Standing Ovation
Gianni Spadavecchia, bottega e casa
Un artista che osa e che provoca il pubblico
venerdì 9 dicembre 2011
Giovanni Spadavecchia risiede già da diversi anni a Trani. E' un giovane professore di educazione artistica, che oggi si chiama "Arte e immagine", con una dicitura dal sapore accademico. Quando lo incontriamo nella sua nuova bottega artigiana, che ha da poco inaugurato a Trani, in un luogo silenzioso ed adatto al passeggio, ma anche alla meditazione ed alla contemplazione delle immagini create dalla sua vena d'artista non conformista, è visibilmente emozionato e soddisfatto.
Siamo in quella lingua di basolato, che mette in comunicazione via Mario Pagano con via Ognissanti, presso il cinema Impero. Giovanni Spadavecchia ha riportato qui il suo mondo e la sua visione dell'arte. Si dovrebbe scrivere una recensione del luogo (luogo dell'anima, luogo di lavoro, d'invenzione e fuga della realtà, oltre che luogo di ritrovo con chi voglia cimentarsi con la sua arte e voglia commissionare un lavoro, come facevano i mecenati del Rinascimento). Giovanni ha pensato di creare un luogo dell'arte in cui realizzare la sua opera sotto gli occhi dei visitatori, in cui accogliere in un secondo spazio lo stesso spettatore, potenziale cliente, e pronto a chiedergli di realizzare un lavoro ad hoc per la sua dimora, e in cui infine, terzo spazio, esporre, con una mostra d'arte permanente. Quest'ultima parte è divisa in due: una per le realizzazioni classiche, ispirate ai grandi, come Caravaggio, di cui Gianni è estimatore maximo, ed un'altra per opere più audaci, sperimentali, quelle anche scultoree, verso le quali l'artista esprime particolare cura in quanto sue scommesse personali, frutto della sua inventiva e viva creatività. Basti pensare ad un lume incastonato in una scultura che riproduce a sua volta un personaggio a metà strada tra il demone e l'angelo, tratto dal mondo del genere fantasy; un modello che diviene un simbolo dell'arte di Spadavecchia: formale, in quanto esprime una originale figura, una nuova proposta, con un individuo, un topos, che riaffiora anche in immagini pittoriche e vuole rappresentare la nuova frontiera di un'arte non più ferma ai soliti soggetti; ma il simbolo ha anche una valenza "morale", così come molte figure tipiche dell'artista: la coesistenza nella nostra realtà, del bene e del male, con quest'ultimo che, attraverso immagini sofferte e tese, sembra prevalere.
Un artista che osa e che provoca il pubblico, con un'arte audace, che non rinuncia però al bello classico, rappresentato da nudi di donna, che riconciliano sempre il mondo con la bellezza, l'eros e la rotondità di forme che finiscono per rasserenare lo spettatore.
Siamo in quella lingua di basolato, che mette in comunicazione via Mario Pagano con via Ognissanti, presso il cinema Impero. Giovanni Spadavecchia ha riportato qui il suo mondo e la sua visione dell'arte. Si dovrebbe scrivere una recensione del luogo (luogo dell'anima, luogo di lavoro, d'invenzione e fuga della realtà, oltre che luogo di ritrovo con chi voglia cimentarsi con la sua arte e voglia commissionare un lavoro, come facevano i mecenati del Rinascimento). Giovanni ha pensato di creare un luogo dell'arte in cui realizzare la sua opera sotto gli occhi dei visitatori, in cui accogliere in un secondo spazio lo stesso spettatore, potenziale cliente, e pronto a chiedergli di realizzare un lavoro ad hoc per la sua dimora, e in cui infine, terzo spazio, esporre, con una mostra d'arte permanente. Quest'ultima parte è divisa in due: una per le realizzazioni classiche, ispirate ai grandi, come Caravaggio, di cui Gianni è estimatore maximo, ed un'altra per opere più audaci, sperimentali, quelle anche scultoree, verso le quali l'artista esprime particolare cura in quanto sue scommesse personali, frutto della sua inventiva e viva creatività. Basti pensare ad un lume incastonato in una scultura che riproduce a sua volta un personaggio a metà strada tra il demone e l'angelo, tratto dal mondo del genere fantasy; un modello che diviene un simbolo dell'arte di Spadavecchia: formale, in quanto esprime una originale figura, una nuova proposta, con un individuo, un topos, che riaffiora anche in immagini pittoriche e vuole rappresentare la nuova frontiera di un'arte non più ferma ai soliti soggetti; ma il simbolo ha anche una valenza "morale", così come molte figure tipiche dell'artista: la coesistenza nella nostra realtà, del bene e del male, con quest'ultimo che, attraverso immagini sofferte e tese, sembra prevalere.
Un artista che osa e che provoca il pubblico, con un'arte audace, che non rinuncia però al bello classico, rappresentato da nudi di donna, che riconciliano sempre il mondo con la bellezza, l'eros e la rotondità di forme che finiscono per rasserenare lo spettatore.