Standing Ovation
Il cazzeggio (ragionato) di Lorenzo
STANDING OVATION – Le recensioni di Giovanni Ronco
lunedì 17 aprile 2017
12.37
E' un libro all'insegna del cazzeggio tratto da facebook, il nuovo lavoro leggero, ironico, ma accompagnato da un filo d'inquietudine, da parte dell'autore. Parliamo di Lorenzo Leone Procacci che ha pubblicato, con Landirscina Editrice, "Il Pensatoio" (mi avvalgo della facoltà di non corrispondere). Una raccolta "fior da fiore", come si diceva una volta, un'antologia scema, stando alla reputazione che Lorenzo ha, per gran parte, della fonte da cui attinge il materiale per girovagare coi lettori, come in una decappottabile alla Alberto Sordi, attraverso quel mondo variegato e assurdo, reale e irreale che si presenta sui social, anzi, sul Social.
E lui, amante della critica cinematografica, dei film visti ancora nella grande sala buia, amante del simposio di varia umanità, che ancora instancabilmente riproduce periodicamente, ad ogni iniziativa della sua creatura, il Circolo "Dino Risi", ci parla della sua reazione, a metà tra l'ironia e lo sconvolgimento, il relativismo e il divertimento distaccato, quando si è imbattuto nel mondo virtuale di FB, che pretende di rappresentare la vera realtà. E invece non è così. Lorenzo ne avrà sofferto cinque minuti, il tempo di rendersi conto che il mondo cambiava, rispetto a quello suo, originario e della sua adolescenza, fatto di amici, cinema e cene con attori, rassegne e festival cinematografici, poi finalmente anche famiglia (bellissima la dedica all'inizio del libro, presumiamo dedicata ai figli: " Ai miei ragazzi. Trovatelo il tempo per migliorarvi, perché il tempo non vi cercherà).
Il tempo di rendersi conto che su Fb c'era un mondo a volte insulso, a volte squallido, a volte brutto sporco e cattivo, altre volte davvero divertente, per buttarsi dentro il gioco, con l'entusiasmo del bambino che fu, quando aspettava il ritorno del padre dai viaggi per congressi medici, che gli portasse appunto un gioco. Stavolta la vita a Lorenzo, dopo amici e cinema, dopo le rassegne ed il cappuccino al Principe, "un classico", nel suo gergo da Conte Max quando telefona agli amici per invitarli, ha riservato FB. Dopo l'esperienza del "Risi", e prima ancora l'infatuazione per Daniele Pace e per una serie di personaggi a metà fra il reale ed il surreale che popolano la sua "carriera" di "vitazzuolo" e amante della cultura, (Marenco, Rezza, Vicedomini, Patruno, tanto per citarne alcuni) tra compaesani e personaggi del mondo dello spettacolo per lo più, eccolo "folgorato" da Fb, alla cui festa "triste" anch'egli vuol far parte, come il portiere di Saba, nella famosa poesia che descriveva il momento del gol. E allora sotto col post, pure lui, a scrivere di come la vede, del Bari, contro la Juve, dell'umanità che fa tenerezza e di quella che lui frequenta, come di quella che detesta: il gioco gli piace, ma al tempo stesso lo intristisce e lo inquieta, lo stesso avviene per noi.
Bazzichiamo FB, ci perdiamo un po' del nostro tempo, ci scriviamo ogni tanto qualcosa di banale, ogni tanto promuoviamo noi stessi. E' la vita e Lorenzo lo ha capito, pur non essendo quella vera, quella che dovrebbe migliorarci, come l'invito che il Procacci Leone (il secondo cognome è quello della mamma, figlia di Lorenzo Leone) fa ai suoi ragazzi, ed in fondo a se stesso ed a noi.
E lui, amante della critica cinematografica, dei film visti ancora nella grande sala buia, amante del simposio di varia umanità, che ancora instancabilmente riproduce periodicamente, ad ogni iniziativa della sua creatura, il Circolo "Dino Risi", ci parla della sua reazione, a metà tra l'ironia e lo sconvolgimento, il relativismo e il divertimento distaccato, quando si è imbattuto nel mondo virtuale di FB, che pretende di rappresentare la vera realtà. E invece non è così. Lorenzo ne avrà sofferto cinque minuti, il tempo di rendersi conto che il mondo cambiava, rispetto a quello suo, originario e della sua adolescenza, fatto di amici, cinema e cene con attori, rassegne e festival cinematografici, poi finalmente anche famiglia (bellissima la dedica all'inizio del libro, presumiamo dedicata ai figli: " Ai miei ragazzi. Trovatelo il tempo per migliorarvi, perché il tempo non vi cercherà).
Il tempo di rendersi conto che su Fb c'era un mondo a volte insulso, a volte squallido, a volte brutto sporco e cattivo, altre volte davvero divertente, per buttarsi dentro il gioco, con l'entusiasmo del bambino che fu, quando aspettava il ritorno del padre dai viaggi per congressi medici, che gli portasse appunto un gioco. Stavolta la vita a Lorenzo, dopo amici e cinema, dopo le rassegne ed il cappuccino al Principe, "un classico", nel suo gergo da Conte Max quando telefona agli amici per invitarli, ha riservato FB. Dopo l'esperienza del "Risi", e prima ancora l'infatuazione per Daniele Pace e per una serie di personaggi a metà fra il reale ed il surreale che popolano la sua "carriera" di "vitazzuolo" e amante della cultura, (Marenco, Rezza, Vicedomini, Patruno, tanto per citarne alcuni) tra compaesani e personaggi del mondo dello spettacolo per lo più, eccolo "folgorato" da Fb, alla cui festa "triste" anch'egli vuol far parte, come il portiere di Saba, nella famosa poesia che descriveva il momento del gol. E allora sotto col post, pure lui, a scrivere di come la vede, del Bari, contro la Juve, dell'umanità che fa tenerezza e di quella che lui frequenta, come di quella che detesta: il gioco gli piace, ma al tempo stesso lo intristisce e lo inquieta, lo stesso avviene per noi.
Bazzichiamo FB, ci perdiamo un po' del nostro tempo, ci scriviamo ogni tanto qualcosa di banale, ogni tanto promuoviamo noi stessi. E' la vita e Lorenzo lo ha capito, pur non essendo quella vera, quella che dovrebbe migliorarci, come l'invito che il Procacci Leone (il secondo cognome è quello della mamma, figlia di Lorenzo Leone) fa ai suoi ragazzi, ed in fondo a se stesso ed a noi.