola Nuzzolese non è quella di casa sua. La stanza- una grande stanza silenziosa e libera da auto, orpelli, dehors ostiensi, bidoncini da zona industriale- è Trani. Il Centro Storico di Trani. Quello con la C e la S maiuscole.
Ha esposto in Villa Comunale Nicola Nuzzolese e finalmente è tornato a farlo. Ci voleva come il pane quel giro virtuale in un Porto tranese elegante, in un circolo virtuoso da grande bellezza. Entro nella grande Stanza e ci voglio rimanere. Nelle opere di Nuzzolese si ode il silenzio dei grandi Centri Storici, veri, d'una volta. Come dovrebbero essere. Ma v'immaginate Nuzzolese che concepisce un dehor nelle sue opere? Follia, porcata improvvisamente balenata e subito annullata – gli fosse mai venuta in mente per davvero- dalla mente del maestro. In una stanza solenne- solenne nella sua grande bellezza- non c'è spazio per la bruttezza e per l'ammasso di legno, plexiglass, plastica che imperversa nel vero centro storico (scritto con la c e con la s minuscole). C'è spazio per l'eleganza, gli spazi ampli come furono concepiti un tempo, in cui la Grande Stanza di Trani prese forma. Stavolta poi s'è pure divertito e ci ha divertiti, sempre con prodezza estetica, col "diorama", che dà anche il nome alla mostra presentata in Villa. Col diorama è possibile rappresentare, centrato un punto di fuga da cui si dipana il resto dell'immagine agli occhi di chi guarda, una linea orizzontale di estensione ambientale e prospettica. E l'ambiente scelto non poteva che essere il sacro porto (sacro agli dei della bellezza), il vero porto, quello di Nuzzolese, non la grande cloaca cui è ridotto oggi.
Ha esposto in Villa Comunale Nicola Nuzzolese e finalmente è tornato a farlo. Ci voleva come il pane quel giro virtuale in un Porto tranese elegante, in un circolo virtuoso da grande bellezza. Entro nella grande Stanza e ci voglio rimanere. Nelle opere di Nuzzolese si ode il silenzio dei grandi Centri Storici, veri, d'una volta. Come dovrebbero essere. Ma v'immaginate Nuzzolese che concepisce un dehor nelle sue opere? Follia, porcata improvvisamente balenata e subito annullata – gli fosse mai venuta in mente per davvero- dalla mente del maestro. In una stanza solenne- solenne nella sua grande bellezza- non c'è spazio per la bruttezza e per l'ammasso di legno, plexiglass, plastica che imperversa nel vero centro storico (scritto con la c e con la s minuscole). C'è spazio per l'eleganza, gli spazi ampli come furono concepiti un tempo, in cui la Grande Stanza di Trani prese forma. Stavolta poi s'è pure divertito e ci ha divertiti, sempre con prodezza estetica, col "diorama", che dà anche il nome alla mostra presentata in Villa. Col diorama è possibile rappresentare, centrato un punto di fuga da cui si dipana il resto dell'immagine agli occhi di chi guarda, una linea orizzontale di estensione ambientale e prospettica. E l'ambiente scelto non poteva che essere il sacro porto (sacro agli dei della bellezza), il vero porto, quello di Nuzzolese, non la grande cloaca cui è ridotto oggi.