Standing Ovation
Giuseppe Dimitri si cimenta col fantasy
L'autore tranese pubblica Le storie di Azagh
mercoledì 23 marzo 2011
Sono anni di grande fortuna per il genere fantasy, sia in libreria che al cinema e molti dei nostri giovani, lettori, ma anche potenziali autori, ne sono completamente conquistati. Le vendite al botteghino e alle casse dei librai parlano chiaro. Abituati come siamo però alla recensione della saggistica, diarista e intimista il più delle volte, o al romanzo parzialmente scremato, ossia in parte autobiografico, in parte frutto di fantasie personali, o peggio, aprendoci all'intero panorama italiano, considerando lavori che hanno davvero poco della famosa inventio letteraria cara ad un Manzoni o ad un Ariosto, restiamo davvero stupiti quando c'imbattiamo in un giovane autore, come appunto il tranese Giuseppe Dimitri, che nel suo lavoro (Le storie di Azagh) si mette alle spalle il truce bagaglio scolastico o familiare e vola nel campo aperto della creazione fantasiosa, come un novello Ariosto, appunto, che vuole raccontarci di mondi inesistenti ma che inevitabilmente richiamano la realtà vissuta.
In effetti, tornado all'odierna questione letteraria, le nostre librerie, pubbliche e private, esplodono di giovani promesse che ci parlano di ragazze madri, sesso scadente, motori truccati, patetiche love story, dialoghi banali con mamma, papà, amico del cuore e professori, e attenzione, non mi riferisco nemmeno o solo a Moccia. O quando va peggio, rispolverano, quasi istintivamente, quella sfumatura pulp, che ci offre sangue, lacrime ed efferatezze varie.
Dimitri, invece, partendo da una sua personalissima passione per la lettura e naturalmente prendendo a modello i grandi classici del genere fantasy, plasma una creatura letteraria, (edita da una giovane realtà editoriale, AltroMondo Editore, molto attenta ai giovani esordienti), che brilla di luce propria, appassiona il lettore e mette in evidenza una caratteristica comune a tutto il corso della storia: l'azione concitata, veloce, istantanea, che fa scorrere, sotto gli occhi di chi legge, una marea di atti e capovolgimenti di fronte.
Il tratto peculiare di questo romanzo fantasy, debutto letterario per il giovane tranese, classe 1987, è proprio la velocità dell'azione, che ben si addice ad un pubblico giovane e che risente, piacevolmente, dell'influsso cinematografico, televisivo. I protagonisti, Kornor e Iutliel, rispettivamente un umano ed un elfo, sono risucchiati in un vortice, veloce anch'esso, di imprese, lotte, contrasti, volti a far trionfare una volta di più due elementi fondanti per la propria esistenza: la giustizia e l'amore. Perché ciò avvenga, si dimostrano pronti a tutto pur di prevalere sulle forze del male e sull'essere che le ha prodotte. Pur dovendo pagare un prezzo molto alto, anche in fatto di vite umane. Un lavoro originale e molto attuale, se pensiamo alle odierne lotte contro chi nega la democrazia e la libertà dei popoli. Una metafora fantasy molto ben riuscita, sull'eterna lotta tra male e bene, che tiene incollati al testo fino all'ultima pagina.
In effetti, tornado all'odierna questione letteraria, le nostre librerie, pubbliche e private, esplodono di giovani promesse che ci parlano di ragazze madri, sesso scadente, motori truccati, patetiche love story, dialoghi banali con mamma, papà, amico del cuore e professori, e attenzione, non mi riferisco nemmeno o solo a Moccia. O quando va peggio, rispolverano, quasi istintivamente, quella sfumatura pulp, che ci offre sangue, lacrime ed efferatezze varie.
Dimitri, invece, partendo da una sua personalissima passione per la lettura e naturalmente prendendo a modello i grandi classici del genere fantasy, plasma una creatura letteraria, (edita da una giovane realtà editoriale, AltroMondo Editore, molto attenta ai giovani esordienti), che brilla di luce propria, appassiona il lettore e mette in evidenza una caratteristica comune a tutto il corso della storia: l'azione concitata, veloce, istantanea, che fa scorrere, sotto gli occhi di chi legge, una marea di atti e capovolgimenti di fronte.
Il tratto peculiare di questo romanzo fantasy, debutto letterario per il giovane tranese, classe 1987, è proprio la velocità dell'azione, che ben si addice ad un pubblico giovane e che risente, piacevolmente, dell'influsso cinematografico, televisivo. I protagonisti, Kornor e Iutliel, rispettivamente un umano ed un elfo, sono risucchiati in un vortice, veloce anch'esso, di imprese, lotte, contrasti, volti a far trionfare una volta di più due elementi fondanti per la propria esistenza: la giustizia e l'amore. Perché ciò avvenga, si dimostrano pronti a tutto pur di prevalere sulle forze del male e sull'essere che le ha prodotte. Pur dovendo pagare un prezzo molto alto, anche in fatto di vite umane. Un lavoro originale e molto attuale, se pensiamo alle odierne lotte contro chi nega la democrazia e la libertà dei popoli. Una metafora fantasy molto ben riuscita, sull'eterna lotta tra male e bene, che tiene incollati al testo fino all'ultima pagina.