Standing Ovation
Il favoloso mondo di Olinda
Romanzo d’esordio per Giuseppe Marinaccio
sabato 19 febbraio 2011
Giuseppe Marinaccio compie un viaggio intimistico attraverso la storia di una donna innamorata della vita.
Romanzo d'esordio per un uomo di lettere come Giuseppe Marinaccio, originario di Accadia e adottato dalla nostra Trani. Un uomo del Sud, un noto professore, un padre ed un marito- modello, che decide di cimentarsi con la scrittura, cosa potrebbe riversare nel suo primo lavoro ufficiale, il romanzo Olinda, pubblicato da A&B editrice? Naturalmente una cascata di valori ricercati con accanimento e celebrati attraverso la storia intimistica di Olinda, giovane donna, simpatica ed intelligente, che costruisce un mondo tutto suo al cospetto di una realtà contemporanea sempre concentrata sull'esteriorità, sull'egoismo, sui centimetri di pelle scoperta, pur di acchiappare uomini ed infinocchiare il capo, chi ti sta di fronte o l'eventuale rivale. Olinda, nel suo monologo interiore e nella sua vita quotidiana, rifiuta queste losche condizioni, rifiuta il mondo del do ut des e punta tutto sull'entusiasmo di dedicarsi al prossimo, sul comandamento dell'amore da trasmettere a se stessa ed agli altri, come principale categoria del vivere.
Un amore spirituale, disinteressato, puro, rigenerante per il nostro personaggio e per tutti coloro che entrano nel suo "raggio d'azione". Un romanzo di disarmante attualità dunque e di cui ho scelto di parlarvi proprio ora che il corpo della donna viene usato, a cominciare da personaggi calati nelle istituzioni, come merce di scambio, come oggetto con cui trastullarsi e godere per una, due, dieci trenta notti, per poi passare ad un altro corpo, un altro splendido involucro da sciupare, sfondare, sfruttare.
Ecco, Olinda,- personaggio che sta contemporaneamente fuori dal nostro tempo ed all'interno di esso-, creato dalla fervida mente e dallo stile letterario snello di Giuseppe Marinaccio, diventa un simbolo romanzesco ma immanente e cronachistico della storia dei nostri giorni: giorni di campagne, lotte, appelli, reazioni perché la figura della donna venga salvata e riscattata, protetta e riabilitata da un mondo parallelo a quello della tv e della politica, della pubblicità e della moda: un mondo in cui Olinda pone al primo posto la soddisfazione spirituale, l'amore per la famiglia e per un lavoro onesto, la capacità di essere elemento di mediazione tra gli attori sociali e della famiglia e non fattore di disgregazione, di alterazione dei rapporti in nome del denaro, della carriera, dell'offerta del corpo come merce di scambio, per raggiungere questi elementi di falsa realizzazione. Scusate ma Olinda vuole formarsi una famiglia, riscoprendo il valore dell'esempio e del rispetto verso i genitori, le loro aspettative, ritrovando un punto di riferimento in Dio, nel silenzio, nella meditazione, nel raccoglimento che non significano isolamento ma preparazione alla piena attuazione del suo progetto di vita: amare tutti e dare felicità a tutti. Olinda insomma ricorda infine un personaggio cinematografico di grande successo di qualche anno fa, protagonista del film "Il favoloso mondo di Amelie"; una donna gioiosa di poter regalare amore e felicità al prossimo, senza secondi fini.
A metà strada tra il romanzo psicologico e la meditazione filosofica che emerge di tanto in tanto, come nel caso della definizione di felicità, Marinaccio si rende protagonista di un ottimo esordio che preannuncia un percorso che ci aspettiamo ricco di nuove tappe, che vadano a confermare quanto di buono ha dimostrato in questa sua prima esperienza letteraria. Standing ovation
Romanzo d'esordio per un uomo di lettere come Giuseppe Marinaccio, originario di Accadia e adottato dalla nostra Trani. Un uomo del Sud, un noto professore, un padre ed un marito- modello, che decide di cimentarsi con la scrittura, cosa potrebbe riversare nel suo primo lavoro ufficiale, il romanzo Olinda, pubblicato da A&B editrice? Naturalmente una cascata di valori ricercati con accanimento e celebrati attraverso la storia intimistica di Olinda, giovane donna, simpatica ed intelligente, che costruisce un mondo tutto suo al cospetto di una realtà contemporanea sempre concentrata sull'esteriorità, sull'egoismo, sui centimetri di pelle scoperta, pur di acchiappare uomini ed infinocchiare il capo, chi ti sta di fronte o l'eventuale rivale. Olinda, nel suo monologo interiore e nella sua vita quotidiana, rifiuta queste losche condizioni, rifiuta il mondo del do ut des e punta tutto sull'entusiasmo di dedicarsi al prossimo, sul comandamento dell'amore da trasmettere a se stessa ed agli altri, come principale categoria del vivere.
Un amore spirituale, disinteressato, puro, rigenerante per il nostro personaggio e per tutti coloro che entrano nel suo "raggio d'azione". Un romanzo di disarmante attualità dunque e di cui ho scelto di parlarvi proprio ora che il corpo della donna viene usato, a cominciare da personaggi calati nelle istituzioni, come merce di scambio, come oggetto con cui trastullarsi e godere per una, due, dieci trenta notti, per poi passare ad un altro corpo, un altro splendido involucro da sciupare, sfondare, sfruttare.
Ecco, Olinda,- personaggio che sta contemporaneamente fuori dal nostro tempo ed all'interno di esso-, creato dalla fervida mente e dallo stile letterario snello di Giuseppe Marinaccio, diventa un simbolo romanzesco ma immanente e cronachistico della storia dei nostri giorni: giorni di campagne, lotte, appelli, reazioni perché la figura della donna venga salvata e riscattata, protetta e riabilitata da un mondo parallelo a quello della tv e della politica, della pubblicità e della moda: un mondo in cui Olinda pone al primo posto la soddisfazione spirituale, l'amore per la famiglia e per un lavoro onesto, la capacità di essere elemento di mediazione tra gli attori sociali e della famiglia e non fattore di disgregazione, di alterazione dei rapporti in nome del denaro, della carriera, dell'offerta del corpo come merce di scambio, per raggiungere questi elementi di falsa realizzazione. Scusate ma Olinda vuole formarsi una famiglia, riscoprendo il valore dell'esempio e del rispetto verso i genitori, le loro aspettative, ritrovando un punto di riferimento in Dio, nel silenzio, nella meditazione, nel raccoglimento che non significano isolamento ma preparazione alla piena attuazione del suo progetto di vita: amare tutti e dare felicità a tutti. Olinda insomma ricorda infine un personaggio cinematografico di grande successo di qualche anno fa, protagonista del film "Il favoloso mondo di Amelie"; una donna gioiosa di poter regalare amore e felicità al prossimo, senza secondi fini.
A metà strada tra il romanzo psicologico e la meditazione filosofica che emerge di tanto in tanto, come nel caso della definizione di felicità, Marinaccio si rende protagonista di un ottimo esordio che preannuncia un percorso che ci aspettiamo ricco di nuove tappe, che vadano a confermare quanto di buono ha dimostrato in questa sua prima esperienza letteraria. Standing ovation