Standing Ovation
Il Monastero di Colonna, scrigno di arte e fede
Se ne parla nella nuova pubblicazione di Felice Spaccucci
domenica 30 aprile 2017
8.13
E' con grande piacere che, proprio nell'imminenza della Festa del Crocifisso di Colonna, segnaliamo una nuova pubblicazione dello storico tranese Felice Spaccucci, già autore d'innumerevoli opere inerenti l'arte e la storia religiosa, coordinate con le vicende della nostra città e del nostro Sud. Memorabili infatti le sue opere riguardanti le tradizioni religiose tranesi ed i monumenti, specialmente sacri che l'arricchiscono, oltre ad una bibliografia sterminata su San Pio da Pietralcina, di cui fu figlio spirituale. Tornando all'opera in questione, " Il Monastero di Colonna nell'iconografia benedettina e francescana" , stampata da De Biase, azienda tipografica di Ruvo di Puglia, 115 pagg, possiamo dire che si tratta d'un preziosa testimonianza di fede e amore per l'arte, che di fatto parte da un restauro, commissionato e fortemente voluto da don Mimmo Gramegna, canonico della chiesa di Santa Maria di Colonna. Il lavoro in questione riguarda la tela, d'autore ignoto e risalente al '600, che tutt'oggi campeggia alle spalle dell'altare centrale dell'edificio sacro, punto di riferimento materiale e spirituale d'una zona bisognosa, come la penisola di Colonna, maggior valorizzazione.
Nel frattempo, almeno per il luogo sacro in questione, ci ha pensato don Mimmo, con la collaborazione della ditta andriese specializzata in restauri Iaccarino – Zingaro, a rivalutare un'opera che, secondo gli storici ed in particolare secondo l'autore Spaccucci, rappresenta una lettura iconografica attendibile e preziosa, rispetto a quella che è stata la storia stessa della chiesa di Colonna e del Monastero annesso. Nell'immagine, oltre alla Vergine Maria che domina la scena, sospesa in cielo tra angeli che l'affiancano e sormontante una colonna che si esplicita come evocazione d'un simbolo: Maria colonna portante della Chiesa. Nella parte bassa del quadro, analizzato con perizia e cura da Spaccucci, ecco la presenza di quattro Santi, San Francesco d'Assisi, San'Antonio da Padova, San Benedetto da Norcia e Santo Stefano. Al di là del significato religioso intrinseco, che richiama la comunione dei Santi, che a sua volta rievoca la comunione di tutta la Cristianità unita nelle Fede, anche attraverso la preghiera, specie quella d'intercessione, la presenza di questi personaggi storci e degni di memoria indelebile, "riscrive" la storia del nostro Monastero, in quanto "conferma" e rimarca la presenza in esso dei monaci benedettini e francescani. Mentre il richiamo primi tre Santi si giustifica col richiamo a questa preziosa presenza monastica, per il quarto, Santo Stefano, ci si rifà alla narrazione storica del XVII quando i francescani fecero dono al Granduca di Toscana, Cosimo III, del corpo di Santo Stefano.
Il testo sempre arricchito, come da stile "spaccucciano" di un ferrato corredo storico, fatto di notizie ed informazioni utili ai lettori per guadagnare quella consapevolezza concreta riguardo il contesto in cui si snodano personaggi e opere d'arte, è una guida documentata di tutta quella che è la storia non solo del Monastero di Colonna, ma anche dei Santi protagonisti della tela; precisi ed esaurienti i profili dedicati a ciascuno di loro da un Felice Spaccucci che continua negli anni questa missione culturale: la preziosa divulgazione di fatti storici e storiografici, religiosi e artistici, di gran parte della nostra storia di cristiani e cittadini d'un Sud e di un' Italia sempre ricchi di opere , memorie di Santi e committenti generosi e sensibili come il nostro don Gramegna, cui si deve l'input a tutta questo iter artistico, che inizia dal restauro della tela e culmina nella preziosa pubblicazione del professor Spaccucci.
Nel frattempo, almeno per il luogo sacro in questione, ci ha pensato don Mimmo, con la collaborazione della ditta andriese specializzata in restauri Iaccarino – Zingaro, a rivalutare un'opera che, secondo gli storici ed in particolare secondo l'autore Spaccucci, rappresenta una lettura iconografica attendibile e preziosa, rispetto a quella che è stata la storia stessa della chiesa di Colonna e del Monastero annesso. Nell'immagine, oltre alla Vergine Maria che domina la scena, sospesa in cielo tra angeli che l'affiancano e sormontante una colonna che si esplicita come evocazione d'un simbolo: Maria colonna portante della Chiesa. Nella parte bassa del quadro, analizzato con perizia e cura da Spaccucci, ecco la presenza di quattro Santi, San Francesco d'Assisi, San'Antonio da Padova, San Benedetto da Norcia e Santo Stefano. Al di là del significato religioso intrinseco, che richiama la comunione dei Santi, che a sua volta rievoca la comunione di tutta la Cristianità unita nelle Fede, anche attraverso la preghiera, specie quella d'intercessione, la presenza di questi personaggi storci e degni di memoria indelebile, "riscrive" la storia del nostro Monastero, in quanto "conferma" e rimarca la presenza in esso dei monaci benedettini e francescani. Mentre il richiamo primi tre Santi si giustifica col richiamo a questa preziosa presenza monastica, per il quarto, Santo Stefano, ci si rifà alla narrazione storica del XVII quando i francescani fecero dono al Granduca di Toscana, Cosimo III, del corpo di Santo Stefano.
Il testo sempre arricchito, come da stile "spaccucciano" di un ferrato corredo storico, fatto di notizie ed informazioni utili ai lettori per guadagnare quella consapevolezza concreta riguardo il contesto in cui si snodano personaggi e opere d'arte, è una guida documentata di tutta quella che è la storia non solo del Monastero di Colonna, ma anche dei Santi protagonisti della tela; precisi ed esaurienti i profili dedicati a ciascuno di loro da un Felice Spaccucci che continua negli anni questa missione culturale: la preziosa divulgazione di fatti storici e storiografici, religiosi e artistici, di gran parte della nostra storia di cristiani e cittadini d'un Sud e di un' Italia sempre ricchi di opere , memorie di Santi e committenti generosi e sensibili come il nostro don Gramegna, cui si deve l'input a tutta questo iter artistico, che inizia dal restauro della tela e culmina nella preziosa pubblicazione del professor Spaccucci.